LIFESTYLE
Artigianato e Lusso: l’alleanza che ridefinisce l’eccellenza
L’artigianato italiano e il lusso si incontrano in una sinergia che combina tradizione e innovazione. Dai mega yacht agli orologi di alta gamma, ogni creazione valorizza il Made in Italy, trasformando l’eccellenza artigianale in un’esperienza di lusso distintiva e raffinata
Donatella Zucca
Fabio Mazzeo Architects è uno studio multidisciplinare che abbraccia ogni sfaccettatura del design, dell’architettura e dell’urbanistica. Il fondatore, Fabio Mazzeo, lo descrive come una “fucina di artisti e artigiani”, anche quando si tratta di progetti avveniristici come il design d’interni del Lakhta Center a San Pietroburgo. Questo grattacielo, alto 462 metri, è certificato per la sua sostenibilità ambientale e ospita la sede di Gazprom, motivo per cui è noto come Gazprom Tower. Dalle Marche, FM Architettura opera ai massimi livelli del mercato del lusso. Negli ultimi 15 anni, ha coinvolto circa 300 realtà artigianali che, da sole o collaborando con altre di paesi lontani, hanno esportato il savoir-faire italiano. Anche Alberto Cavalli ci invita a riflettere sull’eccellenza artigianale italiana, considerandola un valore aggiunto che trasforma la manovalanza in mano-valenza. Data l’internazionalità e l’alto livello delle aziende coinvolte, possiamo definirlo un artigianato senza frontiere. L’artigianato è un elemento chiave del Made in Italy, un fattore magico di crescita nel design, nell’oreficeria, nello yachting, nell’hotellerie, nell’orologeria di lusso e, in particolare, nell’alta moda che, per il patrimonio culturale che trasmette, lo integra nelle sue strategie. Naturalmente, diventa artigianato avanzato attraverso l’innovazione tecnologica e sensibilizzando i giovani al fascino delle arti manuali. Di fronte alla crescente domanda, è evidente il bisogno di formazione dei giovani, che, dai Millennial alla Generazione Z, sono diventati cruciali clienti del lusso. Una fascia di mercato preparata e sensibile, che mette in primo piano la qualità, l’ambiente, la personalizzazione, la storia di un brand e di un prodotto, attratta più dalle esperienze fisiche e sensoriali che dal possesso. Tendenza confermata anche da uno studio di Boston Consulting Group per Altagamma su 10.000 acquirenti di 20 Paesi. In Italia, un mix sinergico di tradizione, innovazione tecnologia e sostenibilità, chiave di volta di una sua possibile futura leadership nel mondo del lusso. Ad oggi dominato dalle performances della Francia, ai primi 4 posti, con in testa LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton SE, Kering SA e Richemont Compagnie Financière Richemont (gioielli, moda, orologi e prêt-a-porter). Seguite dal Made in Italy con 23 top brand nei primi 100, tra cui primeggiano Prada, Moncler e Giorgio Armani. Stranieri e italiani che brillano in campi del top di gamma, sviluppando e dando risalto in vario modo alla propria artigianalità e a quella esterna. Sfide e successi vissuti direttamente o, trasversalmente, tramite collaborazioni e gemellaggi orientati ad aggiungere valore con contenuti all’apparenza lontani dal “Dio Denaro”, ma che alla fine della favola ne generano ancora di più.
Nella nautica l’alta moda, e non solo, sposano il grande yachting, di cui l’Italia esporta il 90%, per i brand un’impagabile occasione di visibilità senza stagioni nei posti più belli ed esclusivi del mondo, per i produttori di aggiungere appeal unici ai propri capolavori. Giorgio Armani collabora con The Italian Sea Group alla creazione di yachts, il cantiere Columbus Yachts ha varato MY Frette in onore del marchio, secondo 43mt della serie Atlantique che fa sfoggio della biancheria Frette Bespoke, aggiungendo lusso al lusso e a sè stesso. Gli studi di architettura e di design, promuovono i vari campi delle loro attività all’unisono, impreziositi dai ruoli chiave del nuovo artigianato. Per Philippe Starck, un matching di architetture interne ed esterne, mobili, lampade, oggetti, arredi, veicoli e yachts come il Motor Yacht A, il 78mt Venus di Steve Jobs e i 143mt del Sailing Yacht A. Lo stesso si potrebbe dire per Zaha Hadid Architects che spazia dagli oggetti, alle architetture di città, porti, grattacieli, torri residenziali, villaggi olimpici, catamarani e super yacht. Per FM Architettura,studio specializzato in interior design residenziali fondato nel 2010 dall’architetto Francesca Muzio, un mosaico di spazi abitativi in architetture uniche sparse nel mondo, di collaborazioni con grandi dell’hotellery come Shangri-La e Mandarin Oriental e di pluripremiati interventi nei mega-yacht.
Fabio Mazzeo Architects è uno studio multidisciplinare che abbraccia ogni sfaccettatura del design, dell’architettura e dell’urbanistica. Il fondatore, Fabio Mazzeo, lo descrive come una “fucina di artisti e artigiani”, anche quando si tratta di progetti avveniristici come il design d’interni del Lakhta Center a San Pietroburgo. Questo grattacielo, alto 462 metri, è certificato per la sua sostenibilità ambientale e ospita la sede di Gazprom, motivo per cui è noto come Gazprom Tower. Dalle Marche, FM Architettura opera ai massimi livelli del mercato del lusso. Negli ultimi 15 anni, ha coinvolto circa 300 realtà artigianali che, da sole o collaborando con altre di paesi lontani, hanno esportato il savoir-faire italiano. Anche Alberto Cavalli ci invita a riflettere sull’eccellenza artigianale italiana, considerandola un valore aggiunto che trasforma la manovalanza in mano-valenza. Data l’internazionalità e l’alto livello delle aziende coinvolte, possiamo definirlo un artigianato senza frontiere. L’artigianato è un elemento chiave del Made in Italy, un fattore magico di crescita nel design, nell’oreficeria, nello yachting, nell’hotellerie, nell’orologeria di lusso e, in particolare, nell’alta moda che, per il patrimonio culturale che trasmette, lo integra nelle sue strategie. Naturalmente, diventa artigianato avanzato attraverso l’innovazione tecnologica e sensibilizzando i giovani al fascino delle arti manuali. Di fronte alla crescente domanda, è evidente il bisogno di formazione dei giovani, che, dai Millennial alla Generazione Z, sono diventati cruciali clienti del lusso. Una fascia di mercato preparata e sensibile, che mette in primo piano la qualità, l’ambiente, la personalizzazione, la storia di un brand e di un prodotto, attratta più dalle esperienze fisiche e sensoriali che dal possesso. Tendenza confermata anche da uno studio di Boston Consulting Group per Altagamma su 10.000 acquirenti di 20 Paesi. In Italia, un mix sinergico di tradizione, innovazione tecnologia e sostenibilità, chiave di volta di una sua possibile futura leadership nel mondo del lusso. Ad oggi dominato dalle performances della Francia, ai primi 4 posti, con in testa LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton SE, Kering SA e Richemont Compagnie Financière Richemont (gioielli, moda, orologi e prêt-a-porter). Seguite dal Made in Italy con 23 top brand nei primi 100, tra cui primeggiano Prada, Moncler e Giorgio Armani. Stranieri e italiani che brillano in campi del top di gamma, sviluppando e dando risalto in vario modo alla propria artigianalità e a quella esterna. Sfide e successi vissuti direttamente o, trasversalmente, tramite collaborazioni e gemellaggi orientati ad aggiungere valore con contenuti all’apparenza lontani dal “Dio Denaro”, ma che alla fine della favola ne generano ancora di più.
Nella nautica l’alta moda, e non solo, sposano il grande yachting, di cui l’Italia esporta il 90%, per i brand un’impagabile occasione di visibilità senza stagioni nei posti più belli ed esclusivi del mondo, per i produttori di aggiungere appeal unici ai propri capolavori. Giorgio Armani collabora con The Italian Sea Group alla creazione di yachts, il cantiere Columbus Yachts ha varato MY Frette in onore del marchio, secondo 43mt della serie Atlantique che fa sfoggio della biancheria Frette Bespoke, aggiungendo lusso al lusso e a sè stesso. Gli studi di architettura e di design, promuovono i vari campi delle loro attività all’unisono, impreziositi dai ruoli chiave del nuovo artigianato. Per Philippe Starck, un matching di architetture interne ed esterne, mobili, lampade, oggetti, arredi, veicoli e yachts come il Motor Yacht A, il 78mt Venus di Steve Jobs e i 143mt del Sailing Yacht A. Lo stesso si potrebbe dire per Zaha Hadid Architects che spazia dagli oggetti, alle architetture di città, porti, grattacieli, torri residenziali, villaggi olimpici, catamarani e super yacht. Per FM Architettura,studio specializzato in interior design residenziali fondato nel 2010 dall’architetto Francesca Muzio, un mosaico di spazi abitativi in architetture uniche sparse nel mondo, di collaborazioni con grandi dell’hotellery come Shangri-La e Mandarin Oriental e di pluripremiati interventi nei mega-yacht.
“La classe non è acqua”, ma sceglie il mare. FM Architettura imbarca savoir faire custom e artigianali sulle regine del mare, con reciproci ritorni d’immagine in giro per il mondo, degni amici dell’industria nautica di cui sono attori chiave delle sue strategie.
La nave da diporto Thunderball, uno yacht total custom di 70mt al varo nel 2026, realizzato e progettato dai cantieri CRN ad Ancona, celebrerà l’abilità di maestranze, operai e artigiani propri ed esterni, fiore all’occhiello del cantiere e del Gruppo Ferretti a cui appartiene. “Il concept interno esprime la cultura del mare tramite un insieme di dettagli”, ci fanno sapere da Ancona, “una combinazione tra eredità storica e look contemporaneo, un mood ispirato al mare che si fonde con l’artigianato d’alto livello, definendo un nuovo stato dell’arte dello yachting”. Ormai una realtà dal 2022, il 52mt CIAO, realizzato con la collaborazione di Massari Design, è qualcosa di speciale a livello di colori, finiture, arredi, tessili in texture customizzate e materiali pregiati. Nel salone del ponte principale, spiccano i pannelli attorno alla tv per il loro decor lavorato a mano con colatura metallica, laccata effetto oro, ripreso poi nell’upper deck. Nella suite armatoriale, una carta da parati realizzata a mano con una tecnica a effetto tridimensionale, con dei dettagli in legno che si intrecciano a fili di cotone, incastonati tra elementi in cuoio. Negli elementi d’arredo dei bagni, laccature a mano a effetto garza di cotone e marmi Bronze Armani. Raffinatezze con forte spirito artigianale e custom che ritroviamo nel 72mt Azteca del 2010, nel 74m Cloud 9 del 2017, nel 62mt Rio del 2022 e via dicendo. Qualcosa di veramente scioccante sotto tutti i profili viene dai cantieri Benetti, col gigayacht di 104mt Luminosity. Un futuristico castello navigante con 6 ponti, 12 suites, 37 membri d’equipaggio, piscina di 30mq, spa, palestra, centro benessere, eli-pista di decollo/atterraggio, opere d’arte, una barca a vela, una Rolls Royce nel garage e molto altro. Un mix che significa collaborazioni e presenza dei massimi brand di una gamma infinita di settori, dalla tecnologia interattiva al trasporto, l’arredamento, l’architettura, l’accoglienza e tantissimo altro. Tra loro, lo studio di interior design Zaniz Jakubowski, che nel portfolio ha abitazioni, spazi commerciali, arredi, resort futuristici, grattacieli come la Trump Tower e ora Luminosity. Una nave a dir poco stupefacente, con 370 mq di panneli che si snodano lungo tutta l’altezza della scala principale, raffiguranti una foresta che vive al passaggio delle persone e, nel salone principale, 264 fiori di magnolia bianche in resina corian, che al passaggio degli ospiti si schiudono a velocità variabili. Poi dettagli che raccontano storie e si ispirano alle opere di grandi artisti come cerchi colorati di Damien Hirst ripresi sul pavimento in pietra calcarea francese del main deck o l’elemento a forma di occhio nella scala principale che richiama per 18mt quello rivoluzionario in legno di Man Ray. Senza contare tutte le sue unicità a livello tecnologico e propulsivo il cui pacchetto è uno dei più avanzati, realizzato dietro coordinamento dell’ufficio tecnico e da player del settore come Caterpillar, Seastema, ABB. Un sistema di climatizzazione e raffreddamento tra i più grandi mai installati all’interno di uno yacht di queste dimensioni, con una capacità di circa 3.000 kW. Poi un altro di recupero del calore residuo in grado di alimentare la barca e risparmiare energia elettrica, il sistema domotico avanzato di Lutron. Tornando all’arte e alla bellezza, nel salone principale e nella lounge le forme si ispirano all’inno alla vita dei collages di Matisse, attraverso una scultura ondulata in acciaio forgiato a mano e lucidato a specchio, che abbraccia enormi bouquets di lampadine in cristallo di Boemia firmati Preciosa Lighting, grande innovatore nel design delle luci. Sui pilastri è inciso l’inizio di Moby Dick di Melville e le maioliche portoghesi di Boca do Lobo raccontano avventure di esploratori del mare. Nel Deck Office dell’armatore, un set di piatti lucidi, concavi e convessi omaggia lo scultore indiano Anish Kapoo. Sempre negli spazi dedicati all’armatore, abbaglia l’idromassaggio Culligan realizzato da un unico blocco di marmo bianco, del tipo usato da Michelangelo per il David. Le suites dell’upper deck sono pervase dalla luminosità surreale di una scultura in onice iraniane raffigurante le fasi lunari, anche questa tagliata da un blocco unico.
Magie e seduzione nell’alta orologeria. Da sempre espressione massima del lusso e dell’esclusività, l’orologeria d’alta gamma riserva una speciale attenzione all’artigianato e ai mestieri di cui è figlio, dando origine a capolavori che celebrano un savoir faire sull’orlo del baratro. I Salons Patek Philippe di Ginevra, hanno messo in scena ad aprile la più ampia collezione di Alto Artigianato della sua Manifattura. Circa 80 segnatempo testimoni di antiche tradizioni artigianali, tra orologi da tasca, da polso e da tavolo, mix di tecnica e creatività. In particolare, lo smalto Cloisonné o Lustro di Bisanzio, il micro-intarsio in legno, l’incisione a mano, la pittura miniata su smalto, e gli smalti dal Paillonné con foglia d’oro al Flinqué o Guilloché. Un mondo cui fa particolarmente onore Van Cleef & Arpels nelle sue collezioni di orologeria, da 135 anni top maison di gioielleria e un‘artigianalità supportata da 1500 artigiani. Per Patek Philippe un modus operandi ripreso nella sua nuova collezione dai pochi esperti ancora capaci di dar vita alle sue espressioni, come d’abitudine per i massimi player, all’esterno e nei meccanismi degli orologi. Tra le arti più espresse in questa fascia preziosa di orologeria, l’Incisione, realizzata con microscopi binoculari ed eseguita sul metallo col bulino, che crea raffinati giochi di luce e, specialmente nelle decorazioni di quadranti, movimenti e casse, una versione detta Guillochage. Poi la Smaltatura, che avviene colando lo smalto in un incavo dove, cotto in forno a più di 800 °C, si fonde col metallo, operazione fatta anche più di 30 volte. Entrato un po’ più recente nel mondo delle ore, l’Intarsio generalmente eseguito su legni di colore naturale. Rendez-vous tra orologeria e alta gioielleria, l’Incastonatura è applicata nella modalità più adatta a movimenti ultrapiatti, nuove leghe e decorazioni di ogni parte dell’orologio, dal quadrante al bracciale, le anse e la lunetta. Altrettanto importante la Scheletratura, ovvero l’arte di togliere le parti metalliche ritenute superflue. Una tecnica nata nel 1760 grazie ad André-Charles Caron che costruì il primo orologio da tasca col ponte del bilanciere lavorato e inciso, ripresa in una forma particolare negli orologi di Richard Mille per una questione estetica e anche di contenimento del peso negli orologi sportivi. Poi da diversi altri come Cartier nel Santos de Cartier Sketeton, da Vacheron Costantin, da Patek Philippe nel Kalatrava Skeleton Ultrapiatto e non solo. Un esempio che riassume buona parte di tutti questi antefatti è la collezione Hybris Artistica di Jaeger-LeCoultre. Per eccellenza meccanica e creatività, dal 1833 player di riferimento mondiale nell’orologeria d’alta gamma e massima espressione del connubio tra Alta Orologeria e Alta Gioielleria. Nel Laboratorio di Decorazione dei Movimenti e nell’Atelier dei Mestieri Rari di Jaeger-LeCoultre, gli artigiani creano oggetti incredibili. Prodotto in qualche decina di esemplari, il Grand Reverso Ultra Thin SQ ha una smaltatura azzurra traslucida sulla sua cassa ultra piatta di oro bianco e internamente un movimento e un sistema di ruotismi decorati a mano, come i ceselli e le incisioni delle pareti. Nei modelli femminili Hybris Artistica Mystérieuse, l’incastonatura a neve ideata e sviluppata in esclusiva dalla Manifattura, consente di scegliere le dimensioni e il posizionamento dei diamanti, contrapponendoli gli uni agli altri sino a ricoprire la base sottostante e creando scintillii simili a miriadi di mini fiocchi di neve. Nel Calibre 179 del Reverso entra in gioco la smussatura, un lavoro di 14 ore solo per la gabbia del Gyrotourbillon e a 360° la scheletratura. Anche per questi speciali brand dell’orologeria trasversalità, gemellaggi e partnership con icone di settori anche molto diversi, contribuiscono ad arricchire la propria immagine e quella degli stakeholder coinvolti, in una reciprocità da cui tutti traggono vantaggi all’unisono. L’architetto Frank Gehry, ideatore della Fondation Louis Vuitton a Parigi e la Louis Vuitton Maison a Seoul, dopo due anni di dialogo con Louis Vuitton ha creato un suo segnatempo di Alta Orologeria, il Frank Gehry’s Tambour Moon Flying Tourbillon, un gioiello di soli 48,3 millimetri di diametro che ha impegnato per più di 250 ore gli artigiani di Louis Vuitton. Hermes crea capolavori con complicazioni che richiedono sino a 5 anni di sviluppo, col maestro orologiaio Jean-Marc Wiederrecht ha dato vita allo Slim d’Hermès L’Heure Impatiente. Chanel con il J12 ha introdotto la cassa in ceramica Dior non è da meno con i suoi orologi gioiello. Rolex è per lo più votato allo sport, sostiene equitazione, golf, tennis, automobilismo e soprattutto la vela. Per esempio, è Orologio Ufficiale della SailGP, la gara di catamarani più veloci al mondo, di quella di monoscafi ad alte prestazioni 52 Super Series e partner di regate d’altura come la Rolex Fastnet Race, la Rolex Sydney Hobart Yacht Race e la Rolex Middle Sea Rac.
La collezione di orologi Jaeger-LeCoultre
FRANCESCA MUZIO Un artigianato cosmopolita
Francesca Muzio, founder di FM Architettura d’Interni, ci racconta come, in 15 anni di attività, il suo studio abbia coinvolto circa 300 realtà artigianali, creando un artigianato senza frontiere.
“Oggi io parlerei di un artigianato che non riguarda solo l’Italia, ma anche altri paesi. In 15 anni d’attività abbiamo coinvolto circa 300 realtà artigianali, molte delle quali nelle Marche e alcune attive anche in settori come moda e lusso, eccellenze che, in particolar modo, sostengono l’artigianato attuale. Il nostro studio lavora in vari settori d’alto livello come hotel, residenze, edifici residenziali e yacht sopra i 60mt. Lo yacht è un ottimo incubatore specialmente nella fascia di quelli di grandissime dimensioni, in grado di sostenere e supportare la sperimentazione. Lavoriamo principalmente con cantieri nord europei come Feadship, Lürssen e altri, oltre a noti produttori italiani di maxi, mega e giga yacht. Nel nostro lavoro di haute couture e designer, la sperimentazione è un processo ciclico, che parte da un’idea da sperimentare in laboratorio, di cui poi si verifica il funzionamento talvolta tornando in laboratorio, dove insieme all’artigiano scaturiscono altre idee che lui stesso sperimenta. In genere, questo accade nel prodotto sartoriale e noi lo facciamo anche nei grandi progetti. La cifra distintiva del nostro studio è questa, un tipo di sperimentazione riscontrabile non solo nella nautica. Attualmente stiamo lavorando in 24 paesi, abbiamo supportato e trovato casualmente i ragazzi di Bottega Intreccio, nel borgo marchigiano di Mogliano, per tradizione centenaria intrecciatori di paglia, mestiere che persino alle Bahamas rientra nella tradizione artigiana locale. Si tratta di processi circolari e ampi.
Ci parli del Mandarin Oriental Etiler a Istanbul.
“In questo caso lavoriamo con artigiani turchi che nelle loro skills hanno i tappeti e certe lavorazione di stoffe. Sussistono competenze trasversali e contaminazioni che, un po’ come per le api, andando in laboratorio si contaminano facendo creare cose uniche. La nostra cifra stilistica non è restare alla scrivania o al computer ma muoverci, per lo più all’interno del territorio, ma tenendo gli occhi aperti anche altrove. Nelle Filippine, dove abbiamo vari progetti aperti, tra cui grattacieli e torri residenziali, stiamo vivendo l’incontro con un artigianato fecondo, sia nei laboratori a Manila, che in quelli di alcune isole. Il nostro modo sartoriale di lavorare con l’artigianalità, oltre a valorizzare e valutare il territorio, ci permette di notare una sua evoluzione in altri paesi. Senza andare toppo lontano, la Francia con Art et Métier. Noi al momento, stiamo cercando di sostenere un artigianato definibile 4.0 nelle scuole, giovani che lavorano con tecniche antiche utilizzando mezzi moderni di comunicazione. Questo permette di effettuare verifiche tramite video-call, di recente, un nostro gruppo era in un laboratorio per l’approvazione del prototipo di una sedia che noi abbiamo controllata insieme a loro da remoto. La bottega artigianale non è più distaccata dal mondo, va pensata parte di una rete connessa ad altri punti importanti, come designer e aziende che valorizzano ed espandono l’artigianato del territorio esportandone le capacità. I nostri artigiani stanno lavorando a delle creazioni per una residenza ad Aspen che, tramite la rete di logistica, porteremo là. Oggi è necessaria una nuova visione che punti a valorizzare la tradizione in un’ottica di lungo raggio.
È vero che di fronte al nuovo artigianato il committente è disposto a spendere di più?
No, le persone più ricche sono le più attente nell’investire denaro. Il promotore è il senso del bello e la sua ricerca. Si ama vivere, godere di qualcosa che regali un’esperienza, essere circondati dalla bellezza, di un tipo di comfort che deriva dal disegnare una cosa come fosse sul corpo. Se qualche anno fa la massima attrazione era il brand oggi, specialmente nelle generazioni più giovani, si compra per la sua storia e per quella del prodotto, le sue buone qualità, le esperienze fisiche ed emotive che è capace di dare. Anche nel design le cose sono cambiate, il suo ruolo sociale nel donare valore aggiunto alla qualità della vita supera quello del disegno stilistico, pur mantenendo indispensabili alti livelli di bellezza”.
L’artigianato è un elemento chiave del Made in Italy, un fattore magico di crescita nel design, nell’oreficeria, nello yachting, nell’hotellerie, nell’orologeria di lusso e nell’alta moda
Donatella Zucca
Giornalista e scenografa