ARTE E NATURA
La connessione eterna tra l’incanto della natura e l’espressione artistica
Nel connubio infinito di colori e forme, ogni elemento del mondo naturale svela un intreccio senza fine volto alla preservazione dell’esistenza. Un universo di colori e forme, dove il fascino e l’armonia legano inseparabilmente arte e natura.
Donatella Zucca
Animali, insetti, piante, erbe e fiori con sembianze talmente seducenti e perfette da dare l’ingannevole illusione che la natura sia un paradiso terrestre. Un Eden fonte d’ispirazione per i creativi di ogni settore, in cui il fattore estetico non è mai fine a sé stesso, così come nell’arte e nel design, oggi sempre più funzionali. Nel mondo animale, quindi anche umano, la bellezza gioca ruoli significativi nella sopravvivenza, avvicinando o allontanando esseri animali e vegetali, contesti e luoghi. Secondo lo psicologo britannico Nicholas Humphrey, persino i messaggi trasmessi dai colori declinano inviti amichevoli di avvicinamento, quelli dei fiori attirano insetti impollinatori, quelli della frutta sono irresistibili per gli uccelli che ne spargeranno il seme. Altri invece, come quelli di certi insetti e funghi pericolosi, giocano un’azione ostile di allontanamento. In un contesto sociale diventano strumento di comunicazione durante il corteggiamento e di aggressività negli scontri. In ogni caso comunque, emozionano, attraggono e trasmettono informazioni.
Sotto certi aspetti sono in linea col pensiero del determinismo, per cui in natura nulla avviene per caso, concetto espresso già alla fine del 400a.C dal filosofo greco Democrito che diceva: “Da tempo infinito assolutamente tutte le cose passate, presenti e future sono governate dalla necessità”. Una teoria sempre più frequentemente applicata in architettura e, in particolare, nell’urbanistica, arricchita da forti interazioni di psicologia e sociologia ambientale. Considerando che, a partire dal design, devono rispondere a esigenze comportamentali sociali e aiutare a gestirne i flussi. Tra le tendenze deterministe, comunque, non mancano i contrasti, per quella sociale è la spinta delle necessità umane la causa della nascita di nuove tecnologie, per quella tecnologica è la tecnologia all’origine dei mutamenti della società. Proprio a questo argomento e ai suoi risvolti, nel 2019 l’Arch. Flavio Manzoni, Senior Vice President del Design Ferrari, ha dedicato la conferenza Creatività e determinismo tecnico. Sta di fatto che natura, arte, architettura e design, oltre ad avere processi somiglianti, seguono strade simili e a volte parallele, integrandosi e accompagnandosi vicendevolmente.
Come dicevamo prima, in natura bellezza e fascino hanno una funzione chiave negli equilibri vitali. La potenza estetica, i colori e i profumi dei fiori attirano pipistrelli, insetti e uccelli impollinatori, la cui azione fecondatrice si somma a quella del vento e di altri animali. In particolare, le api, ghiotte di polline, cruciale per la produzione di miele e propoli, posandosi su piante maschili e femminili, lo trasportano dalle une alle altre, contribuendo alla riproduzione. Per loro, i fiori appaiono avvolti da una luce ultravioletta, che li rende ancora più attraenti, come le immagini del fotografo Craig Burrows che li ha immortalati così come sono visti dalle api. L’ultravioletto, infatti, fa parte dei colori percepiti dalle api, oltre al giallo, il verde, l’azzurro e l’arancione nelle relative gradazioni o sfumature. Ma c’è di più, nel costruire la struttura architettonica dell’alveare, questi laboriosi e mielosi insetti seguono un processo simile a quello degli architetti e designer umani, basato su quelle che saranno le esigenze di chi ci dovrà lavorare e vivere. I favi sono un insieme di celle esagonali, una forma geometrica che permette di risparmiare cera, ovvero materiale da costruzione, e di ottenere il massimo spazio possibile, a seconda dell’uso, di dimensioni e collocazioni diverse nell’alveare.
La coda del pavone e la sua ruota colpiscono per la bellezza dei disegni e i cromatismi che vanno a comporre, all’apparenza strumenti di una danza giocosa. In realtà, quando i pavoni aprono la coda, compiono un rituale ben più complesso che esprime il loro sesso. La coda e le oltre 150 piume del ventaglio del maschio parlano della sua prestanza fisica e di un buon stato di salute. Essenziali per attrarre la femmina, invece dotata di piume meno colorate, numerose e lunghe, di un ventaglio più piccolo usato per la cova e la difesa dei piccoli quindi, come nel maschio, anche per intimorire. Nel mondo vegetale, le piante carnivore possono essere bellissime, la Dionea, forse la più affascinante, col rosso delle sue foglie attrae gli insetti di cui si ciba. Persino le macchie sul manto di ghepardi, leopardi e altri felini delle foreste hanno delle specifiche funzioni, principalmente legate alla loro mimetizzazione.
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La bellezza del mondo vegetale seduce da sempre, negli uomini ispirando pittori, decoratori, scultori e architetti di ogni tempo. Già nel 400aC la colonna corinzia terminava in un capitello avvolto in foglie e fiori d’acanto, più avanti la troviamo nei vetri del rosone delle cattedrali gotiche, elemento distintivo il cui nome parla da solo. La natura è messaggio di perfezione nei quadri del Mantegna, a Clos Lucé, il Giardino di Leonardo da Vinci fu frutto di due anni di ricerche sulla natura stessa, che Leonardo definisce fonte di tutta la vera conoscenza, Caravaggio disse: “Dipingo per ricordare a me stesso la magia dell’equilibrio che regola l’Universo”. Più o meno in tutto il Rinascimento, i doni della terra assumono ruoli importanti e rafforzano il significato delle opere. In epoche meno lontane, furono proprio i fiori, nel loro tripudio di colori, a caratterizzare persino nei tessuti il Liberty e l’Art Nouveau. Il quadro di Gustav Klimt Rose sotto gli alberi, parla del suo amore per le rose, sparse qua e là in ogni sua opera, incluso il famoso “Bacio”. Una passione che accomuna celebri artisti dell’impressionismo e altri grandi come Kandinsky, Paul Klee per cui si dovrebbe aspirare a “qualcosa di simile a ciò che la natura crea: non qualcosa che gli faccia concorrenza, qualcosa che significhi: qui è, come in natura”
Arricchita da una valenza ambientalista, la natura ritorna con forza oggi, per esempio, nelle esperienze multisensoriali fatte di luce, aria e acqua di Olafur Eliasson e nelle installazioni fluttuanti dell’argentino Tomás Saraceno, che s’ispirano ai ragni e alle ragnatele, simbolo delle “reti d’interazione al cui interno ogni essere vivente si evolve insieme agli altri”. Tra queste, la 14 billions, una ragnatela di vedova nera realizzata in stampa 3D e la In Orbit, sviluppata su più livelli nella piazza Ständehaus di Düsseldorf, poi altre all’Hangar Bicocca a Milano e a Palazzo Strozzi a Firenze. L’americana Cynthia Minet, membro di Gyre – The Plastic Ocean, realizza le sue opere combinando la plastica riciclata di rifiuti, recuperati prima del loro arrivo in mare, con l’illuminazione a Led. “Credo che esista un’intelligenza della natura e dell’oceano, come luogo in cui è iniziata la vita”, ci ha detto tempo fa Pam Longobardi, artista, scienziata, archeologa, professoressa di arte alla Georgia State University e autrice di opere fatte con i rifiuti di plastica che ha raccolto negli oceani, nell’ambito del suo The Drifters Project.
VERDE E DESIGN La sinfonia architettonica della natura
Piante e fiori diventano elementi attivi per il benessere, l’estetica e la sostenibilità ambientale. Architetti e paesaggisti integrano la natura nei progetti, ispirati al design biofilico e all’innovazione bioispirata. E la natura, intesa come fonte di ispirazione etica, guida la progettazione verso un futuro rigenerativo.
La centralità dell’uomo, una tecnologia orientata al suo benessere, la bellezza del verde e dei fiori intesa come bene comune capace di educare, sono spesso elementi attivi di complessi architettonici e urbanistici. Una tendenza altalenante, che si ripropone nei secoli con formule diverse e in periodi storici altrettanto diversi, nutrimento dell’anima e del fisico di cui l’uomo non riesce a rinunciare. “A seguito di studi sugli effetti di purificazione dell’aria dei muri verdi”, spiega Patrick Blanc, padre del muro vegetale e ricercatore del Centre National de la Recherche Scientifique, “emerge che il suo maggior beneficio sta nel permettere di riappropriarsi della nostra immagine naturale, attraverso l’armonia e la bellezza”. A questo potremmo aggiungerei una riflessione di Fabio Mazzeo, fondatore di Fabio Mazzeo Architects, intervistato da noi qualche tempo fa: “ Un sostantivo spesso banalizzato come la bellezza può essere un fattore guida, a patto che si sia disposti a studiarne le fondamenta. Non parlo solo di radici storiche e filosofiche, ma di cominciare a comprenderla tendando di capire a cosa serve. La bellezza è certamente un’esperienza estetica e, stante la sua matrice umanistica, dovrebbe essere anche un’opportunità etica”. Oggi architetti e paesaggisti pianificano a livello di progetto l’inserimento del verde in edifici, spazi urbani e strutture con afflussi di persone, attraverso un design che ne riprende le linee, ne facilita la vita e aiuta a goderne. Spesso supportati da tecnologie di AI trasmettono alla bellezza architettonica gli stessi valori di pragmatismo della natura. Il design biofilico integra i suoi principi nelle architetture nel nome della salute e la sostenibilità ambientale, in risposta a una crescente domanda di elementi capaci di generare benessere persino nel caos cittadino, in casa, in ufficio, nelle strutture commerciali e ricettive. Per la società di consulenza ambientale, Terrapin Bright Green, con sede a New York, la vista di un giardino può esaltare la creatività, passeggiare nel parco avere effetti sensoriali curativi e ricollegare le persone con l’ambiente portare a un futuro rigenerativo. Un obiettivo che, attraverso il design biofilico, l’innovazione bioispirata e il design ecologico può diventare realtà. Il settore alberghiero offre esempi eclatanti, per esempio l’Hotel Jakarta di Amsterdam, con le forme biomorfe della reception, arredi e decor ispirati al mondo naturale, spazi che confluiscono tra loro a livello decorativo e funzionale, camere affacciate su una corte/foresta. A Singapore, il grattacielo del ParkRoyal Collection Pickering è un vero organismo vivente, con 15.000 m² di giardini pensili e piante tropicali, terrazze e pareti verdi, piscine e giochi d’acqua. Il suo design riprende il fluttuare del verde, i balconi offrono ombra e luce naturale ai piani bassi, gli spazi comuni hanno giardini percorsi da rinfrescanti fontane e rivoli d’acqua che riducono l’uso di aria condizionata. La pioggia, convogliata in vasche di terra, serve per irrigare o dove non c’è bisogno di acqua potabile e molto altro. Progettato da Ippolito Fleitz Group e ispirato a una leggenda Ming, il ristorante Spring Feast di Chaouh è un altro esempio di architettura che riprende le dinamiche della natura. Situato in una località termale della Cina, tra la confluenza di due sorgenti, declina le linee delle colline e l’andamento delle due sorgenti. All’interno, con una scalinata e un passaggio in discesa verso il salone, tra nicchie, vetrate e linee curve, in un dialogo continuo tra acqua, verde e luce, all’esterno con la terra e le rotondità della collina.
Vino, Arte e Architettura, un connubio tra passato e presente
Tra i settori che traggono linfa vitale dall’arte e dalla natura, spicca il vitivinicolo, per la sua capacità di creare esperienze multisensoriali e culturali uniche.
Oggi, come in passato, sono tanti i mondi che traggono linfa vitale dall’arte e dalla natura, in primis il vitivinicolo, nell’esaltare il prodotto con la loro bellezza, riprendendone le dinamiche nelle cantine e con strutture in cui campagna è parte integrante dell’architettura. Del resto, la cura della vigna e la vinificazione sono da sempre considerate un’arte che segue i ritmi del territorio, il clima e le stagioni. I marchesi Frescobaldi sono da 30 generazioni votati al vino, l’arte e la cultura, oggi con Tiziana Frescobaldi, presidente della Compagnia de Frescobaldi. Una passione che per Marchesi Antinori inizia alla fine del 1300 e, si protrae per 26 generazioni sino ad oggi, con la vicepresidente Alessia Antinori, un’altra affascinante e giovane donna alla guida che ci dice: “Questa tradizione rappresenta una continuità di famiglia e della nostra cultura che ovviamente rafforza il vino, ma sono anche fermamente convinta di quanto vino e arte siano strettamente correlati. Con la Cantina Antinori Chianti Classico abbiamo voluto portare le persone che lavorano per noi a viverlo e, proprio per questo, gli artisti s’innamorano sia del business, che della parte viticola ed enologica. Molti sono colpiti dalla storia, la continuità e l’innovazione, altri sono sedotti dalla natura, alcuni al punto da voler venire a lavorare nella campagna”.
Frescobaldi accompagna e promuove il vino attraverso l’arte, il premio Artisti per Frescobaldi, creato da Tiziana Frescobaldi nella tenuta Castel Giocondo di Montalcino, madre del famoso Brunello, attira artisti internazionali che creano opere e installazioni in sintonia con le cantine e firmano le etichette dei vini più pregiati. Tra queste, l’opera “Cattività” di Gian Maria Tosatti, primo premio 2020, insieme a Andrew Dadson ed Erica Mahinay, autore anche delle etichette per il Brunello 2015, incluse nella Collezione Frescobaldi. “Per ora i visitatori sono per lo più legati al vino, ma c’è anche chi è piacevolmente sorpreso nel trovare opere d’arte in cantina e tornerà a casa col bel ricordo di qualche immagine non solo del vino. L’obiettivo è attrarre un pubblico affascinato anche dal territorio, l’arte e la continuità della nostra storia, di rinnovare quello che abbiamo fatto per secoli”. A tutto questo si aggiungono architetture in sintonia con la campagna, talvolta con ruoli strutturali. Quelle di Antinori Chianti Classico si confondono col territorio e i vigneti di cui sono ricoperte, mentre nelle sue cantine l’arte è parte vibrante dell’insieme. Nella Tenuta Ammiraglia di Frescobaldi, l’esterno è in sintonia col verde e i filari dell’uva, l’interno lo è con le varie sfaccettature del prodotto, persino i soffitti e l’illuminazione delle cantine riprendono il motivo ondeggiante delle botti. Sempre in Toscana potremmo citare i Ricasoli, in Italia, Francia e persino negli States gli esempi sono infiniti e ognuno si distingue con proprie peculiarità. Questo vale anche per altri nostri settori operativi dentro e fuori i confini italiani, come architettura e design, protagonisti del “bello e ben fatto” in ogni parte del mondo.
L’arte e la natura si intrecciano da sempre in un’armonia seducente, rivelando la bellezza della vita e la sua influenza nel design e nell’architettura
Donatella Zucca
Giornalista e scenografa