INTERVISTA
EDY ANGELILLO La mia vita tra passione e teatro
In questa intervista ad ArteCultura Magazine, l’iconica attrice italiana, racconta la sua lunga carriera nel mondo dello spettacolo e il suo profondo legame con il teatro e con la famiglia. E, tra riflessioni sulla vita e sul suo percorso artistico, condivide la sua passione inestinguibile per la recitazione.
Da giovanissima ha studiato mimo, danza e recitazione, il suo debutto nel mondo dello spettacolo risale al 1979, come ragazza del mese a Domenica In. Ha recitato in film come In viaggio con papà (1982), con la regia di Alberto Sordi; Madonna che silenzio c’è stasera (1982), con Francesco Nuti, e ne La bruttina stagionata (1996). Edy Angelillo, è un’attrice inconfondibile: una chioma di riccioli rossi, gli occhi brillanti, i modi gentili e accoglienti, è una delle interpreti italiane più amate e seguite e non solo dal pubblico. Con lei – ci puoi contare – c’è sempre qualcosa di bello su cui puntare, qualche buona nuova da scambiare e qualche proponimento solido e poetico. E visto che siamo in tema, nel 1984, a vent’anni, conduce il Festival di Sanremo al fianco di Pippo Baudo, mentre il 1998 è l’anno della partecipazione a Un medico in famiglia, prima stagione. Un curriculum lungo così di un’attrice speciale: successivamente ha recitato in moltissime fiction televisive, tra cui Le madri, Padri, Amanti e segreti, Don Matteo 4, Una sera d’ottobre, Provaci ancora prof 2 e Cugino & cugino. Insomma, voilà Edy Angelillo.
Edy in cosa è impegnata in questo momento?
“Fino al 18 febbraio sarò al Teatro Manzoni di Roma con Pietro Longhi in uno spettacolo che ha molta fortuna: Montagne russe dello scrittore francese Eric Assous, con la regia di Enrico Lamanna. È una commedia carina e attuale, che racconta la storia di un uomo maturo e affascinante, che va in vacanza con moglie e figlio e incontra, casualmente in un bar, una donna decisamente attraente. Galeotto sarà un invito a salire da lui, che sembra essere il preludio di una serata intrigante, ma non tutto andrà come previsto. In scena una riflessione pungente sul tema dei tanto chiacchierati e attualissimi legami familiari, ma anche e forse è la parte più importante, sul valore dei rapporti umani. Il pubblico partecipa con molto interesse e applaude per questo testo brillante e imprevedibile. Vedere questo spettacolo è entrare in un ritmo incalzante con continue sorprese e cambi d’identità in un vorticoso salire e scendere di sensazioni e momenti”.
Edy com’è lo stato del teatro in Italia dal suo punto di vista?
“È un momento difficile, non bellissimo, per lo spettacolo, e comunque il teatro va meglio del cinema, ma le grandi città sono sempre più a rischio di pubblico. In teatro si fanno in questo periodo debutti su debutti, che alla fine pare rendano di più che tenere una compagnia in cartellone per un mese. Ci sono teatri che per stare tranquilli mettono in cartellone spettacoli dal giovedì alla domenica, un riscontro sulle produzioni è importante averlo, poiché i tempi non sono certo dei migliori. E tutto questo mentre in sala il pubblico c’è e fa la fila al botteghino. A volte non si capiscono certe dinamiche “.
Ma come è cominciata con il teatro? Cosa l’ha spinta?
“Mi ha spinto quello che ho sempre respirato a casa, perché sono una figlia d’arte: i miei genitori erano una coppia molto conosciuta in quegli anni, che lavorava nei piano bar, nei dancing, negli hotel girando tutto il mondo: Franco e Regina, praticamente erano due juke box umani che portavano la musica dove occorreva e il loro grande successo era riproporre canzoni famose. Io, pur cantando e avendo studiato musica, non ho mai pensato di fare la cantante, ma l’attrice. Allora ho fatto una scuola di recitazione che ho preso molto sul serio e poi, dopo un provino, c’è stato il mio primo lavoro al cinema, con Ratataplan, il famoso film di Maurizio Nichetti. Un film a costo quasi zero che è diventato un enorme successo che nessuno si aspettava”.
Dunque, è cominciato un po’ tutto da qui?
“Si, ci fu Pippo Baudo che mi vide e mi scelse per Domenica In e non come valletta. Poi arrivò Garinei con il mio primo spettacolo al Sistina di Roma con Gino Bramieri. E qui vorrei metterci un punto”.
Perché?
“Perché Gino Bramieri, secondo me, oggi che è davvero troppo poco riconosciuto e ricordato, è stata la persona che più ha influito nella mia vita artistica, la più importante, un maestro. Eravamo in compagnia insieme ne La vita inizia ogni mattin‘ e per me non è stata solo una tournee ma anche, e soprattutto, una grande lezione di professionalità, una scuola continua. Mi ha insegnato, senza salire in cattedra, pause e tempi comici: restavo dietro le quinte a guardare lo spettacolo anche quando non toccava a me essere in scena, e lo imparavo a memoria per vedere come si muoveva lui, cosa faceva. Ogni volta era una scoperta diversa: quello che so a livello teatrale, l’ho imparato da Gino Bramieri, ancora oggi gli sono grata. Poi, certo, ho lavorato con maestri come Alberto Sordi, chi se lo può dimenticare?”.
E lei di sé che opinione ha?
“Direi che teatro, cinema e televisione mi hanno dato quella popolarità che mi ha consentito di intraprendere una carriera di cui oggi sono contenta: ho conosciuto molte persone importanti per la mia professione e, di certo, mi ritengo una privilegiata. Ma non sono una donna mondana, non vado alle feste, non vado a pranzi, né a ricevimenti: sono abbastanza orso. Diciamo che non ho una vita super. Preferisco stare a casa”.
La sua aspirazione massima?
“Come tutti gli attori, vorrei vincere un Oscar, ma ovviamente è cosa remota. Adesso quello che mi aspetto è lavorare con trame e soggetti che reputo interessanti: non sono una che accetta qualsiasi cosa. Faccio certe scelte anche a costo di non lavorare per mesi, anche se posso sbagliare a non fare la scelta giusta”.
A cosa tiene più di tutto?
“A mio figlio Andrea, che ha 23 anni per il quale tutte le cose alla fine scendono in secondo piano. Anche nel lavoro, nelle delusioni, ho Andrea: e tutto diventa più soft, sopportabile, anche bello. Diventare madre per me è stata l’esperienza più bella e gratificante della vita. Quando era piccolo gli piaceva ballare e per un attimo ho tremato volesse anche lui entrare nel mondo dello spettacolo. E invece no, anche se suona il pianoforte, si è laureato a luglio e lavora come art director di un’azienda di grandi eventi. Ecco, è questo che mi dà la massima soddisfazione”.
“Adesso quello che mi aspetto è lavorare con trame e soggetti che reputo interessanti: non sono una che accetta qualsiasi cosa”
Giornalista