ARTE & STORIA
A Firenze la mostra su Eleonora di Toledo, gran dama del Cinquecento
Bella, colta, elegante, capace e politicamente influente, la prima moglie di Cosimo de’ Medici, al quale diede ben 11 figli, è un simbolo rinascimentale del potere e del carisma femminile. Palazzo Pitti le dedica una mostra che ne riscostruisce la storia e il ruolo fondamentale che la Duchessa svolse nella costruzione della corte medicea
Firenze ospita la più grande mostra di sempre dedicata alla ‘Gran signora del Cinquecento’: oltre 100 opere, con rilevanti prestiti internazionali, tra dipinti, disegni, arazzi, abiti, gioielli, pietre preziose racconteranno la vita, la personalità e l’esteso impatto culturale della grande Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo de’ Medici – che, dopo la sua morte, divenne Granduca – duchessa e reggente di Firenze, donna politicamente influente, vera e propria fondatrice del Giardino di Boboli per come oggi è conosciuto, ma anche icona di bellezza.
Eleonora, premonitrice dei tempi, donna veramente all’avanguardia considerata la prima femminista della storia, fu regina della moda e del costume del suo tempo: appassionata d’arte, scintillante (quanto raro) simbolo rinascimentale del potere e del carisma femminile. Figlia del viceré di Napoli, don Pedro de Toledo, Eleonora era dotata di straordinarie capacità organizzative e svolse un ruolo fondamentale nella costruzione della corte medicea, introducendo l’etichetta spagnola a Firenze, rivoluzionando la moda delle élite, contribuendo alla trasformazione del paesaggio toscano. Ambiziosa quanto il marito, con lui lavorerà per raggiungere importanti obiettivi: accrescere la stabilità dello Stato, garantire al primo figlio il trono e al secondo la porpora, innalzare Cosimo alla dignità granducale, traguardo raggiunto solo in seguito alla scomparsa di Eleonora, morta per tubercolosi all’età di soli quarant’anni.
La maxi-esposizione, organizzata dalle Gallerie degli Uffizi e curata dallo storico dell’arte e docente della New York University Florence Bruce Edelstein, sarà visibile fino al 14 maggio nei sontuosi spazi del Tesoro dei Granduchi al piano terreno della reggia di Palazzo Pitti. Si intitola “Eleonora di Toledo e l’invenzione della corte dei Medici a Firenze” ed è stata suddivisa in sette sezioni. Una tra tutte “L’infanzia alla corte di Napoli”: nella mostra racconta il suo essere bambina a Napoli, all’inizio del Cinquecento metropoli importantissima. Figure tra le più importanti nella sua formazione sono ovviamente i genitori di Eleonora: il padre Pedro de Toledo, viceré di Napoli, straordinario committente di palazzi, ville e giardini, e la madre, Maria Osorio Pimentel, attraverso la quale il marito ottenne il titolo nobiliare di marchese di Villafranca.
L’entrata di Eleonora a Firenze, nelle vesti di moglie di Cosimo, con il quale si era precedentemente sposata per procura a Napoli, fu grandiosa. La rievocazione in mostra delle decorazioni realizzate appositamente per i festeggiamenti può essere offerta attraverso l’esposizione di disegni, spartiti musicali, e altre importanti opere che le fonti ricordano tra quelle esposte per l’occasione nel cortile di Palazzo Medici, esposti anche gli anelli nuziali, uno dei quali ritrovato nella tomba di Eleonora e oggi custodito nel Tesoro dei Granduchi agli Uffizi.
Undici sono i figli che Eleonora che ebbe da Cosimo: in mostra anche la cura degli interessi familiari e la nascita di una prole numerosa furono tra i suoi principali obiettivi. La precoce morte del primo duca di Firenze, Alessandro de’ Medici, e la mancanza di eredi legittimi avevano fornito a Cosimo l’occasione di essere scelto come successore al titolo con relativa facilità. La nascita della prima figlia, Maria, avvenne l’anno successivo dell’arrivo di Eleonora in città. L’erede maschio arrivò per secondo, dopo un propiziale pellegrinaggio al santuario francescano della Verna e fu chiamato Francesco. In rapida successione, arrivarono poi Isabella, futura duchessa di Bracciano, Giovanni, che sarà eletto cardinale, Lucrezia, che divenne duchessa di Ferrara, Garzia, Ferdinando, anch’egli dapprima cardinale e poi granduca, e Pietro, elenco a cui vanno aggiunti tre figli prematuramente scomparsi, Pietro detto ‘Pedricco’, Antonio e Anna. Nell’istruzione dei figli Eleonora svolse un ruolo fondamentale e si curò attentamente della loro immagine pubblica, perpetuandone la memoria attraverso l’esecuzione di numerosi ritratti.
Una sezione è dedicata a Eleonora e l’arte: la Duchessa fu ispiratrice della committenza di corte e dialogò fittamente con artisti del calibro di Bronzino, Bachiacca, Salviati, Vasari e Stradano. A meno di un anno dall’arrivo e poco più di un mese dalla nascita della primogenita Maria, Eleonora si dedicò con energia alla creazione di una residenza adeguata alle esigenze della corte ducale. La famiglia smise di abitare Palazzo Medici, trasferendosi a Palazzo Vecchio. Ma va detto che immenso fu l’impatto del gusto di Eleonora nella trasformazione della moda a Firenze, attraverso l’imposizione di abiti e vestiario adottati nella corte napoletana del padre don Pedro di Toledo. Eleonora fu responsabile diretta delle scelte del vestiario dei figli, delle sue dame, del marito e dell’intera corte. Sia per Francesco, che a solo sette anni di età intraprese la sua prima missione pubblica andando a Genova per incontrare il futuro re di Spagna Filippo II, che per Giovanni nella sua andata a Roma nel 1559 in compagnia di Vasari
Eleonora tra gli altri, svolse un ruolo di grande innovazione non solo nella moda ma anche nello sviluppo del verde. L’opera più importante tra le committenze della Duchessa fu senza dubbio il Giardino di Boboli: l’amore di Eleonora per questi spazi derivava dalla sua infanzia a Napoli, dove il padre aveva commissionato alcune residenze principesche per le quali erano state realizzate nuove tipologie di giardini. In Toscana Eleonora e Cosimo frequenteranno assiduamente le ville di Poggio a Caiano a quella di Castello, dilettandovisi con vari tipi di caccia e pesca. A Castello, i giovani principi furono probabilmente istruiti nella caccia agli uccelli dal famoso nano di corte Morgante e quest’attività fu condotta anche a Boboli. La passione per i giardini e la vita extraurbana è strettamente correlata ad una strategia economica mirata ad aumentare notevolmente le tenute della famiglia Medici, rendendole redditizie attraverso la coltivazione del grano. Una grande grande mostra, assolutamente da vedere: alla portata di tutti. Bambini compresi: staccateli dai video.
Una sezione è dedicata a Eleonora e l’arte: la Duchessa fu ispiratrice della committenza di corte e dialogò fittamente con artisti del calibro di Bronzino, Bachiacca, Salviati, Vasari e Stradano. A meno di un anno dall’arrivo e poco più di un mese dalla nascita della primogenita Maria, Eleonora si dedicò con energia alla creazione di una residenza adeguata alle esigenze della corte ducale. La famiglia smise di abitare Palazzo Medici, trasferendosi a Palazzo Vecchio. Ma va detto che immenso fu l’impatto del gusto di Eleonora nella trasformazione della moda a Firenze, attraverso l’imposizione di abiti e vestiario adottati nella corte napoletana del padre don Pedro di Toledo. Eleonora fu responsabile diretta delle scelte del vestiario dei figli, delle sue dame, del marito e dell’intera corte. Sia per Francesco, che a solo sette anni di età intraprese la sua prima missione pubblica andando a Genova per incontrare il futuro re di Spagna Filippo II, che per Giovanni nella sua andata a Roma nel 1559 in compagnia di Vasari
Eleonora tra gli altri, svolse un ruolo di grande innovazione non solo nella moda ma anche nello sviluppo del verde. L’opera più importante tra le committenze della Duchessa fu senza dubbio il Giardino di Boboli: l’amore di Eleonora per questi spazi derivava dalla sua infanzia a Napoli, dove il padre aveva commissionato alcune residenze principesche per le quali erano state realizzate nuove tipologie di giardini. In Toscana Eleonora e Cosimo frequenteranno assiduamente le ville di Poggio a Caiano a quella di Castello, dilettandovisi con vari tipi di caccia e pesca. A Castello, i giovani principi furono probabilmente istruiti nella caccia agli uccelli dal famoso nano di corte Morgante e quest’attività fu condotta anche a Boboli. La passione per i giardini e la vita extraurbana è strettamente correlata ad una strategia economica mirata ad aumentare notevolmente le tenute della famiglia Medici, rendendole redditizie attraverso la coltivazione del grano. Una grande grande mostra, assolutamente da vedere: alla portata di tutti. Bambini compresi: staccateli dai video.
Immenso fu l’impatto del gusto di Eleonora nella trasformazione della moda a Firenze, attraverso l’imposizione di abiti e vestiario adottati nella corte napoletana del padre don Pedro di Toledo
Giornalista