MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
Pereira: Firenze sarà per il teatro la città dei festival italiana
… ne è convinto il Sovrintendente e Direttore Artistico Alexandre Pereira, in occasione dell’inaugurazione a Firenze del ‘Festival d’autunno’ del Maggio Musicale Fiorentino dedicato a Giuseppe Verdi. Che in questa intervista racconta la sua esperienza e l’idea artistico-culturale che sta portando avanti
“Mettere in scena Il Trovatore in Italia è sempre una grande sfida, ma sono più che ottimista grazie al nostro splendido cast e al nostro grande maestro Zubin Mehta. Quest’opera segna l’inizio del nostro Festival d’Autunno, marcato da tre opere verdiane tutte a ‘stampo’ spagnolo: Trovatore, Ernani, Don Carlo. E tra queste tre opere di Giuseppe Verdi molto amate, un gioiello del repertorio barocco che non è mai stato rappresentato a Firenze finora: cioè Alcina di Handel, nella quale canta Cecilia Bartoli”. Chi parla è Alexandre Pereira, Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, in occasione dell’inaugurazione a Firenze del ‘Festival d’autunno’ del Maggio musicale fiorentino dedicato a Giuseppe Verdi. Felice come lo può essere un artista prestato al sovrintendere grandi teatri: da una vita è infatti riferimento per il teatro d’opera nel Mondo, Pereira ha grandi progetti per rilanciare da Firenze il teatro italiano. “La nostra idea – ha spiegato, “è di rendere questi Festival satelliti dei punti fermi della nostra programmazione futura e rendere Firenze la città dei Festival italiana; a questo si aggiunge, alla fine dell’anno, la fine dei lavori sul palcoscenico della sala grande che renderà il nostro teatro allo stesso livello dei più grandi internazionali”.
In questo incontro particolare e quasi esclusivo, Pereira racconta ad ArteCultura Magazine, la sua esperienza nel mondo del teatro e l’idea artistico-culturale che sta portando avanti
Sovrintendente Pereira lei ha accompagnato e accompagna la trasformazione il Maggio Fiorentino uno dei teatri lirici più importanti: quanta fatica e quanta costanza?
“Sicuramente è stato il compito più difficile della mia vita perché il Covid ha impedito moltissimo il cambiamento visto che il problema del teatro era quello di trovare pubblico. Il virus è arrivato nel momento esatto in cui il pubblico era escluso dai teatri e abbiamo tutti vissuto la contrapposizione più grave che potesse succedere. D’altra parte, in quei momenti volevo creare, dovevo creare una qualità ed era secondo me l’unica alternativa. Se avessi pensato alla mediocrità, il teatro del Maggio sarebbe stato ancora più pieno di problemi. Invece in questi ultimi mesi e anche ora vedo il teatro riprendersi. Dall’inizio di settembre il pubblico è ritornato, paga il biglietto per intero, anche il Trovatore sarà pieno: tutti i concerti compreso quello con Cecilia Bartoli sono stati venduti molto bene. Adesso la gente vede che questo teatro ha più di una chance attraverso la qualità. Ed è così che si può convincere il pubblico ad arrivare dall’estero”.
E lei come fa?
“Ero in Svizzera per fare un discorso al pubblico che va a teatro, pubblico già organizzato coi bus per arrivare a Firenze e che parteciperà a serate di opera e concerti come Don Carlo, Traviata, per Cecilia Bartoli e un concerto di Mehta. Con successo abbiamo organizzato anche un altro bus dove abbiamo portato la gente al Barbiere di Siviglia: è stata una serata a cui abbiamo aggiunto la visita alla cantina di Antinori per provare il vino. Il tutto legato dalle Quattro Stagioni di Vivaldi con la nostra straordinaria orchestra: diciamo che tutte queste attività servono anche per riprendere quel turismo internazionale che all’improvviso era sparito. Abbiamo avuto delle reazioni molto positive e penso che sia venuto il momento di dimostrare di non dividere ila programmazione del Maggio in stagioni, ma di fare come a Salisburgo: un festival globale, diviso tra festival d’autunno, festival di Carnevale e un festival nel periodo di Maggio. È un’alternativa perché sono stati investiti dallo Stato circa 270 milioni: io lo vedo così. Lo vedo così, suddiviso come a Salisburgo con festival di Pasqua, di Pentecoste e d’Estate: credo che possiamo arrivare a posizionare Firenze come “città del festival” e convincere la politica a dare a questa città e alla sua istituzione lirica uno statuto speciale come ‘città festival’. Anche questo è quello a cui sto lavorando”.
Pereira, dopo Milano, Zurigo abituato a sovrintendere ai massimi livelli, cosa le ha dato e le dà stare a Firenze?
“Le sfida difficili mi hanno sempre affascinato. E io credo che questo teatro era in grande difficoltà quando il sindaco Dario Nardella mi ha chiesto di dargli una mano, mi ha affascinato gli ho detto va bene io vengo e farò il mio meglio. Peccato che il covid mi ha messo davanti a tanti ostacoli, ma sono sicuro che se non avessi avuto tutta questa la mia esperienza in questi due anni e mezzo, il Teatro del Maggio sarebbe stato in una situazione molto ma molto più difficile. Oggi però per la prima volta, vedo che per la prima volta il futuro con ottimismo”.
La magia della musica nell’Opera di Verdi “Il Trovatore” diretta da Zubin Mehta
Un cast eccezionale per il primo appuntamento del Festival d’autunno del Maggio musicale fiorentino dedicato a Giuseppe Verdi
“È una grande emozione dirigere un’opera perfetta con un ritmo musicale che esce dal cuore, dove si raccontano in musica tutti gli aspetti dell’amore. Sono felice, tutto qui”. Così il Direttore d’Orchestra Zubin Mehta ha dato il via a Firenze al ‘Festival d’autunno’ del Maggio musicale fiorentino dedicato a Giuseppe Verdi. Si tratta del primo appuntamento del Festival d’autunno, uno dei due festival satelliti che vanno ad arricchire la proposta del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. La regia dell’opera è affidata a Cesare Lievi, mentre l’ensemble di canto è formato da Amartuvshin Enkhbat come Il conte di Luna, María José Siri come Leonora e Ekaterina Semenchuck nel ruolo di Azucena. Altre tre le recite saranno in programma il 5 e 7 ottobre (ore 20) e il 2 ottobre (alle 15.30).
Dal podio il Maestro Mehta, che nel corso della sua lunga carriera ha reso la produzione verdiana uno dei gioielli del suo repertorio, ha ricordato che “questo per me sarà il terzo Trovatore fiorentino; ricordo ancora con piacere che durante le recite per il primo della mia carriera, al Metropolitan di New York, a causa di un’indisposizione, Franco Corelli non potè essere presente; e allora lo sostituimmo con un giovane e ancora sconosciuto cantante che credevamo fosse messicano, salvo poi scoprire che era spagnolo. Era Placido Domingo”. In questo nuovo allestimento con la regia di Cesare, il ruolo di Manrico è di Fabio Sartori, quello del Conte di Luna, Amartuvshin Enkhbat, Leonora è María José Siri e Azucena Ekaterina Semenchuk.
Giornalista