ARTE CONTEMPORANEA
MAGIE INVERNALI L’Arte della scultura sul ghiaccio
Dall’Alaska all’Europa, passando per le Filippine e la Cina, artisti internazionali si sfidano nella scultura su ghiaccio, unendo tradizioni millenarie e innovazione. Ogni evento diventa un teatro dove il freddo è il protagonista e il ghiaccio la tela su cui scolpire capolavori effimeri.
Donatella Zucca
In regioni dove il clima è più freddo, l’arte prende forma durante i mesi invernali meno severi e più soleggiati, celebrando l’arrivo del nuovo anno e del Natale. Queste narrazioni artistiche sono particolarmente vivide in Europa e in Italia, dove evocano immagini di slitte piene di doni che scivolano attraverso le foreste innevate della Lapponia. A livello internazionale, i festival e gli eventi più significativi dedicati a questa forma d’arte si concentrano nell’emisfero settentrionale, caratterizzato da inverni intensi e da una lunga tradizione in questo ambito, attirando scultori di fama mondiale. Questa passione universale per la scultura si manifesta in forme diverse, evolvendo dalla lavorazione del legno, tipica dei mesi caldi, a intricate sculture su tronchi d’albero o costruzioni con sabbia umida. Originari di Paete, una piccola città nelle Filippine nota per la sua maestria nella lavorazione del legno, alcuni artisti estendono il loro talento al ghiaccio, lavorandolo su navi da crociera e in hotel di lusso. Oltre a questo, ogni anno, nell’ultima settimana di luglio, celebrano il loro patrimonio culturale attraverso una competizione che vede la partecipazione di circa 50 giovani locali, mettendo in mostra le loro abilità scultoree. A Rio Cuarto, provincia di Cordoba, in Argentina, dal 2015 ha luogo il Festival del Ghiaccio Roca Minus Zero. Anni fa, gli scultori irlandesi si sono cimentati all’International Ice Sculpture Festival di Jelgava, Lettonia.
Ogni anno, tra fine novembre e gennaio in Belgio, Bruges attira artisti di tutto il mondo all’International Ice Sculpture Festival, che lavorano in tende speciali enormi quantità di ghiaccio appositamente inviato in loco. Gli scultori francesi ogni anno partecipano ai Campionati mondiali di Fairbanks in Alaska, alla fine del XIX secolo, lo chef Auguste Escoffier appoggiò una sorta di primordiale pesca melba tra le ali di un cigno scolpito nel ghiaccio. L’Italia sceglie Selva di Val Gardena e Ortisei per esposizioni e competizioni con la neve e il ghiaccio. La Svezia, famosa per il suo Icehotel, dal 2009 ha un suo festival chiamato ISSTJÄRNAN sul lago Sörälgen, ogni mese a febbraio. Anche al Gorky Park di Mosca, a Salekhard e in altre città della Russia, si tengono competizioni annuali e diversi i russi si fregiano di medaglie ai Campionati mondiali, tra loro Vladimir Zhikhartsev, Sergey Loginov e Vitaliy Lednev. Dal Giappone, regina di quest’arte sin dagli anni ’30, qualcosa d’incredibile, nell’isola Hokkaidō, squadre di scultori si sfidano durante il carnevale invernale con creazioni alte come edifici, un altro simile evento è ad Asahikawa nella stessa isola. Tra gli scultori, Yukio Matsuo e Mitsuo Shimizu autori di libri sul tema, Junichi Nakamura, vincitore di titoli mondiali, e altri molto noti.
Il Canada, aiutato dalle fredde temperature, offre l’imbarazzo della scelta,Quebec City organizza ogni anno un festival di sculture su ghiaccio durante il Carnevale invernale, pare bellissimo. A Lake Louise, nel Banff National Park, i tre giorni dell’Ice Magic verso fine gennaio, che hanno luogo all’ombra del ghiacciaio del monte Victoria. Una sfida tra dodici squadre di tre scultori che devono realizzare le loro opere in tre giorni, lavorando blocchi di ghiaccio di 300 libbre ciascuno. Poi il Deep Freeze Festival di Edmonton, in Alberta, nel 2013 sul tema “Il selvaggio West” e la gara internazionale Crystal Garden durante il Festival Winterlude di Ottawa. A Kingston, Ontario, le nevi del FebFest, nel Confederation Park, sono il materiale da costruzione di veri forti e molto altro. La Cina fa una parte importante col Festival internazionale delle sculture di ghiaccio e neve di Harbin, negli anni diventato uno degli eventi più importanti al mondo, così come l’International Ice Sculpture Masters competition a Nantong. Il primato però va al World Ice Art Championships di Fairbanks, in Alaska, tra l’ultima settimana di febbraio e la prima di marzo, con più di 100 scultori provenienti da 30 paesi e decine di migliaia di spettatori: nel 2004 erano 48.000. Suddiviso nelle categorie Single Block e Multi-Block, in ognuna di loro si affrontano tematiche astratte e realistiche. Nella prima, team di un massimo di due persone lavorano su un blocco di ghiaccio dell’Alaska di circa 3.500 kg. Nella seconda, gruppi di quattro persone ciascuno scolpiscono su diversi blocchi di circa 2.000 kg l’uno, in tutte e due si possono usare utensili elettrici e impalcature, nella Multi-Block Classic, anche attrezzature pesanti. Nel 2025, la Single Block sarà dal 27 febbraio al primo marzo e la Double Block dal 22 febbraio al 24. Campione assoluto di Fairbanks e premiato in molti dei più importanti eventi in giro per il mondo, è Roger Wing, intagliatore del legno, scultore del ghiaccio, della neve e della sabbia e incluso nella famiglia dei grandi artisti internazionali.
ROGER WING Maestro del ghiaccio e del marmo
Dalla California a Carrara, Roger Wing esplora il legame tra l’arte duratura e quella effimera. Tra ghiaccio, legno, pietra e marmo, un viaggio artistico globale, dai Campionati del Mondo di Fairbanks alle sculture tradizionali giapponesi
Per cinque volte ha scolpito ghiaccio a Fairbanks, più volte in Cina, in Finlandia, Polonia e Germania. Il suo curriculum artistico inizia da studente intagliando il legno alla Università Santa Cruz della California e in Giappone dove studia la loro tradizione di tagliatori. Nello Zimbabwe fa i primi passi nell’intaglio della pietra e a Carrara nel 2000 dallo scultore Manuel Neri, col marmo a Carrara, nel 1997 studia alla Pennsylvania Academy of Fine Arts di Filadelfia, dove tuttora vive. Sculture durature su pietre, legno e alberi viventi, e una sorta di arte effimera col ghiaccio, la neve e la sabbia, come la vita mutevoli e, soprattutto nel ghiaccio, incomparabile espressione del sogno. Da una parte una stabile concretezza dall’altra la fugacità, difficile capire quale sia il legame tra le due e i suoi stati d’animo.“Il legno è il mio materiale principale”, ci dice Roger Wing dagli States. “Amo creare arte con la calda sostanza un tempo viva degli alberi, ma il mio lavoro su di lui è informato dalle esperienze con altri materiali. La pietra è resistente e preziosa, richiede molto tempo, sforzi e spesa, ghiaccio, neve e sabbia sono abbondanti e usati per creare grandi sculture temporanee, ma da entrambe le estremità dello spettro ricevo lezioni eccellenti. Scolpire la pietra mi insegna il valore della pazienza e della perseveranza, premiandomi con una bellezza duratura. Con materiali di breve vita come il ghiaccio, sono importanti un buon design, una pianificazione attenta, un’esecuzione rapida, spesso diventando il mezzo che concretizza idee pensate per le famiglie. Le sue sculture possono essere spensierate, divertenti e audaci, oltre che sperimentali, fresche ed emozionanti, libere da secoli di storia dell’arte e le aspettative della tradizione. Spesso eseguite di fronte al pubblico, incorporano elementi di collaborazione e performance. Il legno per me è da qualche parte nel mezzo, non troppo duro, non troppo morbido, preso sul serio può annoverarsi nel regno delle belle arti. Personalmente amo collocarmi tra le nozioni di alta arte e artigianato, confondendone le distinzioni. Del legno mi piace la mutevolezza, si deteriora, si screpola e può decadere, pur essendo molto più permanente del ghiaccio o la neve, un suo intaglio è più vulnerabile ed effimero della pietra. Simile ai nostri corpi, resistenti e in grado di sopravvivere a molto, ma destinati a tornare da dove siamo venuti.
Nella scelta del ghiaccio, sei stato influenzato anche dalla tradizione giapponese in questo campo?
“In ogni nuova impresa, produzione di automobili, elettronica, animazione, i giapponesi innovano e migliorano ciò che è venuto prima. Questo vale anche per l’intaglio del ghiaccio. L’influenza degli scultori di ghiaccio giapponesi, dei loro strumenti e approcci tecnici, è stata avvertita e adottata da intagliatori di tutto il mondo. Piccole smerigliatrici elettriche portatili fanno parte dell’arsenale di strumenti di ognuno di loro e quelle giapponesi spesso stabiliscono lo standard. Un segno distintivo della loro tecnica è l’uso di modelli di carta per ingrandire e trasferire i disegni sul ghiaccio, diffuso nella comunità di intagliatori globali attraverso grandi eventi internazionali come Ice Alaska”.
Manuel John Neri Jr, Carrara e marmo di Carrara, puoi raccontarci di questa tua esperienza e i suoi possibili collegamenti con le sculture di ghiaccio?
“Sono stato molto fortunato a trascorrere due estati a scolpire marmo a Carrara nello studio dello scultore californiano Manuel Neri. Farlo sulla pietra bianca pura dei maestri antichi e rinascimentali è il sogno di ogni scultore. Io non faccio eccezione. È stato un momento clou della mia formazione visitare così tanti laboratori tradizionali e gli studi di singoli scultori di tutto il mondo. Il marmo è il mezzo scultoreo per eccellenza: puro, reattivo, articolato e nutrito dalla luce del sole Mediterraneo. Abbastanza forte da creare templi e cattedrali durate secoli e anche capace di riprodurre il tatto e la tenerezza della carne. Il marmo mi ha completamente stregato, tanto quanto Manuel Neri, il grande mentore che mi ha insegnato, senza mai dire cosa fare o come fare. Nella libertà assoluta di fare i miei errori e imparare dalla pietra stessa, cercando mie risposte alle domande che si presentavano, anche mettendo in discussione altri scultori o innovando da solo. Questa esperienza mi ha dato sicurezza e desiderio di incontrare artisti di tutto il mondo”.
Hai scolpito diverse volte ai Campionati del mondo di Fairbanks, in Alaska, poi in Cina, Finlandia, Polonia e Germania.A quale paese ti senti più legato?
“Li amo tutti. La prima visita in un paese è sempre speciale, tutto è nuovo e spesso inaspettato. Quest’anno sono stato invitato a scolpire al primo festival internazionale di sculture su ghiaccio della Mongolia e sono rimasto incantato dalla sua gente, dal loro legame con la terra e gli animali. La sua lontananza, la storia, la cultura e il fatto che pochi occidentali ci siano andati, l’hanno resa un’esperienza eccezionale, oltre ad aver potuto scolpire in libertà insieme ad artisti provenienti da Cina e Russia, senza essere distratto da tensioni politiche o paranoia”.
Parteciperai ai Campionati mondiali di arte su ghiaccio del 2025?
“Al momento non ho intenzione di partecipare ai prossimi eventi Ice Alaska. Ho inviato domande per altri eventi invernali e aspetto le loro risposte, di solito questi viaggi si realizzano in modo molto spontaneo: un invito dell’ultimo minuto. Qualcuno si ritira o un finanziamento governativo che offre un’opportunità per la prima volta. Vorrei poter dire sempre “sì”, l’accettazione mi ha regalato tante avventure incredibili in giro per il mondo.
In Alaska preferisci la competizione Multi Block, Double block o Single block?
“Andare fin là è un lungo viaggio, quindi cerco di fare tutto il possibile partecipando sia agli eventi single che multi-block”.
Quali sono le prerogative che li distinguono e perchè?
“Per me, la Single-Block è più concentrata e rilassata, più simile alle mie esperienze di scultura su pietra o legno. La scala è ampia ma non schiacciante e la velocità è un fattore, come anche la forma e il design. La Multi-Block è un vero manicomio. Squadre di quattro persone devono coordinarsi con una precisione militare, la scala è immensa, spesso i pezzi mostrano più elementi in combinazioni dinamiche e vengono creati interi tableau. In questo caso, il ghiaccio diventa una forma d’arte a sé stante, che non imita altre forme di scultura e può rompere i limiti dell’immaginazione. Gli enormi blocchi naturali dell’Alaska hanno un loro colore, una chiarezza che va vista per essere creduta, perché incarnano in modo unico lo spirito di una natura selvaggia e remota”.
Tra le sculture di neve e ghiaccio nell’incanto della Val Gardena
Ogni inverno, la Val Gardena si trasforma in un laboratorio artistico a cielo aperto, ospitando due prestigiosi eventi di scultura su neve e ghiaccio. Tra dicembre e gennaio, artisti locali e internazionali celebrano la ricca tradizione di intaglio del legno e l’ arte etera delle sculture ghiacciate.
n Val Gardena, l’arte di scolpire neve e ghiaccio offre ogni anno due eventi tra dicembre e gennaio, questo inverno dal 27 al 30 dicembre 2024 il Concorso di Sculture sulla Neve a Selva e dal 20 al 25 gennaio 2025 la realizzazione di sculture di ghiaccio a Ortisei. Di fatto però, la Val Gardena è famosa per l’intaglio del legno, sin dal 1600 una tradizione dei mesi invernali, tramandata poi da maestri artigiani e oggi rappresentata dall’Associazione UNIKA .A Selva il concorso è alla 28esima edizione e partecipata per lo più da valligiani che normalmente scolpiscono il legno, ma all’occasione realizzano a mano le loro opere da grandi blocchi di neve, questa volta sul tema della musica. Sfruttando il freddo, a fine gennaio saranno esposte a Ortisei enormi figure di ghiaccio ispirate al “Trenino della Val Gardena”, in una mostra a cielo aperto nell’area pedonale, create da grossi blocchi di ghiaccio usando martelli, scalpelli e motoseghe.
Cresciuto a Selva Val Gardena in una famiglia di scultori e specializzato nell’intaglio del legno, appreso per la prima volta al liceo artistico “Cademia” di Ortisei, dove insegna scultura, il ventisettenne Patrick Senoner ci parla delle sue esperienze con la neve, premiate con più che meritati riconoscimenti. “Fin da piccolo sono stato affascinato dalle sculture di neve. Mi ha sempre stupito come, con un elemento così semplice e perfetto, fosse possibile realizzare un’ampia varietà di creazioni: da una semplice palla e un pupazzo tradizionale, a sculture molto decisamente più complesse. Per questo, durante e dopo i miei studi da scultore, ho colto l’occasione per partecipare a diversi festival di queste forme di arte. tenuti annualmente nelle nostre Dolomiti.
Realizzare sculture di neve è un’esperienza molto diversa da modellare il legno, è imprevedibile, può essere dura, ghiacciata, soffice, polverosa, umida e persino fangosa. Anche per questo, gli strumenti di lavoro sono spesso molto più grandi rispetto ai normali scalpelli e più difficili da maneggiare. Tuttavia, è sempre affascinante vedere e sperimentare come da un blocco di 3 metri per 3 possa emergere una scultura levigata e fluida. Inoltre, essendo più morbida del legno, la neve consente di realizzare opere di grandi dimensioni in un tempo relativamente breve. In pochi giorni il lavoro è completato e il risultato visibile, ma la magia è possibile solo avendo un team molto affiatato. Un altro aspetto unico è la loro transitorietà, dopo i primi raggi di sole caldo, tra febbraio e marzo, rimangono solo le foto e i ricordi”. Negli anni Patrick ha collezionato primi, secondi e terzi premi al Concorso di sculture di neve di Selva, nel 2019 l’oro con la scultura “Ago”, nel 2022 con “Personalità della Val Gardena” ancora l’oro e nel 2023 l’argento con “Vita da paura”, prima ancora ha realizzato sculture sul Piz, il Col Raiser, il Monte Pana e al Festival delle sculture di neve a La Crusc.
Donatella Zucca
Giornalista e scenografa