EDITORIALE
La responsabilità etica e sociale degli artisti nell’era dell’Intelligenza Artificiale
Nello scenario evolutivo prospettato dalle nuove e potenti tecnologie nel campo artistico e culturale, non viene scalfita la posizione dell’artista come figura centrale del processo creativo. Ma, al contrario, ne viene accresciuta l’efficienza comunicativa e la capacità di coinvolgimento del pubblico. E, di conseguenza, la responsabilità etica e sociale.
Angela Maria Scullica
L’Intelligenza Artificiale (IA) apre, anche nel campo artistico e culturale, nuove opportunità, orizzonti inesplorati e sfide intriganti.
Il suo impatto nell’ambito dell’arte sta notevolmente crescendo per due motivi fondamentali. Innanzitutto, l’IA aumenta il suo potenziale con il semplice accrescimento dei dati ai quali può accedere e la digitalizzazione delle conoscenze e delle collezioni, avviata dai musei, sta rendendo il vasto patrimonio artistico accessibile sul web.
L’IA è stata impiegata per razionalizzare rapidamente le informazioni raccolte, decifrare opere d’arte antiche e persino ripristinare capolavori perduti. Un esempio eclatante è il lavoro svolto dal Metropolitan Museum di New York, che ha reso facilmente accessibili quasi 400 mila opere d’arte sul web aprendo all’IA un ampio bacino di informazioni per analisi interpretative, storiche, prospettiche, di valori che accrescono il sapere. In secondo luogo, l’IA svolge un ruolo cruciale nel riconoscimento di opere d’arte contraffatte e nella valutazione delle collezioni artistiche da diverse prospettive. Ruolo che, man mano che aumentano le conoscenze, si va ad ampliare. L’aumento della potenza dell’intelligenza artificiale può però, in qualsiasi campo, rendere possibile il raggiungimento di mete al di fuori delle attuali capacità di controllo dell’umanità. Un rischio universale che richiede a tutti gli operatori maggiore consapevolezza, preparazione ed etica. Lo stesso vale per l’artista che in questo scenario evolutivo non vede scalfita la sua posizione come figura centrale del processo creativo. Ma, al contrario, ne vede accresciuta, con l’intelligenza artificiale, anche l’efficienza comunicativa e la capacità di coinvolgimento del pubblico. E, di conseguenza, la sua responsabilità etica e sociale. L’ingresso dell’intelligenza artificiale nel processo creativo richiede quindi agli artisti una prospettiva lungimirante, empatica e sensibile. E una conoscenza approfondita del potenziale dell’IA, così come delle implicazioni giuridiche, etiche e culturali di questa tecnologia. Solo con una solida base di conoscenza tecnica è possibile integrare responsabilmente l’IA nel processo creativo.
La responsabilità etica e sociale degli artisti nell’era dell’IA è di fondamentale importanza per garantire che questa tecnologia contribuisca positivamente alla crescita culturale e alla convivenza fra i popoli. Perché, come sottolineato da Umberto Galimberti nel suo saggio “L’etica del viandante”, “l’era della tecnica ci costringe a rivalutare il nostro approccio al mondo, abbracciando la pura processualità anziché cercare un senso ultimo o un fine definito”. E in un mondo fluttuante, dove viene a mancare una meta definita, l’arte con il suo linguaggio fatto di emozioni, sensazioni e simbolismo, costituisce un mezzo potente e straordinario attraverso il quale esprimere e comunicare le profondità dell’esperienza umana. Un linguaggio unico che permette di connetterci con il mondo e con gli altri in modi profondi e significativi. E, come tale, va creato, maneggiato e compreso con etica, coscienza e responsabilità. ◼
L’aumento della potenza dell’intelligenza artificiale può, in qualsiasi campo, rendere possibile il raggiungimento di mete al di fuori delle attuali capacità di controllo dell’umanità. Un rischio universale che richiede a tutti gli operatori maggiore consapevolezza, preparazione ed etica.
Giornalista