GRANDI PROTAGONISTI DELL’ARTE
Giotto, il pittore innovatore che ha aperto la strada al Rinascimento e allo storytelling
Con la sua ansia di conoscenza, la sua empatia e capacità comunicativa, Giotto rivoluzionò l’idea di arte del Medioevo calandola nella realtà concreta della vita quotidiana e mostrando nei suoi dipinti emozioni e sentimenti. Ma con lui l’arte iniziò anche a diventare un modo per comunicare messaggi, raccontare storie ed aprire nuovi spazi all’immaginazione. Ed oggi….
Angela Maria Scullica
Troviamo nella storia personaggi caratterizzati da un desiderio di conoscenza talmente profondo da generare in loro un’ansia costante. Stato d’animo che si traduce in una ricerca continua ed intelligente di inesplorati orizzonti che promuovono nuove visioni interpretative e spingono in tal modo verso il cambiamento. Uno di questi è senz’altro Giotto, tra i maggiori pittori della storia dell’arte che ha influenzato profondamente lo sviluppo della pittura occidentale e ha stabilito le basi del Rinascimento. Giotto da Bondone (Vespignano, 1267 circa – Firenze, 8 gennaio 1337), visse nello stesso periodo di Dante (1265, Firenze – 14 settembre 1321, Ravenna). I due erano concittadini, stavano entrambi a Firenze, quasi coetanei e, secondo la tradizione, anche amici. Due grandi uomini che, chi in un campo, chi nell’altro, si impegnarono profondamente e con successo nella trasformazione dei modelli culturali del periodo in cui vissero. Di Dante magari ne parleremo in un altro articolo perché quel che ci preme in questa sede approfondire è il contributo che Giotto diede al passaggio dal Medioevo all’Umanesimo e al Rinascimento e quanto le sue idee artistiche e culturali continuano a influenzare oggi l’arte e la comunicazione. Eh sì, perché è proprio con Giotto che l’arte inizia a diventare anche un modo per comunicare messaggi, raccontare storie ed aprire nuovi spazi all’immaginazione.
Ma per capire quella che è stata la portata rivoluzionaria delle sue opere, partiamo dalla cultura e dal pensiero artistico e sociale del periodo storico in cui Giotto visse, a cavallo tra il 1200 e il 1300. Nel Medioevo la cultura e il pensiero artistico erano fortemente influenzati dalla religiosità e dalla spiritualità cristiana, con la Chiesa che giocava un ruolo dominante nella vita sociale e culturale delle persone e delle istituzioni. L’arte era principalmente utilizzata per scopi religiosi e aveva l’obiettivo di esaltare la magnificenza del potere divino e di suscitare sentimenti di devozione e fede nello spettatore. Le figure sacre erano spesso rappresentate con un’espressione serena e pacifica, e gli artisti utilizzavano il simbolismo e la iconografia per comunicare messaggi morali e religiosi. Allo stesso tempo, miravano anche a suscitare sentimenti di tenerezza, passione e amore verso le sacre figure. Le scene di vita quotidiana, come la natività e la crocifissione, erano rappresentate in modo commovente, per suscitare emozioni intense nello spettatore. La rappresentazione invece di figure umane e di oggetti non era realistica ma astratta e simbolica. La prospettiva lineare, che consente di rappresentare gli oggetti in modo tridimensionale su una superficie bidimensionale, non era ancora stata sviluppata e gli artisti utilizzavano spesso tecniche di sovrapposizione e di miniaturizzazione per creare l’effetto di profondità. Ma se tutto poteva apparire in qualche modo piatto, irreale e incentrato prevalentemente su una visione del mondo mistica e religiosa, il Medioevo fu anche un periodo di grandi trasformazioni sociali ed economiche, con la nascita delle città e la crescita del commercio e delle attività artigianali. L’arte medievale rifletteva questi cambiamenti, con molti artisti che ritraevano scene di vita quotidiana e rappresentavano le attività economiche dell’epoca. Quindi già esisteva ed era diffusa l’idea di entrare di più con l’arte negli aspetti della vita terrena.
Ed è quello che fece Giotto in modo esplicito rendendo più reale, tangibile e umana la sua visione religiosa della vita. Via quindi tutti gli ori, le immagini fisse e le astrazioni dell’arte medioevale e bizantina e spazio invece alla vita e agli uomini, intesi come individui con la loro espressione, interiorità, prospettiva e realtà. La scena per Giotto doveva apparire reale anche se i soggetti rappresentati erano sacri. Per farlo egli si concentrò sulla rappresentazione realistica delle forme e dei movimenti del corpo umano prestando una maggiore attenzione alla prospettiva, alla luce e alle ombre. E utilizzò una nuova tecnica pittorica, chiamata “pittura a secco”, che consiste nel dipingere su intonaco fresco, con una modalità simile all’affresco. Tecnica grazie alla quale riuscì a creare opere più dettagliate, naturali, realistiche e convincenti. La sua empatia verso le persone lo portò inoltre a realizzare figure umane espressive e concrete che mostravano sentimenti e personalità. Egli, dunque, per primo enfatizzò la dignità e la natura umana ispirando per secoli con la sua pittura, la cultura europea.
Ma Giotto può essere considerato anche il precursore dello storytelling, e cioè di quella strategia di comunicazione persuasiva che utilizza l’arte per raccontare storie e comunicare messaggi. Certo, il tipo di messaggi è cambiato nel tempo, ma l’idea di raccontare attraverso l’arte una storia che porti a riflettere su un determinato argomento, è rimasta la stessa. Giotto, che era una persona profondamente religiosa, utilizzò l’arte per narrare scene della vita di Gesù e dei Santi e trasmettere messaggi spirituali e morali ai fedeli della sua epoca servendosi per questo anche di una varietà di simboli e composizioni. Oggi l’arte contemporanea adopera lo storytelling per comunicare messaggi sociali o politici utilizzando spesso, come d’altra parte faceva anche Giotto, tecniche di narrazione visiva come simboli, metafore e composizione. Inoltre, molte opere d’arte contemporanee sono interattive e coinvolgono il pubblico nella narrazione, creando un’esperienza immersiva per l’osservatore. Quella che probabilmente provavano i contemporanei di Giotto quando si trovavano per la prima volta davanti ai suoi dipinti.
Giotto, che era una persona profondamente religiosa, utilizzò l’arte per narrare scene della vita di Gesù e dei Santi e trasmettere messaggi spirituali e morali ai fedeli della sua epoca servendosi per questo anche di una varietà di simboli e composizioni.
Giornalista