DESIGN & AI
L’impatto creativo e rivoluzionario dell’intelligenza artificiale sul design dell’accoglienza
Immagina di entrare in un hotel che ti colpisce per la bellezza ed emoziona per l’arte, la modernità e l’atmosfera nella quale è immerso e di trovare la tua camera disposta esattamente come desideri, grazie all’analisi dei tuoi dati di comportamento e preferenze. Oppure di godere di un’esperienza personalizzata in un luogo accogliente, rilassante e da sogno. Tutto questo e molto altro ancora. Ecco come le nuove tecnologie stanno trasformando la progettazione degli ambienti, degli spazi e dell’architettura. E siamo solo all’inizio…
Donatella Zucca
Prima di affrontare il discorso dell’uso dell’intelligenza artificiale (AI) e delle nuove tecnologie nella progettazione di luoghi di accoglienza, arte e design, è doverosa una precisazione. L’AI, come le tecnologie collegate, non sostituisce l’uomo, è uno strumento che ne rende più snello il lavoro ed efficaci i messaggi, aumentando in ogni campo la sua centralità attraverso una continua collaborazione fra le parti. Un dialogo fruttuoso quanto indispensabile, in un mondo che cambia ponendo nuove sfide e orizzonti, dove oggi come ieri “Il miglior modo di predire il futuro è crearlo”. Come disse Abramo Lincoln, non a caso ripete Peter Drucker presidente di NTT Data Luweave Corporation rivolgendosi agli studenti. Se altre tecnologie collegate sono ormai di uso comune, l’AI è ancora poco conosciuta e, se per alcuni rappresenta un incubo, per altri è diventata una password ritenuta capace di aprire tutte le porte persino nel design e nell’arte.
Una cosa è certa, che AI, realtà virtuale aumentata e mista, machine learning, generative design, coi loro algoritmi e software influenzeranno il futuro di un contesto in cui creatori o designer porteranno un forte e utile apporto emozionale. Discipline di progettazione come l’AI design hanno già iniziato il loro iter di sviluppo nell’upgrated dei prodotti e la creazione di nuovi, l’applicazione del Generative Design AI e del Fashion Designer AI, uniti alla stampa in 3D, stanno dando i primi frutti. Sviluppato da Amazon e in fase d’implementazione, il Fashion Designer AI, tramite machine learning è in grado di replicare e apprendere le varie sfaccettatura della fashion e replicarle in nuovi oggetti con caratteristiche simili. Il Generative Design AI, attraverso l’utilizzo di algoritmi che riconoscono testo e immagini, può fornire idee e suggerimenti contestualizzati e, con la stampa in 3D, fornire persino componenti di un progetto. In questi casi, la AI è fondamentale nell’analizzare velocemente ogni possibilità, ma lontana da saper sviluppare in autonomia un intero piano di design. Ciò non toglie che l’insieme nascente di tutto questo stia aprendo la strada a estetiche, forme e concetti di bellezza senza uguali nel passato e a quello che viene definito “esotismo virtuale”.
Una sorta di design libero nato da una condivisione e un dialogo che avviene sulle piattaforme web, fonti infinite di idee a cui tutti possono accedere, generando, specialmente da parte dei più giovani, espressioni creative fuori da ogni immaginazione. A livello psicologico, un’interazione meno facile per ingegneri e architetti formati nella cultura predigitale ma, soprattutto per loro, molto tonica ed eccitante. “Per me, la cosa più stimolante del Generative Design è che mette in discussione i preconcetti”, afferma Jesse Craft, Design Engineer e Innovation Project Manager di Jacobs Engineering. Preconcetti cui per anni gli ingegneri hanno fatto riferimento. A questo punto però è doveroso soffermarsi sull’idea di creatività, intesa non solo come figlia di canoni precisi, ispirazione ascetica e dono naturale. Purtroppo modi di pensare più diffusi del fatto che spesso nasca dalla necessità di fare piazza pulita di vecchi stilemi, dalle sollecitazioni dirette e trasversali di un momento culturale o storico, utilizzando gli strumenti più adatti a darle forma. Indubbiamente, la capacità d’esprimere con effetto le proprie sensibilità resta per un artista un fattore imprescindibile, ma è pur vero che da Van Gogh, Picasso, Guttuso, a Mondrian o Fontana, gli artisti di ogni tempo non si fermino a questo. Attraverso le opere, trasmettono l’emotività di momenti culturali, sociali e storici, di cui diventano formidabili portavoce.
Salvo svolte pericolose, oggi assistiamo a un nuovo Rinascimento, una rinnovata centralità dell’uomo a cui, architettura e design devono rispondere con progettualità molto complesse. Tenendo conto dell’individuo nel privato, nel suo mondo e in una collettività sempre più affollata, quindi pensando spazi singoli e condivisi di ogni dimensione e location, i cui processi creativi necessitano di numeri, dati e parametri che, sotto la regia dell’uomo, solo specifici mix tecnologici sono in grado di fornire e comparare fra loro. Il Generative Adversarial Network conferisce all’AI il potere di produrre lei stessa arte, attraverso una rete neurale in grado di generare volti umani con le stesse caratteristiche di quelli veri cui si riferisce e molto altro.
Nell’architettura e nel design ricorre l’uso della progettazione parametrica, un insieme di processi progettuali artistici, funzionali e costruttivi che utilizzano, attraverso algoritmi, parametri, dati e numeri indispensabili per ottenere soluzioni e progettare forme. A tutto questo si lega la possibilità di effettuare modifiche e automatizzare i processi in complessi file, gestiti con massima precisione, in grado di creare e valutare molte varianti. Concept simili ricorrono anche in periodi antecedenti a quello attuale. Per esempio, il Vertigo Restaurant dell’hotel Banyan Tree di Doha, il Convention Center La Nuvola di Fuksas a Roma e non solo, forse il per primo lo studio Zaha Hadid Architechts col favoloso ventro multifunzionale Heydar Aliyev di Baku, Azerbaigian, inaugurato nel 2012. In campo alberghiero l’AI si usa nella gestione delle strutture e la pianificazione del progetto, più frequentemente nei servizi e nella messaggistica diretta. II Chatbot di AI, software che elabora le conversazioni scritte e parlate utilizzato sulle piattaforme dei social media, permette di fare domande e ottenere risposte h24 di tutti i giorni della settimana. Esistono già robot AI che rispondono alle necessità basiche del cliente con una velocità umanamente impossibile. Connie, all’opera negli Hilton hotel, fornisce informazioni turistiche interagendo individualmente ed è ingrado d’imparare da ciò che gli si dice. Attraverso la piattaforma Metis AI, la catena Dorchester Collection, ordina e analizza i dati raccolti tramite sondaggi, recensioni online e opinioni collettive attraverso feedback digitali deglio ospiti ecc., utili a trarre conclusioni sulle sue performance. Nel marketing, consente di potenziare il processo di prenotazione online, permette l’analisi dei dati e le previsioni di mercato, quindi l’uso di sistemi di gestione per la definizione del miglior prezzo. Nel suggerire esperienze personalizzate in fase di prenotazione e check-in online, aumenta la redditività delle camere.
Per ciò che riguarda design e architettura è per lo più in fase sperimentale e se combinata con la Machine Learning, può dare risultati incredibili. Senza voler arrivare a tali eccessi, CaberlonCaroppi Italian Touch Architects, dal 2004 associata allo studio CaberlonCaroppi, utilizza tecnologie avanzate nell’elaborare concetti tailor made per ogni tipo d’hospitality. Tra questi, icone come l’Hotel Hilton Molino Stucky a Venezia, lo Sheraton San Siro a Milano, l’Ariae Hotel a San Giovanni Rotondo e molti altri, tra cui il nascente 5 stelle lusso Umiltà 36, in un edificio storico al centro di Roma. Progettazioni di interni, che partendo dallo studio dello spazio s’estendono sino all’analisi della clientela, elementi importanti nello sviluppo del layout.

Hotel Hilton Molino Stucky nell’isola della Giudeccca a Venezia, favolosa rivisitazione di un edificio industriale di fine ottocento, su progetto di CaberlonCaroppi

Ariae Hotel San Giovanni Rotondo, interrni realizzati dallo studio CaberlonCaroppi in una struttura d’epoca

Particolare dello Sheraton Milano San Siro, i cui interni sono firmarti CaberlonCaroppi Italian Touch Architects
“Oggi progettare ragionando direttamente in senso tridimensionale è normale”, ci fanno sapere gli architetti Chiara Caberlon e Ermanno Caroppi, “il disegno 2D si trasforma facilmente in file a 3 dimensioni, grazie a programmi che sviluppano un pensiero progettuale spinto su più livelli. Da anni, ci confrontiamo con questo tipo di progettazione, creando spazi da prima virtuali, con cui il cliente può interagire. Nel settore alberghiero, sono tantissime le soluzioni tecniche e digitali adottate abitualmente, ma tra le nuove tecnologie di progettazione, sale il trend di concept architettonici e di design creati tramite intelligenze artificiali. Per noi, molto attenti alle realtà dello spazio ed estremamente sartoriali, un passo ancora distante, che però comporta una nuova possibilità di creare idee, puramente concettuali, utilizzabili come spunto creativo per ambienti di un futuro prossimo”. Per lo più a livello sperimentale e non solo nell’hotellerie, c’è invece chi sta facendo i primi passi nel suo utilizzo a tutto campo, come l’egiziano Hassan Ragab, tra i più prolifici concept artist di questo tipo d’architettura, la urban designer e architetto Reem Mosleh con 15mila progetti che includono edifici emananti luce autonomamente. Oppure, l’architetto/designer Manas Bhatia, con la città del futuro del progetto Symnbiotic Architecture. Un insieme di torri simili a giganti sequoie, costituite da appartamenti simbiotici che respirano e crescono, inedite foreste di Birnam in marcia verso un futuro angosciante. Architetture non sempre gradevoli da vedere, ma frutto di un prezioso lavoro di ricerca.
In un discorso unico di design parametrico e cinetico, si distingue MASK Architects, con progetti accattivanti anche dal punto di vista estetico, pluripremiati a livello internazionale e importanti sotto il profilo della ricerca. Creato come brand nel 2014 dall’architetto Öznur Pınar Çer, mentre studiava alla Cyprus International University affrontando già importanti progetti e come azienda nasce nel 2017 a Istanbul fondata da lei e in Sardegna nel 2020 insieme al designer di orologi e lusso industriale Danilo Petta, di cui è Principal Lead Architect e lui Chief Design Officer.

Öznur Pınar Çer e Danilo Petta co-fondatori di Mask Architect Srl in Sardegna
Formatosi in architettura al Politecnico di Milano e in interior design allo Ied, Danilo è stato designer di Bulgari, senior product manager in Omega e autore di cose bellissime per Jacob & Co. Tra i riconoscimenti avuti, il MUSE Award nel fashion design, l’Europe 40 Under 40® e dal Ministero della Cultura e degli Affari Esteri il titolo di Ambasciatore del Design Italiano. Con Öznur un’accoppiata vincente confermata da 14 premi internazionali e nata alla Biennale di Venezia 2020 col progetto Hole Zero+Timeless Art Sculpture. Pur nella consapevolezza delle potenzialità dell’AI, i loro progetti si basano essenzialmente sull’intelligenza umana, nel parametrico gli algoritmi non agiscono sulla creazione e l’idea dell’uomo. La loro filosofia descrive un ambiente sociale in cui gli utenti sono una forza magnetica attratta da qualcosa di magnetico all’interno di uno spazio, il comportamento umano assume una forma in base al suo ruolo e quello collettivo è principale vettore di circolazione. Nel progetto linee guida e spesso punti di partenza o cardini su cui tornare che descrivono una curva attorno a cui si disegna tutto il resto. Il conceptual interior design della Zhengzhou metro line-7, in costruzione in Cina, fatto in collaborazione con Shenzhen-based Jiang & Associates Design, ne è l’esempio, ma il progetto forse più significativo è il Baobab Luxury Safari Resort, in Africa, evoluzione di quelli con le tende, quindi trasportabile.

Interno dell’unità abitativa del lodge Baobab Luxury Safari Resort, progetto di Mask Architects Srl
Un lodge basato sull’eco-turismo che, a partire dalla forma, concentra un po’ tutto. Gli elementi delle strutture sono sostanzialmente gli stessi ripetuti x volte, fattore che ottimizza i costi e agevola il montaggio, fattibile in 48 ore da tre o quattro operai. La forma è caratterizzata da scelte legate alla tecnologia dei sistemi di eco-sostenibilità, mai utilizzata in un lodge di questo tipo. Nello specifico, quello autoalimentato per ottenere acqua dall’aria attraverso la tecnologia Air to Water, alimentata dall’energia elettrica prodotta tramite una pellicola inserita nelle vetrate, che le trasforma in panelli solari capaci di fornire energia a tutta la casa. In genere finalizzato a una ricerca, il loro campo d’azione va dal design d’orologeria, alle istallazioni artistiche, il design interattivo, medicale, la sostenibilità, i cambiamenti climatici e lo yacht design. Un 60m con propulsione a idrogeno, bello e più leggero possibile che, nella parte bassa dello scafo, ospita i generatori elettrici per la sua produzione, alimentati dalle correnti marine mentre è fermo in rada. Soluzioni intelligenti che non mancano di connotati estetici ed artistici, come le case bianche simili a sculture del progetto Mother Nature, ottenuto con la tecnica costruttiva Exosteel. Abitazioni modulari energeticamente autosufficienti e per cui, primo studio di architettura e design al mondo, hanno utilizzayto un sistema “esoscheletro” in acciaio stampato in 3D, a sostegno e distribuzione degli elementi funzionali della struttura. Essendo “Human and Human rights” i principi ispiratori dello studio, in pandemia hanno creato il dispositivo “I-Breathe-Just” in stampa 3D, che raddoppia la capacità dei ventilatori polmonari. Un progetto di volontariato preso sotto la protezione del governo italiano e depositato per un brevetto da parte dell’Europa e della Turchia

Effetto notturno dei moduli abitativi del progetto Exosteel Mother Nature di Mask Architects Srl
Sistemi di AI per il favoloso Spring-Feast di Chaohu, in Cina. Progettato dallo studio di design multidisciplinare Ippolito Fleitz Group, il ristorante Spring-Feast è stato completato e aperto lo scorso anno, tra due famose sorgenti termali. In un affascinante unicum, le sue linee architettoniche curve definiscono in modo avvolgente spazi e forme, nel pavimento le gradazioni cromatiche del colore della terra attenuano il bagliore del bianco e la luce degli ambienti. Ce ne parla insieme a molto altro Jose Miso Project Director dell’ufficio di Shangai. “Premetto che bisogna stare attenti a non mescolare tecnologie e concetti dell’intelligenza artificiale e degli strumenti di progettazione generativa”, ci dice Jose Miso, “se si dovesse ricoprire un edificio come Spring Feast di pannelli metallici, per risparmiare e non sprecare materiale, bisognerebbe disporre del minor numero possibile di dimensioni diverse. In questo caso, esistono strumenti di progettazione generativa in grado di risolvere il problema e fornire approcci differenti in base ai parametri forniti”.

Il ristorante Spring Feast di Chaohu in Cina, progettato da Ippolito Fleitz Group-Group press

Il verde accompagna gli spazi del ristorante Spring Feast di Chaohu in Cina, progettato da Ippolito Fleitz Group-Group press
Sei d’accordo che la creatività dovrebbe essere una combinazione di scienza, architettura e tecnologia nel campo del design parametrico e cinetico?
Questo campo non ha molta intelligenza artificiale, l’AI applicata alle arti e al design è fiorita lo scorso anno, creando cose al di fuori degli input forniti e con risultati inaspettati. Il sistema di intelligenza artificiale più interessante che sto attualmente utilizzando si chiama Stable diffusion & Mid-journey (simile a Dall-e). Ha la capacità di creare un’immagine che abbia la stessa qualità di un rendering finale utilizzando solo parole e schizzi super basici o fotomontaggi. Per una delle ultime presentazioni, l’uso dell’AI mi ha permesso di proporre in pochi minuti un’idea completamente nuova avuta quella mattina, saltando qualche giorno di lavoro in team, modellazione e rendering. La drastica riduzione del tempo necessario per testare e mostrare nuove idee e concetti, ci consente di evitare che possano essere scartati per mancanza di tempo o risorse. Inoltre, il software consente di aggiungere un po’ di casualità ai risultati, quindi anche di sorprendere con risultati inaspettati, aiutando nel processo creativo.
Non pensi che, soprattutto nel design, l’intelligenza artificiale sia gonfiata da strategie di marketing che generano aspettative esagerate?
Non credo che il mercato abbia capito come l’intelligenza artificiale potrebbe influenzare il futuro della progettazione di architettura o interni. Per ora, ha preso d’assalto il mondo dell’arte digitale, ma ci vorrà del tempo prima che avvenga nella nostra professione. L’arte digitale non deve considerare cose come il costo, la fisica, la funzione. L’applicazione di tale tecnologia per progettare l’architettura può portare il cliente ad aspettative fuorvianti, se il modello non è controllato bene, ma certamente può essere uno strumento potente per vendere il sogno di ciò che è la propria visione del design”.
Una piattaforma, un sito web e i social, le chiavi del successo di Our Future Cities OFC.
Fondata e dirette dallo stratega urbano Rashiq Fataar, Our Future Cities (OFC) è un’organizzazione indipendente senza scopo di lucro di sede in Sud Africa. Una delle principali piattaforme dell’Africa per le città, la sostenibilità urbana e la pianificazione, con oltre 120.000 follower sui social media e un sito web esposto al Guggenheim, al Vitra Museum e al FRAC Centre, entrato nel 2016 tra i primi 20 a livello globale sulla pianificazione urbana. Tutto inizia quando nel 2010 Rashiq avvia Future Cape Town, account di social media su Twitter, nato per stimolare dibattiti più ampi e discussioni sul futuro della città. Poi Future Johannesburg, Lagos e London e la sua trasformazione in Our Future Cities NPO, impegnata in ricerca, processi e programmi attorno all’intersezione tra pianificazione e politica urbana, sviluppo abitativo, spazi pubblici, progettazione, cultura, mobilità, economia e impegno creativo, quindi arte.
In collaborazione col promotore immobiliare Blok, il progetto Sea Point Crossing a Cape Town, ha coinvolto l’artista Al Luke che sull’asfalto dell’attraversamento pedonale ha realizzato l’opera pittorica Recollection, mirata a migliorare la sicurezza dei pedoni, regalando una vivacità e visibilità, che invita a prestare attenzione e rallentare. “In questo lavoro ho cercato di catturare l’istantanea di un luogo che amo” spiega Luke, “attraverso colori e disegni audaci. Non si è trattato solo di dipingere strade, le strade sono gallerie dove l’arte e la vita prendono vigore”. Un simile progetto, costituito da 18 attraversamenti pedonali è stato commissionato dalla City di Londra nell’ambito della campagna turistica “Letʼs Do London”. Altri simili sono stati intrapresi in città come Milano e Washington DC.
“L’intelligenza artificiale apre le porte ad un nuovo mondo di esperienze accoglienti e personalizzate, e rivoluziona il modo in cui le persone interagiscono con l’ambiente”

Donatella Zucca
Giornalista e scenografa