TEATRO & SPETTACOLO
MANU LALLI: la regista che mette in scena i bambini
Con la sua direzione, il Teatro “Venti Lucenti” di Firenze realizza e presenta opere che hanno come protagonisti i piccoli studenti delle scuole elementari e medie. Con l’obiettivo, come spiega Manu Lalli in questa intervista ad ArteCultura Magazine, di promuovere una cultura di pace, tolleranza e inclusione
“No, non è facile coordinare una media di otto-novecento bambini delle scuole elementari e medie su un palcoscenico. La sera, dopo prove su prove, torno a casa disfatta. Ma con loro faccio delle risate bellissime. Questi bambini, che diventano artisti d’opera senza essere formati, sono stupendi e bravissimi. Sono certa che diventeranno adulti consapevoli amanti dell’opera: con questo progetto non solo condividono l’interesse con i genitori, ma a loro volta porteranno i loro figli a teatro. Non esiste niente di più gratificante che divulgare così la cultura”. Trent’anni di carriera quasi tondi per Manu Lalli regista, coreografa e spesso anche costumista che dal 1993 lavora con i bambini e i ragazzi per divulgare il melodramma, i grandi autori e i compositori. È lei che da genuina amante del teatro ha fondato a Firenze una compagnia unica in Italia, Venti Lucenti, attraverso la quale mette in scena opere i cui protagonisti sono, appunto, bambini. Un curriculum lungo così che l’ha vista regista di spettacoli in mezzo mondo, per arrivare non solo a vincere tanti premi, ma anche al Teatro Pucciniano per il quale ha firmato la regia della Butterfly per il Festival. È del 2021 la sua direzione per “Caruso. Contaminazioni Migranti al Nervi Music Ballet Festival di Genova” in occasione dei 100 anni dalla morte del grande tenore spettacolo che poi è andato in tv su Rai5 e La Leggenda dell’Olandese volante al Festival dei Due Mondi di Spoleto in occasione del primo Festival Rai per il Sociale.
Lalli, come nasce Venti Lucenti?
“Dall’esperienza e dalla vocazione di professionisti del teatro, della formazione, della promozione socioculturale e dell’audience development. Dal 1993, sotto la mia direzione artistica e la regia ho portato in scena spettacoli di prosa, opera lirica, divulgazione musicale e scientifica collaborando con Enti, Fondazioni, Istituzioni nazionali e internazionali prestigiosi e coinvolgendo in palcoscenico migliaia di loro ma anche adulti ogni anno. La cifra stilistica viene focalizzata nella creazione di veri e propri progetti educativi cuciti su misura: un percorso di ricerca intenso, le cui basi poggiano sul riconoscimento del teatro e della musica come strumento di crescita, sviluppo e scoperta, Ma anche sulla promozione di una cultura di pace e di tolleranza e sul riconoscimento delle diversità e delle grandi potenzialità di espressione e di comunicazione di tutti”.
Però pare che la sua compagnia sia più specializzata nella promozione della musica – diciamo – colta.
“Negli ultimi anni Venti Lucenti si è specializzata effettivamente in progetti di formazione e promozione della lirica e della sinfonica, allestendo spettacoli che coinvolgono migliaia di bambini a fianco di cantanti e musicisti professionisti in collaborazione con molte Fondazioni: dal Maggio Musicale Fiorentino, al Teatro Massimo di Palermo, al Coccia di Novara, al Maggiore di Verbania, all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, alla Fondazione Orchestra Regionale della Toscana, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Perché il metodo Venti Lucenti, di teatro inclusivo, aspira infatti alla possibilità di utilizzare le opere come strumenti formativi che, al pari delle fiabe, portano al loro interno, a volte nascosti, altri evidenti, significati che possono essere approfonditi e analizzati da molteplici punti di vista diventando contenitori di percorsi formativi”.
E tutto questo per quali risultati ottenere?
“La possibilità per i bambini e ragazzi di cantare, interpretare e raccontare con la propria voce e la propria espressività una storia, di collaborare in scena con altri adulti, ragazzi, artisti grandi e piccoli, di vivere il palcoscenico come luogo di creazione e di gestione delle emozioni è una straordinaria occasione di crescita personale, relazionale, di espressione e di consapevolezza. Perché di base c’è la musica leitmotiv che accompagna tutta l’attività: in quanto linguaggio universale consente a tutti i ragazzi di
avvicinarsi e appassionarsi al grande panorama musicale, teatrale e culturale italiano e internazionale”.
Lalli, la sua missione possibile è?
” Crediamo, parlo al plurale perché con me ho uno staff rodato, che per imparare ad amare la musica, l’opera, il teatro, bisogna viverli in prima persona. Sentirne la fatica, l’emozione. Prendere consapevolezza della complessità della macchina teatrale che coinvolge le persone in scena ma anche, e soprattutto, dietro le quinte in lunghi mesi di preparazione. Con la volontà di cambiare la visione del mondo orientandolo verso la bellezza.
Il 23 aprile 2023 ricorreranno i 30 anni dalla fondazione della compagnia.
“Negli anni Venti Lucenti ha avuto il privilegio di lavorare con migliaia di ragazzi e bambini in tutta Italia e di aver partecipato alla loro crescita personale e al loro sviluppo culturale attraverso l’uso del teatro: un dono che una volta ricevuto diventa urgente restituire”.
Abbiamo qualche numero da dare?
“Certo, un dato nazionale: in epoca pre-covid, i progetti di divulgazione dell’opera lirica e della musica sinfonica, gli spettacoli dedicati ai grandi compositori, hanno coinvolto circa 90mila ragazzi ogni anno in tutta Italia. Il progetto All’Opera col Teatro del Maggio: dal 2007 per ‘All’Opera… Le scuole al Maggio!’ e dal 2012 per ‘All’Opera… In campo!’ sono state messe in scena, in lingua originale, moltissime riduzioni che hanno permesso di avvicinare al teatro d’opera oltre 145 mila spettatori, di cui oltre 80mila giovani e giovanissimi, di cui più di 10mila direttamente in palcoscenico”.
Manu Lalli ora ci parli di lei.
“C’è poco da dire: nasco drammaturga e regista teatrale e d’opera italiana. Mi sono sempre occupata di teatro, e dedicata all’educazione e divulgazione dell’opera lirica collaborando con enti, teatri, scuole e fondazioni sul territorio nazionale ed estero. Lo sento come un impegno civile e nello stesso tempo di promozione della musica come veicolo emotivo e relazionale cose che hanno attratto sia il mio lavoro che la mia scrittura teatrale e di regia. Il mio percorso di ricerca su basa sul riconoscimento delle potenzialità del teatro come strumento di crescita e di sviluppo per chi viene coinvolto in prima persona nella messa in scena di uno spettacolo. Perché cultura vuol dire anche mettere al primo posto due parole: pace e di tolleranza, ed è basata sulle grandi potenzialità di espressione e di comunicazione di tutti”.
Lei si è dedicata a tantissime cose, non tralasciando il teatro sociale
“È così: fin da giovanissima ho affrontato tematiche legate al confronto con la diversità, da intendersi anche come diversa abilità, e all’integrazione sempre nel segno del teatro d’impegno civile. Per questo ho potuto realizzare spettacoli di prosa e drammaturgie originali, con musei come quello di Arte Contemporanea di Sarajevo, con l’Istituto di Cultura Italiana dell’Havana, di Varsavia, Budapest, di Erevan dedicandomi anche alla questione armena, e con i più importanti organismi ed associazioni no profit italiane ed internazionali quali Libera, Emergency, Unesco, Greenpeace, Amnesty International”.
Lalli, infine, tutto questo impegno: cosa vede nei bambini che dirige?
“Posso solo dirti che in dodici anni abbiamo avvicinato al teatro d’opera 100mila giovani studenti con le loro famiglie mettendo in sinergia – uh che brutta parola – e creando relazioni tra tante realtà della città. Perché i bambini di oggi saranno gli spettatori di domani E sono su un palcoscenico come per allineare i detriti del vivere, e riuscire a pensarli come se fossero i gioielli della corona”.
“Negli anni Venti Lucenti ha avuto il privilegio di lavorare con migliaia di ragazzi e bambini in tutta Italia e di aver partecipato alla loro crescita personale e al loro sviluppo culturale attraverso l’uso del teatro: un dono che una volta ricevuto diventa urgente restituire”
Giornalista