INTERVISTA
ROBERTA TAVAGLINI La passione per l’antiquariato che dà una scossa alla TV
Con il suo acume e una spiccata sensibilità per gli arredi e gli oggetti del passato, Roberta Tavaglini trasforma ogni episodio di ‘Cash or Trash’ in un viaggio affascinante attraverso la storia e la bellezza degli oggetti d’epoca, riscuotendo un grande successo tra il pubblico e rinnovando il formato degli show televisivi.
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“Mi diverto molto, mi piace molto, mi ha ringiovanito molto: prima di tutto perché è un ambiente, e una cosa nuova”. Roberta Tagliavini è la regina indiscussa di Cash or Trash programma sulla “Nove” vera rivelazione della televisione italiana. Un programma intelligente, nuovo, curioso, lontano dai triti quizzettoni quotidiani e da gente che canta a tutte le ore. Un programma condotto alla grande dal bravo Paolo Conticini: qui dietro a un banco, cinque mercanti si contendono un’asta di oggetti vintage, trovati in soffitta o per mercatini. Protagonista top è, appunto, Roberta Tagliavini detta The Queen, è una delle più influenti antiquarie italiane, fondatrice del celebre negozio “Robertaebasta” a Milano, con una carriera di successo nel mondo dell’antiquariato. La signora è diventata un punto di riferimento per collezionisti, appassionati e designer, grazie alla sua straordinaria capacità di scovare pezzi rari e autentici di grande valore. Ha iniziato il suo viaggio nel mondo dell’antiquariato negli anni ’70, con un’intuizione visionaria: rendere accessibili pezzi d’arte e design unici, non solo per collezionisti facoltosi, ma per chiunque sapesse apprezzare la bellezza di oggetti con una storia. Con il tempo, ha trasformato il suo negozio in un punto di ritrovo per chi cerca oggetti d’arredo unici, che spaziano dagli anni ’20 fino al design contemporaneo.
Roberta e la tv, che effetto fa portare la sua esperienza lì?
“Diciamo che avevo già fatto qualcosa, ma in streaming, con mio figlio. Era un programma secondo me bellissimo dal titolo “La mercante di Brera”, che raccontava di tutto il mio lavoro, dal negozio ai restauri, agli arredamenti, ma in modo leggero, non noioso e pedante, anzi, molto divertente. Il programma era incentrato esattamente sul mondo delle arti decorative, e sul mio lavoro come mercante d’arte, ed ero assieme a mio figlio Mattia Martinelli, antiquario anche lui e mio delfino; e con il designer di interni Tommy Demartis. Raccontavamo l’acquisto, la vendita e il restauro di pezzi d’arte e di design del XX secolo da collocare all’interno delle proprie gallerie situate nello storico quartiere di Brera a Milano. Questa trasmissione ha fatto in qualche modo da spin off per Cash or Trash e quindi mi hanno telefonato”.
Come si trova in questa nuova dimensione?
“Siamo un gruppo di persone e lavorare insieme, coi giovani ho scoperto che è una cosa veramente eccezionale perché non solo ti ringiovaniscono, ma ti danno nuovi stimoli e ti aprono la mente. Solo così capisci che c’è un mondo diverso, come quello del telefono e delle vendite online. E poi mi piace fare la regina”. (ride)
Lei è specializzata in cosa esattamente?
“Sul Novecento: dal 1900 al 2000 tutto il secolo, per quadri, mobili, arredamenti tappeti: dal Liberty al Déco il mio periodo preferito. Ma adesso vanno di moda molto gli anni ’70 ’80 ’90, il vintage. Diciamo che il mio viaggio nel mondo dell’antiquariato è iniziato negli anni ’70, con un’intuizione quasi visionaria: volevo rendere accessibili pezzi d’arte e design unici, non solo per collezionisti facoltosi, ma per chiunque sapesse apprezzare la bellezza di oggetti con una storia. Con il tempo, infatti, ho trasformato il mio negozio in un punto di ritrovo per chi cerca oggetti d’arredo unici, che spaziano dagli anni ’20 fino al design contemporaneo”.
Lei, cosa non facile, ha saputo coniugare la passione per la storia e la cultura ma con occhio sempre attento alle tendenze del mercato.
(sorride) “Sono diventata un’autorità nel settore. Forse perché la mia capacità di interpretare l’evoluzione del gusto e di anticipare i desideri della sua clientela mi hanno fatto diventare in un certo senso una figura emblematica. Ed è bello essere ammirata e rispettata a livello internazionale. Con i ragazzi di Cash or trash ho imparato tanto, perché è chiaro che non si finisce mai di imparare: mi hanno insegnato molte cose. Ma anche che i ragazzi di oggi che intraprendono la carriera di antiquari sono limitati a epoche ben precise: faccio qualche esempio. Uno si occupa approfonditamente di opere africane; un altro è un grande esperto di valigeria: io invece faccio tutto e quindi quando parlo di altre cose mi guardano come se fossi di un altro pianeta. Io credo che la preparazione faccia la differenza, ma a tutto tondo e senza escludere niente ai giovani, in genere, interessa solo di quello che fanno”.
Per la sua profonda conoscenza della storia dell’arte i giovani antiquari la adorano.
“Amo gli oggetti d’epoca perché parlano, comunicano emozioni: forse per questo sono stata capace di educare una nuova generazione di appassionati e professionisti, trasmettendo la passione per il patrimonio culturale e il valore degli oggetti del passato”.
In tv avete spopolato.
“L’esperienza è servita molto a tante persone. Siamo arrivati a farci seguire da circa un milione di spettatori e siamo partiti da 80mila: una cosa eccezionale, è una bella soddisfazione per gli autori e per noi che lo facciamo per tutti. A cominciare da Paolo Conticini che adoro, un bravo ragazzo carino e bravissimo perché non è così semplice condurre un’asta particolare come la nostra. Poi c’è l’
esperienza umana straordinaria che mi ha dato tantissimo”.
Roberta, la sua storia è un esempio di come determinazione, passione e conoscenza possano portare una donna a diventare una figura di spicco in un mondo dominato, per lungo tempo, dagli uomini.
“Io sono una persona molto curiosa e quello che vedo anche se costa 5 euro, non faccio finta che non ci sia, non lo snobbo. La maggior parte del mio lavoro è fatto di curiosità, devo vedere tutto fino in fondo perché mi piace scoprire pezzi unici. E poi ho sempre amato l’arredamento in genere e quando ero piccolina mi fermavo davanti ai mobili dove ho conosciuto mio marito a 13 anni e mi sono sposata a 15. Ho avuto una fabbrica con sessanta dipendenti e facevamo con mio marito mobili poveri ma carini negli anni ’60. Il mio amore per l’antiquariato viene da lì poi tanti studi e libri: ne avrò oltre 20mila”.
Il suo motto qual è?
“Tutti gli oggetti che prendo, io li amo costassero uno o un milione di euro, non c’è differenza perché uguale è la passione di possederlo. Quando vedo una cosa che mi piace la amo subito, e la voglio. Poi la posso vendere anche il giorno dopo ma è quello il bello: che chi l’ha comprato abbia capito il mio lavoro”.
“Amo gli oggetti d’epoca perché parlano, comunicano emozioni: forse per questo sono stata capace di educare una nuova generazione di appassionati e professionisti, trasmettendo la passione per il patrimonio culturale e il valore degli oggetti del passato”.
Giornalista