ARTE RINASCIMENTALE
La modernità di Hieronymus Bosch che combatte l’ignoranza e si apre al nuovo
Pittore olandese del Rinascimento, Bosch riesce ancora oggi a trasmettere con le sue opere l’idea che solo con la conoscenza, l’apertura mentale e la curiosità si possono superare paure, pregiudizi e soprusi di ogni genere. Senza cadere nel conformismo della quotidianità
Angela Maria Scullica
C’è qualcosa di molto moderno nelle opere piene di mostri, pazzi, creature immaginarie, simboli enigmatici, torture, pene infernali, visioni allucinanti, ecc. di Hieronymus Bosch, pittore e artista olandese vissuto durante il Rinascimento (1450-1516). Qualcosa che le rende ancora oggi attuali, nonostante i secoli passati e le conquiste materiali e intellettuali che sono arrivate a forgiare gran parte del mondo odierno. È un pensiero orientato alla scoperta del nuovo, alla ricerca del vero, all’elevazione dello spirito, allo studio e all’approfondimento, all’anticonformismo. Già, perché Hieronymus Bosch è vissuto in un’epoca di ignoranza diffusa in cui la gente, in prevalenza molto povera, aveva una gran paura di tutto, di soffrire e di morire giovane tra atroci dolori. La mancanza di conoscenza diffusa la rendeva superstiziosa e facile preda di approfittatori e criminali di ogni genere. In questo clima di paura, incertezza e brevità dell’esistenza, il potere era conquistato ed esercitato da personaggi senza scrupoli, in generale più colti e ricchi, che si muovevano con scaltrezza, determinazione, forza, intelligenza e strategia sullo scacchiere europeo accrescendo e difendendo le loro posizioni con le armi, i matrimoni, le alleanze. Per inquadrare meglio lo scenario storico in cui visse Hieronymus Bosch, ricordiamo qui di seguito, in breve, le principali lotte di potere che lo caratterizzarono: la Guerra dei Cent’anni tra la Francia e l’Inghilterra, che durò dal 1337 al 1453; le Guerre delle Fiandre tra la Francia e gli Stati delle Fiandre, una serie di conflitti che insanguinarono il centro Europa dal 1383 al 1477; le numerose lotte interne per il potere, tra cui le ribellioni contro i governi locali e le lotte tra le diverse fazioni all’interno dei governi. Erano inoltre gli anni in cui la Chiesa Cattolica aveva un grande potere politico e religioso in Europa che manteneva ed esercitava anche attraverso la Santa Inquisizione, il temuto tribunale cattolico creato nel Medioevo per combattere eretici, apostati e altre minacce alla fede cattolica che fu particolarmente attivo in Spagna, Italia e Portogallo. Come si sa l’idea alla base dell’inquisizione era quella di difendere la fede cattolica e mantenere l’ortodossia religiosa. Gli inquisitori erano incaricati di indagare su eventuali eresie e di processare coloro che erano accusati di averle commesse. La punizione per gli eretici poteva essere la prigionia, la confisca dei beni, la tortura e la morte, il rogo. Bastava molto poco per finirci dentro, una denuncia, un sospetto, una vendetta, un’idea… Oppure soltanto le origini, la provenienza, il genere…insomma tutto ciò che, in un’ottica di conservazione di un potere fisico e mentale, poteva essere considerato deviante.
Le donne e la stregoneria. In questo clima di chiusura mentale, conservatorismo, miopia e brutalità si inserisce il dramma delle donne che nel quindicesimo e sedicesimo secolo, la Chiesa Cattolica considerava come esseri deboli e ammalianti, più suscettibili alle tentazioni del demonio e alle pratiche di stregoneria. Al di là, infatti, dell’unico ruolo di mogli e di madri che potevano svolgere all’interno di un matrimonio regolarmente costituito, nella mentalità comune di quei secoli tutto il resto era visto con timore e sospetto. Per la Chiesa le donne rappresentavano infatti una tentazione da combattere per non finire nelle mani del demonio. L’idea delle streghe era radicata nella società medievale e si basava su credenze popolari, superstizioni e pregiudizi. Con l’aumento della repressione della Chiesa contro la stregoneria nel 1400 e 1500, molte donne innocenti furono accusate di stregoneria e bruciate sul rogo sulla base di accuse infondate e giudizi sommari.
Bosch nella sua pittura volle rappresentare tutto questo. Da uomo colto e curioso qual’ era, cercò con i suoi mostriciattoli, ridicoli, derisi, torturati, ammazzati in mille modi, di dipingere i timori, le ansie e le paure del periodo storico in cui viveva, indagando la sua società e i valori che esprimeva ma anche gli aneliti di libertà e le pulsioni sottostanti di un mondo represso che, come unica via d’uscita, vedeva la redenzione dei peccati e il trapasso a nuova vita. Un mondo che però stava cambiando. La scoperta di nuovi continenti ad opera di Cristoforo Colombo, Magellano e di navigatori ed esploratori spagnoli, portoghesi, olandesi alla ricerca di ricchezze e di nuove terre da conquistare, aveva scardinato una delle credenze cardine di allora, e cioè che la terra fosse piatta aprendo tutta una serie di dubbi nel pensiero dominante dell’epoca. Interrogativi che si allargarono sempre di più in seguito alle scoperte scientifiche che ne seguirono e all’invenzione della stampa a caratteri mobili di Johannes Gutenberg avvenuta nel 1439. Fu grazie ad essa che Martin Lutero, un religioso e riformatore tedesco, considerato il fondatore del protestantesimo, dopo avere affisso nel 1517 sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg le sue 95 tesi contro la vendita delle indulgenze, riuscì velocemente a diffondere in Europa le sue idee innovative per una riforma radicale della Chiesa.
Bosch, da raffinato intellettuale attento a tutte le sfumature del pensiero, riuscì a intercettare, senza incorrere nelle maglie dell’inquisizione, la modernità del nuovo che avanzava, meno ancorato alla paura e più orientato alla conoscenza, alla scoperta, al nuovo. I mostriciattoli dei suoi quadri, infatti, così pieni di allegorie, potevano essere interpretati da vari punti di vista, uno più evidente e consono al pensiero dominante che trovava consenso e approvazione nel potere di allora e un altro più sottile e nascosto che, allo stesso tempo lo metteva in dubbio e ne evidenziava i lati peggiori e più contraddittori. Ma il lato forse più importante e attuale della sua arte risiede proprio nel fatto di avere in quelle sue piccole e minuziose figure allegoriche, banalizzato la paura, un po’ come fanno i fumetti, mettendone in risalto la parte irrazionale che studio, apertura mentale e conoscenza più approfondita delle cose avrebbero potuto dissipare. E in questo sta la modernità di un uomo che attraverso la sua sete di sapere, l’approfondimento e la curiosità, rivolta anche a campi come l’alchimia e l’esoterica, allora giudicati terreni insidiosi e a rischio di eresia, è riuscito a proporre con la sua arte la visione di una vita meno vincolata alle coercizioni fomentate dalla paura e dall’ignoranza e più orientata ad aprirsi alla conoscenza e al nuovo di un mondo in continua trasformazione.
“Studio, approfondimento, apertura mentale e curiosità verso il nuovo e il diverso riescono a superare e a vincere tutte le coercizioni fomentate dalla paura e dall’ignoranza”
Giornalista