HOSPITALITY & DESIGN
I migliori alberghi del mondo ispirati al design biofilico
Coinvolgenti, eco-friendly, immersi nella natura. Sono gli hotel più trendy del momento che, sin dalla loro fase progettuale, puntano al rispetto dell’ambiente e all’inclusione del territorio. Con l’obiettivo di creare esperienze indimenticabili che abbiano benefici effetti sulla salute fisica e psichica dei loro ospiti.
Donatella Zucca
Secondo un indagine di Deloitte e Aiceo, l’Associazione Italiana dei Ceo, la maggioranza dei turisti italiani è disposta a spendere di più pur di viaggiare in modo sostenibile, pensa che le strutture con certificazioni verdi dovrebbero essere segnalate meglio e sarebbe favorevole alla creazione di un apposito portale. Un segnale forte di questa propensione viene dal turismo en plein air , che chiude il 2022 con un +8% e una domanda superiore a quella del 2019, incentivata da una maggior attenzione alla sostenibilità, specialmente da parte dei Millenials e la generazione Z. Nel mondo, un’attenzione sempre più diffusa, ma percepita in modi diversi e non sempre strutturati da albeghi e resort che, per ignoranza o solo per promuoversi, adottano il termine Bio anche se dispongono solo di un’area verde o attuano attenzioni isolate. Ricordo di aver dormito in un agriturismo bio che, per le pulizie, faceva largo uso di detersivi non eco-friendly e coltivava in un terreno sovrastante trattato con concimi inquinanti.
Antesignani e maestri nell’applicazione di politiche ambientali nel settore alberghiero, sono stati gli hotel della Canadian Pacific Hotels & Resorts, una catena di strutture storiche di gran lusso, sparse lungo il percorso coast to coast della Canadian Pacific Railway, poi passata a Fairmont Hotels Resorts (Gruppo Accor) che ne continua il discorso. Si chiamava The CPH&R Green Partnership Guide, la loro guida scritta da Warner Troyer all’inizio degli anni Novanta e concepita per aiutare gli alberghi nell’applicazione di quanto andava fatto per mettere in atto la loro mission di eco-compatibilità. Il primo dei suoi 12 capitoli erano le famose tre R – Reduce, Reuse, Recycle e, a seguire, anche una vasta parte rivolta al design progettuale, dell’arredamento e degli stessi arredi. Una vera impresa, se si considera che gli alberghi della catena sono imponenti vestigia di tempi gloriosi della fine del 1800, come il Banff Springs Hotel in Alberta, Château Frontenac a Quebec City, Château Laurier a Ottawa, giusto per fare qualche esempio. La guida portò a risultati incredibili dal punto di vista ambientale, economico, di supporto al personale, di gradimento per i clienti e di ricaduta sul territorio, diventando una pietra miliare e per anni un punto di riferimento non solo in campo alberghiero.

Hotel Toronto – Flora Lounge
Un discorso sposato da The World Travel & Tourism Council (WTTC) e la Sustainable Hospitality Alliance, insieme impegnati in iniziative orientate alla riduzione degli impatti negativi dell’industria dell’ospitalità, come il manuale Sustainable Siting, Construction and Design, che fa un’analisi dello sviluppo verde dell’albergo e dà suggerimenti pratici a progettisti, investitori, proprietari, sviluppatori e architetti. Non cosa da poco, visto che solo i soci onorari della Sustainable Hospitality Alliance rappresentano per numero di camere il 35% del settore mondiale e gruppi leader come Accor, Hilton, Hyatt, Four Seasons, Marriot etc, oltre a realtà regionali e internazionali di ogni dimensione. Un cosmo in cui il design biofilico, di cui oggi si parla sempre più, assume ruoli chiave nonostante, pur essendo maggiormente strutturato rispetto a interventi isolati di molte strutture definite bio, non sia di semplice applicazione. Il biofilico, infatti, non si limita a richiamare elementi naturali, ma integra i suoi principi nell’architettura, non crea solo esperienze di gradevolezza ma, secondo comprovati studi medici, di benessere fisico e psichico. L’hub MEM, acronimo di Mind Emotion Movement, tre elementi da declinare insieme, organizza corsi di Biophilic Design – Psicologia Ambientale e Architettonica finalizzati a supportare la progettazione di spazi e forme capaci di generare esperienze sensoriali di benessere, in quanto favoriscono il rilascio di dopamina. L’ormone prodotto dal cervello quando cala lo stress, non a caso biofilia significa “amore per la vita” quindi per la natura e gli esseri viventi, incluso l’uomo.

Hotel Toronto – Lobby – Parete e parquet in legno riciclato proveniente dallo smantellamento di un fienile
Già negli anni ’80, il biologo Edward Wilson immaginò che avessimo geneticamente bisogno di entrare in armonia con la natura, ma fu il professore di ecologia sociale Stephen R. Keller a creare il termine “design biofilico” per esprimere la sua connessione in ambienti artificiali. Una liaison che, soprattutto nelle grandi città, influisce positivamente sui ritmi di vita e in genere si esprime visivamente con la presenza di elementi e materiali naturali come acqua, piante, fiori, luce del sole etc o con disegni, colori, immagini, panorami che vi fanno riferimento. La parte più evidente di un processo ben più complesso iniziato a partire dalla fase di progettazione delle strutture e prima ancora di scelta della loro location, per poi continuare in ogni minimo particolare esterno ed interno, nell’arredamento, negli arredi e la loro disposizione. Negli alberghi, dalle sale alle cucine, tenendo conto della logistica e delle funzioni di ogni loro attività, sia dal punto di vista dell’ospite che di chi ci lavora, delle forniture e dei fornitori, dei prodotti e dei produttori. Uno di più importanti elementi della parte architettonica è l’illuminazione naturale, attraverso grandi finestre, pareti e persino tetti di vetro, che avvicinano l’ambiente interno ai cieli, i panorami e la natura esterna. Secondo gli esperti, questo tipo di design supporta la funzione cognitiva, la salute fisica e psicologica, con l’effetto di migliorare la produttività, l’apprendimento e persino la ripresa dalle malattie. In quanto strutture d’accoglienza e benessere, va da se che alberghi, resort e Spa tendano ad abbracciare il concetto di biofilia, e ne sviluppino il design in sinergia con la sostenibilità ambientale. Quanto l’uno non possa prescindere dall’altro risulta evidente, da un po’ di tempo sono in molti a volerlo fare o a credere di farlo, decisamente meno quelli che lo fanno nel modo giusto.
Tra i primi della classe, il Lefay Resort & SPA Lago Di Garda, in Italia l’unico vincitore del “Green Good Design Award” nella categoria “Green Architecture”, conferito da nomi di spicco del design, cui s’aggiunge la certificazione ambientale ISO 14001, il fatto di essere nel Sud Europa la prima struttura turistica del settore ad aver ottenuto il Green Globe e molto altro. Dalla sua nascita nel 2008 a oggi sono più di un centinaio i riconoscimenti nazionali e internazionali ricevuti. Step vincenti di un percorso mirato a regalare ai clienti un soggiorno carbon free, iniziato nel 2011 con un accordo col Ministero dell’Ambiente, teso a promuovere progetti di gestione e diminuzione delle emissioni di CO2 nel settore turistico e nelle proprie attività; dal 2014, compensando le poche emissioni prodotte annualmente con l’acquisto di Credit Cers. Improntato a un principio di integrazione morfologica, il Resort sorge nella “Riviera dei Limoni”, una collina del Parco Naturale dell’Alto Garda, cui si ispira e si integra al punto da non essere quasi visibile. Un verde vivente ricopre i tetti delle camere, l’inserimento orizzontale di singole strutture, lungo le balze collinari, ha un minimo impatto visivo e contribuisce all’isolamento termico, l’orientamento a Sud delle finestre della Spa e delle stanze protegge dal freddo in inverno e sistemi di ombreggiatura mobile dal caldo estivo.

La piscina a sfioro del Lefay Resort & SPA Lago Di Garda
Negli interni delle 96 suites e delle parti comuni, materiali naturali del territorio come l’ulivo del Garda, noce nazionale, marmo rosso di Verona, cotone privo di trattamenti chimici in tutti i tessuti, a partire dalla biancheria, vernici ad acqua alle pareti e via dicendo. Importanti e all’avanguardia gli interventi per il risparmio idrico ed energetico, ottenuti mettendo in pratica accorgimenti e tecnologie di ultima generazione. Una centrale a biomassa permette di coprire il 70% della sua domanda energetica, generando risparmio annuo di circa 220.000 litri di gasolio e una forte riduzione di emissioni di Co2. Il software gestionale permette di ridurre i livelli d’illuminazione artificiale, il risparmio d’acqua è gestito da un impianto idrico calibrato, cui s’aggiunge una gestione oculata delle lavanderie, il recupero e utilizzo di quella meteorica per l’irrigazione. Tutto questo e non solo, senza inficiare minimamente il comfort, la qualità, le funzioni e il fascino del Resort. In questo caso però si tratta di una collocazione di per se molto privilegiata, non penalizzata dai ritmi frenetici delle metropoli e da urbanismi che tendono a incasellare l’uomo in strutture sotto tutti i punti di vista lontane dalla natura, sia vegetale che dell’uomo. Per tali contesti, il design biofilico diventa un attore importante, se non indispensabile, come succede nei più moderni studi di design e architettura in qualsiasi tipo di progetto debbano affrontare. Indipendentemente dal fatto che si tratti di strutture in città, al mare, in montagna o in campagna, sempre più attenti a creare spazi salutari gradevolmente connessi alla natura. È provato che, adottato in alberghi, resort e Spa, questo tipo di design permette di raggiungere livelli di gradimento quasi doppi rispetto agli altri, performance che, come l’eco-compatibilità, producono interessanti, o meglio, irresistibili i risvolti di business e, se applicato scrupolosamente, anche di risparmio. Elementi alla base del suo attuale e generalizzato sviluppo, probabilmente più ancora della loro mission verde.

Lefay Resort & SPA Lago Di Garda, piscina e prato della Royal Suite

Lefay Resort & SPA Lago Di Garda, lungo le balze collinari della Riviera dei Limoni

Lefay Resort & SPA Lago Di Garda – Royal Suite Master. Come in tutte le camere biancheria in cotone biologico

Lefay Resort & SPA Lago Di Garda – Exclusive Suite. Finestre a parete e materiali naturali del territorio
Nelle grandi città del mondo, spicca il ParkRoyal Collection Pickering Singapore, un hotel a 5 stelle il cui progetto ha ottenuto la Green Mark Platinum, massima certificazione ambientale della nazione, e il SGBC-BCA Sustainability Leadership Awards 2019 – Design Award. Pensato e disegnato dallo studio di architetti Woha per essere un albergo in un giardino, nonostante si trovi nel centro di Singapore, tra il quartiere degli affari e Chinatown. Il suo impatto visivo sconvolge per le lussureggianti pareti verdi, i giochi d’acqua e soprattutto per le spettacolose terrazze che compongono 15,000mq di giardini a più livelli, quasi il doppio dell’area verde che lo circonda. Un giardino tropicale con 50 diverse qualità di piante, frutto di un progetto che vuole dimostrare come si possa, in un palazzo cittadino a più piani, non solo conservare il verde, ma moltiplicarlo in modo architettonicamente integrato e sostenibile. L’hotel si spira all’adiacente Hong Lim Park, alle terrazze di coltivazione del riso e ai paesaggi naturali, e linee dell’architettura accompagnano questa sua esplosione di vegetazione dall’andamento ondulato e stratificato. Una giungla urbana fatta di vari tipi di palme, fitti insiemi di piante esotiche a foglie larghe, felci Mondograss, Alocasia ed Euterpe Palms nemiche dei parassiti e provvidenziali per la manutenzione. Combinazioni preziose per la qualità dell’aria e l’isolamento termico, irrigate con acqua e sostanze nutritive costanti e controllate, grazie a sistemi di raccolta della pioggia, autoirrigazione e fertirrigazione in ogni area di semina. Un altro fiore all’occhiello sono i corridoi ventilati naturalmente, un sistema di trattamento dei rifiuti alimentari, che li converte in acque grigie scaricate nelle reflue, evitando il ricorso alle discariche. Sul tetto, 262 pannelli solari generano energia rinnovabile, la ridotta profondità dell’edificio massimizza la quantità di luce diurna negli spazi interni e ogni funzione è supportata da un design dedicato, pensato progettualmente.

Hotel ParkRoyal Collection Pickering Singapore, area piscina

Hotel ParkRoyal Collection Pickering Singapore, le linee architettiniche riprendono il fluttuare della vegetazione

Hotel ParkRoyal Collection Pickering Singapore

Hotel ParkRoyal Collection Pickering Singapore, vista della piscina dai piani alti

La giungla dell’hotel ParkRoyal Collection Pickering Singapore

Hotel Toronto – La piscina
In Canada, e precisamente a Toronto in Ontario, lo 1Hotel di Rockwell Group si connota come primo hotel mission-driven del Paese, orientato ad avere un impatto significativo nel modo di viaggiare, mangiare, vivere e lavorare. Un’oasi urbana di lusso ispirata alla natura al 550 di Wellington Street West, nel centro città, che celebra la bellezza sviluppando il meglio del design e dell’architettura sostenibile. Obiettivo raggiunto attraverso rigorosi design biofilici, frutto della collaborazione con lo studio di architettura e design di Rockwell Group e la gestione del progetto di Athen’s Group, riferimento a livello mondiale per le strutture d’accoglienza d’alto livello eco-friendly. Il risultato, un albergo che riflette le sfumature di colore del lago Ontario e della natura nei suoi cambi di stagione, dove le camere fanno pensare a una fuga ristoratrice al lago, i tappeti del corridoio alla sabbia delle sue rive, la luce e la vista delle finestre a parete, di essere fuori. Il legame col territorio e la città è forte ed espresso dall’operato di artigiani, artisti e chef locali, il riutilizzo di materiali strutturali e di recupero del posto, legni provenienti da piante autoctone e tanto altro. L’orto regala frutta e verdura alle cucine, come il giardino e il resto del verde (più di 3.300 piante), coltivati con un compost ottenuto dai resti di cibo e bevande dell’albergo che, in sintonia con la mission della città, mira a togliere l’80% dei rifiuti dalle discariche. Ogni materiale organico e inorganico viene riciclato, e tutto nel rispetto delle tre R. Va da sè, che in un contesto così eco-friendly, ogni dettaglio del design debba essere in sintonia con la vita, la natura e i suoi ritmi, senza nulla lasciare al caso.

Hotel Toronto -Suite City Lounge King
Materiali locali e di altre parti dell’Ontario per la realizzazione di arredi e oggetti, sono scelti in modo mirato sin da progetto. La pietra del caminetto della hall e del muro dietro la reception viene da un fiume poco distante, gli scaffali e i pavimenti in legno d’olmo della hall e i corridoi delle camere, dallo smantellamento di un fienile, oltre 1000 pezzi d’arredo sono fatti con legni di alberi caduti in città. L’entrata accoglie un’opera di design floreale firmata da Lauren Wilson, fatta di verde, muschio e fiori raccolti in varie parti dell’Ontario.
Secondo gli esperti, il design biofilico supporta la funzione cognitiva, la salute fisica e psicologica, con l’effetto di migliorare la produttività, l’apprendimento e persino la ripresa dalle malattie.

Donatella Zucca
Giornalista e scenografa