MUSICA BAROCCA
FEDERICO MARIA SARDELLI “Il mio omaggio alla musica immortale di Giovan Battista Lulli”
Con un concerto dedicato al musicista fiorentino della corte del Re Sole, Sardelli prosegue nella sua opera di divulgazione della musica dei grandi compositori che hanno fatto la storia. E in questa intervista ad ArteCultura Magazine racconta…
“Dobbiamo ascoltarlo, tornare a occuparci di lui anche in Italia perché all’estero è più rappresentato e quel che voglio è farlo conoscere o riconoscere ai miei concittadini. In Italia ci siamo dimenticati di quanto Giovan Battista Lulli abbia condizionato la musica fino alla Rivoluzione Francese e dimenticato che questo grande compositore ha creato la musica francese e la musica immortale attraverso bellezza e profondità uniche. Quindi noi dobbiamo riascoltarlo tornare a capirlo anche in Italia”. Così Federico Maria Sardelli, che dopo i due concerti di Marc Albrecht e Ingo Metzmacher e l’opera inaugurale “La finta semplice” andata in scena al Teatro Goldoni, il Festival di Carnevale del Maggio, prosegue il programma con un concerto straordinario dedicato a uno dei più celebri figli di Firenze: Giovanni Battista Lulli. Sul podio della Sala Mehta, domenica 5 febbraio ore 17, alla guida dell’Orchestra del Maggio e del Coro da Camera Ricercare Ensemble, salirà appunto Sardelli, fra i più autorevoli interpreti a livello internazionale delle opere di questo musicista fiorentino naturalizzato francese col nome di Jean Baptiste Lully.
Maestro Sardelli, ci parli del programma.
“È un ricco programma, che conta ben tre componimenti di Lulli anticipati da una mia composizione in prima esecuzione mondiale: la Suite composée à la mémoire immortelle de l’incomparable Mr De Lully per orchestra”.
Questa sua curiosa scelta di dar forma a un brano nello stile di Lulli, Maestro: lo ha fatto anche per Vivaldi.
“Infatti è la mia maniera di omaggiare i personaggi che amo con una mimesi più esatta, puntuale e precisa che posso del loro gusto, del loro linguaggio e del loro stile. Non mi piacerebbe fare qualcosa alla maniera di o in neobarocco o neo qualcos’altro o peggio ancora metterci del mio con qualcosa che attenga alla sensibilità di questa epoca. Io credo che questo momento storico sia bello e vada gustato per quello che ha espresso, tra i suoi stilemi e la sua grandezza: e anche con questo omaggio totalmente mio”.
‘Progetto Lulli’ l’ha voluto presentare nella sua casa studio o meglio nella sua Kunstkammer.
“Una condivisione con chi segue il mio lavoro da anni. Mi piace confrontarmi perché eseguire un concerto davanti al grande pubblico di un autore poco conosciuto come Lulli mette di fronte a una grossa responsabilità, soprattutto per quanto riguarda la scelta dei brani da eseguire, da ‘pescare’ nel repertorio: ho cercato così di ‘suddividere’ il programma in due parti principali. La prima, profana, e la seconda parte dello spettacolo, invece, rivolta alla musica sacra di Lulli. Dopo il mio ‘piccolo omaggio’, che non rientra naturalmente nei criteri di selezione del cartellone, c’è un esempio di opera con la grande Passacaille d’Armide, un pezzo breve ma ricco di forza ed estremamente commovente, rappresentativa delle classiche tragédie lyrique lulliane, davvero rappresentativa del musicista”.
La seconda parte?
“Qui il concerto volgerà verso il Lulli ‘sacro’, un capitolo importante nella produzione di Lulli, rappresentato con i due ‘poli’, ossia il petit motet e il grand motet. Sono davvero deliziosi, microcosmi di affetti con dei testi para-liturgici in cui le voci cantano prima insieme, salvo poi avere il solo piccolo recit finale come se fossero dei personaggi di un ‘micro-dramma’ per musica. Infine, il Te Deum meraviglioso, canto del cigno per Lulli che fa perfettamente intendere come fosse bello il grand motet lulliano, anche nella sua struttura stessa, oltre alla gloria fastosa e tracotante sfumata da momenti di enorme intimità, che fanno capire la grandezza compositiva di questo musicista”.
E sul magnifico Te Deum?
”Eseguiremo delle pagine musicali di una bellezza straordinaria; anche se so di essere ‘partigiano’ nel dirlo. Giovanni Battista Lulli è un compositore fiorentinissimo ma di cui in Italia ci siamo quasi dimenticati: fra i brani del concerto del 5 febbraio spicca, appunto questo grandioso Te Deum, forse il momento clou della serata, composto nel 1677 per solennizzare il compleanno di Re Luigi XIV, per solisti piccolo e grande coro e orchestra e che costituì in parte l’evento ‘funesto’ della vita del compositore che, colpendo sul piede con il grande bastone con cui dirigeva, durante un concerto celebrativo per una guarigione quasi miracolosa da una malattia di Luigi XIV, si causò una brutta ferita, che in breve tempo si infetterà, portandolo alla morte nel 1687.”
Federico Maria Sardelli e Modo Antiquo: cioè lei è tra i più autorevoli interpreti italiani del repertorio barocco, Come ci è arrivato?
“Ho fondato nel 1984 questa orchestra barocca con cui svolgo la mia attività concertistica in tutta Europa sia come solista che direttore, spesso nei maggiori festival di musica antica. Ho diretto in alcuni dei principali teatri d’Europa come il Concertgebouw di Amsterdam, il Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, il Gewandhaus di Lipsia, la Staatskapelle Halle, la Kammerakademie Potsdam, la Real Filarmonia de Galicia e l’orchestra della Fondazione arena di Verona”.
Incisioni?
“Debbo dire di aver inciso numerosi dischi per etichette come Naïve e Deutsche Grammophon, credo di essere arrivato a oltre quaranta pubblicazioni discografiche, sempre in veste direttore e di solista. Ho ricostruito anche la prima incisione dei Concerti Grossi op. VI di Corelli. Tornando a Corelli il concerto, va detto, che è fatto in collaborazione con l’Istituto Giovanni Battista Lulli, fondato il 28 novembre scorso in occasione dei 390 anni dalla nascita del grande compositore fiorentino che festeggia con la serata del 5 febbraio proprio l’inaugurazione ufficiale”.
Una curiosità: è stato lei stesso a fondare l’Istituto Lulli, vero?
“Esattamente, ma insieme al mio amico e ‘discepolo’ Samuele Lastrucci con la finalità di promuovere la conoscenza e la musica di questo grande musicista. Fondando questo Istituto ho voluto in parte accelerare i tempi sulla riscoperta di Lulli, anche perché ancora i documenti fiorentini sulla prima parte della sua vita, qui a Firenze, sono ancora molto laconici. Questo concerto del 5 febbraio, dopo lo spettacolo estivo di Acis et Galatée andata in scena a luglio, rappresenta la seconda tappa di questa nuova rinascita di Lulli. Abbiamo già un contatto con l’Ensemble musique baroque de Versailles, che già ci sostengono fornendoci le loro partiture delle edizioni critiche e verranno qui a fare delle masterclass. Abbiamo inoltre un bel legame con l’Istituto Francese di Firenze”.
I nomi dei suoi solisti in scena?
“Nel concerto c’è un corposo cast: Elena Bertuzzi, Emma Alessi Innocenti, Aco Bišćević, Alessio Tosi, Mauro Borgioni e il Coro da Camera Ricercando Ensemble per questo concerto molto atteso mi dicono. Con la mia “Suite composée à la mémoire immortelle de l’incomaparable M.De Lully per orchestra in prima esecuzione mondiale; di Lulli Passacaille d’Armide : Les Plaisir ont choisi pour asile; Omnes gentes, petite motet per due soprani e il Te Deum per grande coro e orchestra”,
Sardelli lei va oltre all’essere direttore d’orchestra e compositore, è anche pittore, umorista ritrattista raffinato, ha inventato un modo di scrivere ed è anche parecchio social: tutta questa creatività, dà l’idea che lei non stia fermo un attimo con i progetti.
“Non lo so, non lo so, a me viene naturale essere così, saranno i cromosomi? E in effetti in questi giorni sto scrivendo un libro su Vivaldi e i suoi scritti: e comunque la risposta è boh”.
“In Italia ci siamo dimenticati di quanto Giovan Battista Lulli abbia condizionato la musica fino alla Rivoluzione Francese con bellezza e profondità uniche”
Giornalista