INNOVAZIONE CREATIVA
L’ARTE OLTRE IL VISIBILE Visioni, tecnologie, natura e nuove frontiere creative
Dall’intelligenza artificiale generativa alla blockchain, dalla natura all’immaterialità digitale, HOFA Gallery, fondata da Elio D’Anna e Simonida Pavicevic, esplora le nuove frontiere dell’arte contemporanea, connettendo creatività, innovazione e collezionismo in un panorama internazionale in continua evoluzione.
Donatella Zucca
Prima internet, poi la rivoluzione digitale e l’intelligenza artificiale hanno spalancato nuovi mondi di opportunità per l’arte contemporanea. Tra i pionieri di questo percorso troviamo artisti ormai iconici come l’inglese Banksy e l’americano Brian Donnelly. Proseguendo, emerge con forza Damien Hirst, tra i contemporanei più influenti, accanto all’arte immersiva e psichedelica della giapponese Yayoi Kusama e ad altri straordinari interpreti della trasformazione tecnologica. A Milano, l’artista Elena Brovelli, pioniera dell’arte contemplativa tessile, ha conquistato il pubblico con l’allestimento “Touch Her Soul”, creando un’esperienza sensoriale unica in cui arte, spiritualità e materia si fondono in una vibrazione avvolgente, simile all’energia di un’onda che pervade lo spazio espositivo.
Ma passiamo alla HOFA Gallery, che nelle sue sedi di Los Angeles, Mykonos e Londra rappresenta una fusione equilibrata di tradizione e innovazione. Sin dalla sua nascita nel 2012, HOFA si è imposta come piattaforma multimediale leader, offrendo spazio ai più rinomati artisti internazionali del mondo classico, digitale e della generative art basata sull’intelligenza artificiale. Punto di riferimento per istituzioni governative, prestigiosi musei e collezionisti privati di fama mondiale, la HOFA Gallery seleziona e promuove opere tra le più ricercate e creative del panorama artistico globale. Per gli artisti, HOFA Gallery rappresenta una straordinaria finestra sul mondo. Dal 2018, al suo prestigioso programma di arte contemporanea si sono aggiunte installazioni pubbliche, new media e mostre immersive che hanno riscosso grande successo. Parallelamente, la galleria ha ampliato il proprio portfolio esplorando gli orizzonti illimitati dell’intelligenza artificiale generativa, approfondendo la relazione tra uomo, macchina e natura. Sempre nel 2018, HOFA si è distinta come prima galleria al mondo a offrire l’intera collezione anche in criptovaluta e, in collaborazione con ARTCELS, ha realizzato la prima mostra “tokenizzata” tramite blockchain, permettendo così la proprietà frazionata di opere d’arte di alto livello sotto forma di NFT. Il suo portfolio include oltre 60 opere realizzate da alcuni dei nomi più prestigiosi dell’arte internazionale.Un’iniziativa imprenditoriale che mira a trasformare l’arte in una nuova classe di attività affidabile e bancabile, aumentando la liquidità del mercato artistico e offrendo nuove opportunità a milioni di potenziali investitori finora esclusi. A conferma della sua costante proiezione verso il futuro, il 15 maggio 2025 HOFA Gallery inaugura i Digital Art Awards in partnership con Phillips London. Questa iniziativa premia gli artisti più innovativi nel campo dei nuovi media e dell’arte digitale, creatori visionari capaci di superare i confini della tecnologia e dell’espressione artistica. Ai premi segue una mostra pubblica ospitata da Phillips, basata su SPACES, la serie di mostre vendita di HOFA, realizzata attraverso la piattaforma PhillipsX e sostenuta dal Digital Culture Fund di Hivemind Capital Partners. Tra i partner figurano ApeChain, piattaforma globale per i creatori culturali emergenti, e Amina, banca mondiale specializzata in criptovalute. Nel vasto universo di HOFA trova spazio anche HOFA DAO, un ecosistema decentralizzato che riunisce opere di 100 artisti contemporanei, creatori digitali influenti e collezionisti, garantendo loro il diritto di voto sulle future acquisizioni attraverso l’abbonamento NFT e la criptovaluta ARTEM Coin. Specializzata in arte contemporanea e new media art, la galleria abbraccia numerose discipline artistiche valorizzando sempre talento, bellezza e rilevanza culturale. Tutto questo sotto la guida di Simonida Pavicevic, co-fondatrice e curatrice, esperta consulente d’arte laureata all’Accademia di Arte e Design FHNW in Svizzera con una Laurea Magistrale nelle arti, e di Elio D’Anna, amministratore delegato e co-fondatore. Figura creativa e visionaria, D’Anna vanta collaborazioni prestigiose con designer londinesi di fama internazionale come Bergman Interiors, Laura Hammett, Taylor Howes e Fiona Barrett, ed è stato co-creatore di ARTCELS nel 2019

Hofa Gallery, mostra “Still Fluidity” di Zheng Lu – Courtesy HOFA Gallery
Tornando all’arte e in particolare quella legata all’intelligenza artificiale generativa, meritano senza dubbio grande attenzione i data Painting dell’artista Refik Anadol, insieme a Nixiwaka Yawanawa autore della collezione Winds of Yawanawa, un villaggio nella foresta amazzonica. Un centinaio di opere basate sui dati meteorologici del villaggio, come raffiche e velocità del vento, direzione e temperatura che, attraverso la pigmentazione dei dati, si fondono nelle opere di giovani artisti Yawanawa, generando suggestivi giochi di forme e colori. Winds of Yawanawa ha lo scopo di portare le sfumature dell’arte Yawanawa nel digitale per preservarne la cultura. Ogni suo formato NFT è accompagnato da una stampa fisica di qualità museale firmata dal capo tribù Nixiwaka Yawanawa e da Refik Anadol. Un’altra icona, espressione di un discorso con simili finalità, è Zhuang Hong Yi, che lo scorso anno ha messo in scena la mostra Zhuang Hong Yi | Enchanted Luna, 2024. Un’opera acrilica su pregiata carta ghiaccio montata su tela, in cui, come per tutte le sue opere, la natura è al centro dell’attenzione e fonte d’ispirazione attraverso i suoi ritmi e cicli. In questo caso l’equinozio di primavera nell’emisfero settentrionale segnale d’arrivo della primavera. Sempre nel 2024, HOFA Gallery e la piattaforma di intelligenza artificiale daily.xyz hanno annunciato il lancio della mostra “New Beginnings”, in collaborazione con gli esperti di curatela e ricerca artistica sull’AI di Crysalis, che ne documenta l’evoluzione, intrecciandola con l’esperienza umana. Nello scenario brilla Sougwen Chung, ricercatrice e artista cinese-canadese pioniera della collaborazione uomo-macchina, premiata da Time100 come grande innovatrice nel campo dell’intelligenza artificiale. La sua opera MEMORY è stato il primo modello di AI acquisito dal Victoria Albert Museum di Londra. “Esplorare il segno fatto a mano e a macchina per dare forma a nuovi sistemi relazionali”, è il suo mantra. Sougwen ha 38 anni e gira per il mondo dipingendo per un pubblico dal vivo con i suoi robot che, nel rapporto con loro, li paragona a quello di un musicista col suo violino. Attualmente alla quinta versione, il suo robot DOUG è capace di assorbire il suo stato mentale, collegabile ai suoi dati EEG e le onde cerebrali alfa. Fondatrice e direttrice artistica di Scilicet, studio londinese che esplora la collaborazione tra esseri umani e non umani. Sougwen è stata ricercatrice al Media Lab del MIT e, a partire dal Lumen Prize for Art in Technology, nel suo curriculum non si contano premi, riconoscimenti e interventi a incontri internazionali. A gennaio 2025, ha tenuto banco al World Economic Forum di Davos, con l’istallazione ‘Spectral’, che utilizza un braccio robotico telecinetico per dipingere insieme a lei. Opera che si era già distinta tra quelle in mostra alla Phillips Auction House di Londra del 2024.

La ricercatrice e artista cinese-canadese Sougwen Chung pioniera del rapporto uomo-macchina- foto courtesy dell’artista
Attorno al mondo di Hofa Gallery roteano anche altre eccellenze delle implicazioni artistiche dell’AI e l’interazione umana. Per esempio, l’architetto di Singapore Niceaunties coi suoi mix di fotografia e arte surreale, la visual artist Emily Xie di New York, Agoria che cattura i meccanismi interni delle cellule cerebrali e, ciliegina sulla torta, il ventinovenne Elman Mansimov. Artista e ricercatore scientifico prodigio, nel 2015 già autore del primo modello d’intelligenza artificiale generativa da testo a immagine. Le attività dirette, indirette e aggregate della galleria sono molteplici e inarrestabili, di recente, dal 10 al 23 aprile 2025, ha messo in scena l’acqua attraverso la mostra Zheng Lu, Water in Dripping – Wavy. Seconda personale dell’artista cinese Zheng Lu alla Hofa Gallery di Londra. Una selezione di opere ispirate alle collocazioni metaforiche dell’acqua come espressione d’immobilità e fluidità, di serenità e dinamismo, di linfa vitale e forza della Terra. Dalla superficie calma di uno stagno, all’impeto delle onde oceaniche, simbolo della dualità della natura e di noi stessi. Le sue opere sfidano la corposità della scultura attraverso gocce d’acqua cristallizzate, in acciaio inossidabile, che suggeriscono illusorie leggerezze. Muovendosi tra loro si entra in uno spazio di tempo sospeso, si percepisce la sua immobilità e il suo continuo fluire. L’artista fa riferimento alla filosofia cinese, ma favorisce anche un approccio post-umano volto verso un’ottica olistica e inclusiva del mondo. Una visione basata sulla coesistenza fra uomo ed elementi naturali, in linea col concetto giapponese “armonia tra uomo e cielo”, Tianren Heyi天人合一, una dimensione che spinge a riflettere sul noto e l’ignoto, l’essere e il divenire. Nato nel 1978 in Mongolia, Zheng LU vive e lavora a Pechino dove ha studiato alla Lu Xun Fine Art Academy, alla Central Academy of Fine Arts e, in età scolare, ha ricevuto il Premio LVMH, che gli ha permesso di formarsi all’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi. Ha collaborato col marchio di lusso RIMOWA e ideato lo “Jane Alexander Global Wildlife Ambassador Award”, conferito a Sua Altezza il Principe Alberto II di Monaco.
ELIO D’ANNA “Ecco come l’arte entra nell’era dell’IA”
In questa intervista Elio D’Anna, amministratore delegato e co-fondatore di HOFA Gallery, esplora uno dei temi più affascinanti e attuali nell’arte contemporanea: il rapporto tra uomo, macchina e natura. E illustra come la galleria abbia affrontato questa relazione negli ultimi anni, collaborando con artisti pionieri dell’intelligenza artificiale e della robotica. Tra questi, Refik Anadol, celebre per la sua “data driven art”, e Sougwen Chung, artista che unisce gesto umano e tecnologia robotica in opere innovative e coinvolgenti. Una riflessione sulle potenzialità espressive della tecnologia e sull’importanza della valorizzazione artistica in un mondo sempre più interconnesso e tecnologico.
Ci può fare degli esempi concreti di studi sul rapporto uomo, macchina e natura, e di opere in cui il rapporto tra uomo e macchina interagisce con la natura?
“Diciamo che il rapporto da uomo macchina nel suo ambiente naturale, è una narrativa che, come Hofa Gallery, abbiamo esplorato per diversi anni. Ultimamente abbiamo avuto il piacere e l’onore di aver potuto collaborare con artisti come Refik Anadol, il pioniere della data driven art, che utilizza data e intelligenza artificiale, ha creato uno studio sulla natura e categorizzato un enorme quantità d’informazioni. C’è quindi un‘opera di refit molto interessante sulla correlazione tra uomo macchina e natura. Poi rappresentiamo Sougwen Chung, un’artista cinese – canadese che ha studiato alla MIT e lavora con la robotica. Sistemi di robotica e intelligenza artificiale completamente custom, che utilizzano anche le onde frequenze emesse dal corpo e analizzano i movimenti della mano umana. Uno studio su cosa rimane del gesto umano in un mondo circondato dalle macchine e per noi qualcosa di molto interessante. Il suo Body Machine (Meridians) – Glacial Biome Series 2025, è una raccolta di 10 immagini meridiane in movimento e composizioni visive generate da data spaziali, registrazioni sonore e input di sensori in risoluzione 4K della durata di 30 secondi. Un paesaggio musicale unico e un grande viaggio nell’artico in cui ha esplorato dati e natura insieme al gesto umano, poi reinterpretati da una macchina, il cui risultato è qualcosa d’incredibile”.
Che criteri seguite per la selezione e, soprattutto, per la valutazione delle opere d’arte?
“Sia dal punto di vista del collezionista, che dell’acquirente o del gallerista, l’arte deve comunque essere qualcosa d’attraente, sicuramente un punto fondamentale nella collaborazione o nella scelta di voler esibire un artista. Per selezionare, noi non seguiamo trend particolari o movimenti, cerchiamo sempre di utilizzare i nostri sensi, di essere molto aperti nell’abbracciare culture nuove, stili e anche ricerche nel settore dell’intelligenza artificiale, delle macchine e nell’innovazione. Questo sia da parte mia che della Cofondatrice Simonida, il cui background nel settore era già importante prima di aver fondato Hofa con me. È lei che si occupa principalmente della collezione e della selezione degli artisti, tutti e due veniamo approcciati da artisti giovani e di media carriera provenienti da ogni angolo del mondo. Dal lancio del Digital Art of World, a maggio di quest’anno, abbiamo ricevutro 250 applicazioni da più di 60 paesi. Per noi è stato qualcosa di veramente importante e anche una fase esplorativa ancora più profonda nella ricerca di giovani talenti. Abbiamo avuto applicazioni dagli artisti più importanti al mondo nel settore degli artisti multidisciplinari dei nuovi media e ci stiamo anche insediando nel sistema Experience. Forme d’arte in cui il visitatore possa immergersi e godere di esperienza totalmente inedite, senza utillizzo di chimiche o macchinari. Cercando di ottenere un look esibitivo da museo o galleria di alto livello e, al tempo stesso, qualcosa relativamente vicina a certi musei immersivi, che stanno esplodendo in tutto il mondo. Facendo però molta attenzione a non creare qualcosa di simile a un luna park, perciò rimanendo focalizzati sull’aspetto curativo, con artisti che hanno rappresentanza a livello di musei e altri emergenti che riusciamo a elevare nel mercato internazionale”.
Si, ma queste opere che si muovono, mutano, parlano, si creano da sole etc come fate a valutarle, a decidere a che prezzo metterle sul mercato?
“In genere, lavoriamo con artisti che hanno sviluppato un valore stabilito da vendite nelle gallerie e anche da alcuni risultati d’asta, in pratica si utilizza la valutazione tradizionale di arte. Diciamo che una scultura fisica in bronzo o marmo, una in digitale o in AI data, noi le valutiamo allo stesso modo, perché hanno entrambe costi di produzione e istallazione molto simili. Trasportare una scultura pesante e grande può essere costoso quanto farlo con un’istallazione, di solito spettacolare, che richiede spazio, effetti speciali e l’applicazione di tecnologie. Il valore di entrambe le opere hanno i maggiori risultati nelle principali case d’asta, come Phllipps Auctions Art e Christies. Refik Anadol per esempio, ha raggiunto 1.200.000, Sougwen Chung 58.000,00 $ per un opera col suo AI robotic bespoke. Il prezzo delle opere è basato in parte sui risultati d’asta, poi su un coefficiente legato alla durevolezza dell’opera, nel digitale anche sul costo dei piksel, la qualità, la lunghezza e varie altre cose che determinano valutazioni sempre diverse”.
Oltre alla mission classica di offrire agli artisti la possibilità di farsi conoscere e avere visibilità, ne avete una vostra particolare?
“Sicuramente essere molto accessibili. Quindi dare un assetto forma d’arte con livelli d’ingresso anche per collezionisti giovani che vogliono esplorare e stampe uniche o edizioni limitate, sempre di artisti emergenti internazionli di grande spicco. Perciò dando sia l’opportunità di ricercare e studiare a tutti i media più innovativi, sia di avere anche un ritorno basato sulla crescita degli artisti. Per queste ragioni, siamo sempre molto attenti a sviluppare soltanto un paio di artisti nuovi l’anno, attualmente abbiamo portato il nostro portfolio a più di 120 artisti, con oltre 15 fiere internazionali e 40 esibizioni l’anno. Da parte nostra un grosso sforzo nel continuare a supportare la loro richiesta di esibire opere sempre nuove e utilizzare i mezzi più innovativi”.
Nel nuovo portfolio avete diversi artisti che utilizzano la AI generative, può fare qualche esempio?
Si, ne abbiamo sicuramente. È un po’ come sta succedendo dai social media alla politica. Definirei questo momento, un momento storico. Sono convinto che l’Intelligenza Artificiale abbia generato una nuova visione e offerto la possibilità di esprimersi a persone di talmente tanti settori, da essere sicuramente considerata la cosa più innovativa degli ultimi due decenni. Lo studio su l’Al a noi è piaciuto sempre e ci interessa tuttora molto. Comunque, nonostante gli artisti di questo settore ci attraggano tanto, vogliamo che abbiano anche un prodotto finito, una bella opera d’arte fisica. Sia Sougwen Chung, sia altri artisti che stanno esplorando l’AI, riescono anche a creare sculture e opere su tela piacevoli, interessanti, attraenti e frutto di uno studio profondo”.
Qual è la fascia d’età più interessata ai digital artworks e a questi tipi di opere?
“Quella tra i 25 e i 35 anni”.
Ho letto che i giovanissimi raggiungono cifre elevatissime nel comprare e vendere questo tipo di opere?
Si, è vero. Noi però trattiamo opere già abbastanza importanti, di solito i nostri collezionisti sono un po’ più maturi. Dai 25 anni in su sono veramente seri, collezionano opere che partono da circa €2.000,00 o 10/15.000,00, cifre già rilevanti per art-works emergenti”.
Quali le principali case d’asta, club di collezionisti, università etc. a cui vi collegate più spesso?
“Lavoriamo molto assieme al gruppo Phillips Auction nell’esplorare il mercato digitale. Considerando la loro grande attenzione nell’entrare in questa nuova ottica, poter approfondire insieme queste tematiche, rappresenta per noi una vera opportunità”.

Donatella Zucca
Giornalista e scenografa