MUSEI & MOSTRE
La casa museo Boschi di Stefano, un gioiello nascosto
Sobria ed elegante, la storica dimora Boschi Di Stefano, opera dell’architetto Piero Portaluppi, contiene al suo interno una ricca collezione di quadri e sculture che rappresentano una testimonianza dell’arte della prima metà del Novecento
Percorrendo via Giorgio Jan non si ha certo l’impressione di essere a ridosso del movimentato corso Buenos Aires perché la strada è tranquilla e delimitata da edifici prevalentemente residenziali e l’atmosfera che si respira è d’altri tempi.L’edificio d’angolo tra la piccola via Bartolomeo Giuliano e Via Ulisse Aldrovandi, al termine della strada, è opera dell’architetto Piero Portaluppi e sede al secondo piano della Casa Museo Boschi Di Stefano.Portaluppi, già autore di numerosi progetti milanesi originali e significativi come l’Albergo diurno Venezia in piazza Oberdan e successivamente di un’altra Casa Museo, la Villa Necchi-Campiglio realizzata nei primi anni Trenta, fu anche disegnatore e grafico ricercato. La cura dei dettagli architettonici, seppur sobri e sovente specchio dello spirito razionalista negli esterni, donano particolare eleganza agli ambienti interni progettati da una figura dalla formazione completa e poliedrica. L’eleganza delle finiture risiede piuttosto nella scelta dei materiali impiegati senza eccedere e rischiare di ostentare un lusso inappropriato.
L’edificio, costruito dall’Impresa Di Stefano & Radici, destinato infatti alla figlia Marieda di Francesco Di Stefano, contiene alcuni degli elementi più interessanti dell’architettura di Portaluppi, che seppur semplificati perché destinati ad abitazione ad uso civile, ne caratterizzano uno stile sobrio ed elegante. Le due parti angolari dell’edificio sono risolte con la disposizione perpendicolare di suggestivi bow-window dove le cornici delle finestre sono curate con eleganza così come le opere in ferro.La direzione artistica del Portaluppi prosegue anche negli spazi interni dove le pareti decorate a stucco con motivi ornamentali e ad effetto marmoreo, la pavimentazione policroma a disegno geometrico e le eleganti ringhiere in ferro lavorato ne scandiscono gli spazi.Terminato il palazzo nel 1931, l’appartamento al secondo piano viene abitato dai coniugi Antonio Boschi e Marieda Di Stefano che proseguono la collezione di dipinti iniziata già dagli anni Venti seguendo una passione comune che non avrà fine. Dal 2009 la Casa-Museo è proprietà del Comune di Milano ed è visitabile gratuitamente secondo la volontà dei proprietari originari ed il supporto dei volontari del Turing Club Italiano. Tra le ampie vetrate in stile art déco dell’appartamento prendono luce i numerosissimi quadri che ricoprono ogni parete senza esclusione della stanza da bagno padronale conservata con parte dell’arredo originario.L’esposizione, una raccolta ricchissima di opere del Novecento, segue una suddivisione cronologica e la visita si svolge lungo un percorso naturale dato dalla continuità degli ambienti.
La stanza con dipinti del primo Novecento, l’anticamera, espone opere di Piero Marussig, Ardengo Soffici, Gino Severini, Umberto Boccioni e Achille Funi.
Paesaggio di Ardengo Soffici del 1908
Testa di vecchio di Umberto Boccioni del 1909
Ritratto di bambina di Achille Funi del 1921
Nella camera degli ospiti sono esposti dipinti del Novecento italiano di Carlo Carrà, Piero Marussig, Marius Ledda e sculture come la Madonna di Arturo Martini.
Natura morta con bottiglia e frutta di Carlo Carrà del 1935
La lettrice di Piero Marussig del 1935
Pesci di Marius Ledda del 1932
Madonna di Arturo Martini del 1932-1935
Lo studiolo è diventato sala Mario Sironi, di cui alcune opere sono ora esposte alla mostra antologica a Palazzo Reale, e vanta ben 31 opere dell’artista sardo nell’arco temporale di più di un ventennio.
Paesaggio alpestre di Mario Sironi del 1930
Grande composizione di Mario Sironi del 1947
L’eremo di Mario Sironi del 1930
L’ambientazione di ogni sala rende l’atmosfera particolarmente accogliente e preserva l’idea dell’abitato supportata anche dalla presenza di arredi e complementi originari, come credenze, tavoli, lampade e specchiere.
La luminosissima sala da pranzo prende il nome di Corrente, Morandi, De Pisis dove, assieme a dipinti di Bruno Cassinari, Ennio Morlotti, Giuseppe Migneco, Renato Birolli, si copre il periodo dal 1924 al 1952.
Ritratto di Beniamino Joppolo di Giuseppe Migneco del 1942
Il figliol prodigo di Renato Guttuso del 1935
Nel soggiorno adiacente si trova La scuola di Parigi dove trovano collocazione anche un salotto ed un pianoforte a coda. Qui si possono ammirare opere di Giorgio de Chirico, tra cui La scuola dei gladiatori: il combattimento del 1928, una grande tela acquistata dalla proprietaria in un viaggio a Parigi, e dipinti di Alberto Savinio e Massimo Campigli.