TEATRO
STEFANO MASSINI “Dai sogni nasce il racconto della nostra vita”
Con il suo spettacolo teatrale dal titolo “L’interpretazione dei sogni” ispirato e tratto dagli scritti di Sigmund Freud, Stefano Massini mette in scena la narrazione della vita e del mondo che scaturisce dalle pieghe più profonde dell’anima umana. E dà luogo a una sinfonia di visioni e di possibili significati in cui ognuno può identificarsi
“Questo non è uno spettacolo qualunque, anzi. Per me è veramente uno spettacolo importante che mi consente di portare a casa il tentativo di far riflettere e appassionare le persone al fatto che quando chiudono gli occhi, inizia uno spettacolo al loro interno. Raccontare a teatro ciò che accade dentro di noi non è secondario, è importante e va ascoltato, è un’esperienza fenomenale che mi riempie di gioia”. Così Stefano Massini in un incontro inedito, non in teatro, ma da un ambiente di casa sua, un’antica cappella sconsacrata illuminata da decine di piccole candele. È la prima volta che lo scrittore e drammaturgo fiorentino, primo autore italiano ad aver vinto il prestigioso Tony Award, azzarda anche questo e fa vedere – semmai ce ne fosse bisogno – come sa andare e vedere oltre. Una piccola cerimonia in stile zen per presentare in esclusiva lo spettacolo con cui lo scrittore celebrato a Broadway debutta in prima nazionale al Teatro della Pergola di Firenze aprendo la stagione 2022/2023. Non è un caso che al nome di Massini è legato anche il restauro della Sala Grande del teatro, dopo l’imponente piano di riqualificazione statica e sismica degli ultimi mesi: un investimento di oltre 2,5 milioni con 70 maestranze impiegate per una riqualificazione complessiva del Teatro durata 10 anni.
Il titolo dello spettacolo riporta subito a Freud: “L’interpretazione dei sogni”, in scena dal 14 al 18 dicembre. Un azzardo a cui l’autore ci ha abituati in oltre vent’anni di lavoro mai banale e impossibile da ricalcare. Ed ecco qui fresco, una recita liberamente ispirata e tratta dagli scritti di Sigmund Freud, prodotto da Teatro della Toscana, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro di Roma, in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano / Teatro d’Europa che lo vede mettere il suo estro di narratore al servizio di un impressionante catalogo umano. Le scene di Marco Rossi, le luci di Alfredo Piras, le immagini di Walter Sardonini, le musiche di Enrico Fink eseguite da Rachele Innocenti al violino, Damiano Terzoni alle chitarre, Saverio Zacchei al trombone e tastiere, il contributo in voce e video di Luisa Cattaneo, maschere e costumi di Elena Bianchini.
Massini qui comincia l’avventura.
“Diciamo di sì perché sulla scena prende forma un variopinto mosaico di personaggi che, narrando i propri sogni, andranno a comporre una sinfonia di visioni e di possibili interpretazioni, in cui il pubblico si riconosce e ritrova. Perché l’analisi è questa: che cosa c’è prima di un testo se non la scintilla di una storia, l’innamoramento per la sua forza e per gli echi che contiene? Ma anche la volontà di raccontarla. Con Freud le storie si nascondono ovunque ma partono dai sogni e sono segnali grandi, importanti. Soprattutto oggi, nella proliferazione dei mezzi di comunicazione, dove la bulimia del narrare a tutti i costi, si traduce in valanghe di sequenze inutili. Sono arrivato al punto di dire che leggersi dentro oggi sia una vera necessità”.
Massini, cioè raro esempio di narratore che osserva come va la vita reale…
“E ne condivido contenuti, quando posso, anche in tv: con questo testo su Freud riparto dalla voglia di confrontarmi, senza calcolo di tempi residui che non incoraggiano progetti. Non a caso questo spettacolo è liberamente ispirato e tratto dagli scritti di Freud, dove propongo un grande mosaico di personaggi che, narrando i propri sogni, compongono una sinfonia di visioni e di possibili interpretazioni, in cui il pubblico possa riconoscersi e ritrovarsi. Se devo dire quel che sento in questo momento, è l’essere profondamente coinvolto e appassionato. Finalmente vedo realizzato, dopo 12 anni di lavoro su Freud, un qualcosa di compiuto con cui arrivo a coronare la discesa nella psiche e lo faccio nel luogo che da sempre mi è più caro, ovvero il teatro”
Pura coincidenza avere la stessa età di Freud per rappresentarlo?
“No, ma pura e profonda importanza per rispondere con più definizione a domande come: dove andiamo quando sogniamo? Che cosa cerchiamo di dire a noi stessi in quello spazio sospeso, ulteriore e intermedio, che ci accoglie appena chiudiamo gli occhi? Ho fatto mio e sento profondamente il fatto che ogni essere sogni, al di là del fatto che ne conservi memoria: la nostra esistenza è un susseguirsi di visioni notturne, architetture elaborate e complesse, la cui edificazione obbedisce a una necessità naturale. E allora la domanda è: perché sogniamo? Perché per l’essere umano è un bisogno vitale e ineludibile e soprattutto non gestibile. Sognare non è solo una percezione con milioni di sfumature che hanno molto da raccontare di noi, del nostro essere, della nostra vita”.
Non facile azzardare, tentare una risposta.
“La mia ricerca su Freud, pietra miliare del Novecento, tenta, quella sì, una risposta attraverso l’analisi di numerosi casi clinici, a volte drammatici, altre perfino buffe e occasionali. Ma ognuna di queste è capace di rivelarci qualcosa sulle leggi misteriose e splendide che sovrintendono alle nostre messinscene notturne. Sì perchè i sogni sono da considerarsi messinscene; il sogno nella lettura di Freud ha un impianto profondamente teatrale, evidente fino da quel titolo originario del volume che allude a una vera e propria drammaturgia onirica. E dunque ecco scaturire l’ultima domanda: con quali regole si procede, nel fantasmagorico teatro del Sogno Ed è appassionante l’indagine di Freud all’interno dei nostri sogni non prevede soltanto architetture e ingegnerie simboliche, ma tocca inevitabilmente il tema delle rimozioni, dei non detti e delle censure”.
Massini “L’interpretazione dei sogni” come chiave per arrivare a noi.
“In scena sono una specie di rabdomante alla ricerca di verità nascoste e sedimentate che prova a farsi strada in un racconto che prende forma nel viaggio antico ma modernissimo e necessario nell’evocare. Quel che accade dentro di noi è qualcosa di pazzesco: sono storie diverse sommerse e che si intersecano dal nostro io non cosciente tra contesti e situazioni che si fanno strada un po’ come quell’avvisaglia di starnuto per cui ti pizzichi il naso tra le dita, con la speranza di reprimere eventuali fragorosi scoppi”.
“Così è la nostra vita che continua nel sogno: forse antichi reperti delle nostre solitudini”
Giornalista