TEATRO & SPETTACOLO
CRISTINA GIANI: una leadership al femminile per il Teatro Puccini
Passione, impegno, creatività e una squadra coesa composta di donne. Così Cristina Giani innova l’attività e il palinsesto del teatro fiorentino
Una donna sola al comando, comando si fa per dire: “Non esiste decisione che non condivida con il mio staff al femminile. Tra noi c’è un’intesa perfetta e siamo tutte unite e amiche: recentemente abbiamo festeggiato il fatto che una collega sia stata scelta dall’Arena di Verona, rimandando al mittente il magone del distacco, perchè per lei è stata una grande occasione”. La signora in biondo del teatro – in un certo senso autogestito – fiorentino si chiama Cristina Giani. Il teatro è il Puccini, leggermente distaccato dal centro, ma vicinissimo ai nuovi spazi anche multimediali di quella modaiola ‘cultura 3.0’, spazi molto post-industriali, come l’ex Manifattura Tabacchi.
Giani, lei è l’unica presidente-donna di un teatro: cioè più responsabilità?
“Sono abituata a lavorare e condividere, per cui le responsabilità le ho sempre divise tra successi e ostacoli, e non mi hanno mai fatto né paura, né messa in soggezione. Sono un’ottimista che ama il suo lavoro e questo teatro ha un grande particolarità: nel sottotitolo c’è la spiegazione ‘satira e contaminazione di genere’. Sono qui dal 2002 arrivata come rappresentante del sindaco, dal 2015, invece, sono diventata socia del Puccini. Lavorare in un teatro così, così offre tante possibilità. Anche di confronto. La direttrice è Sybil Da Rio altra donna e artista italo tedesca che viene dall’esperienza internazionale del Cirque du Soleil ”.
Parlava di possibilità: sarebbero?
“Tanto per cominciare con questa impostazione diciamo ‘free’ c’è la vera possibilità di poter fare qualsiasi tipo di spettacolo perché aperto realmente al nuovo. Pensa che il 90 per cento del personale è donna, cosa rarissima. Dopo un mediamente lungo percorso mi è stato chiesto di entrare in società e sono stata felice. Anche perché di certo non sono una presidente di facciata, ma una che lavora ed è sempre qui: partecipo alla vita di teatro da sempre come socia e adesso da presidente, ma decidiamo tutte insieme. È un teatro dove lavoriamo gratuitamente e nessuna di noi prende uno stipendio. Abbiamo solo voglia di lavorare”.
Su cosa focalizzate la programmazione?
“Sull’attenzione all’oggi, all’andamento del sentire e dell’ascoltare il gusto comune. Questo teatro, che per noi è come una creatura che vogliamo portare sempre a livelli più alti, in pratica per me era partito come fosse una specie di impegno dopo lavoro, ma poi mi ha preso la mano. Mi occupo di tutto insieme al mio staff: abbiamo un elenco di cose da mettere insieme, dallo sguardo ai finanziamenti del PNR al miglioramento energetico. Anche il Comune di Firenze ci sta vicino, e rifarà la facciata. Da poco possiamo contare su due sale attigue e abbiamo una programmazione importante così da poterci contaminare sempre di più”.
Giani, dunque, in programmazione cosa troveremo al Puccini?
“Ci saranno ben 45 spettacoli, cominciando dal 28 ottobre con Andrea Pennacchi che porterà in scena ‘Mio padre, appunti su una guerra civile’ per poi ospitare Silvio Orlando a novembre con ‘La vita davanti a sé’ ma anche Umberto Orsini e Sergio Castellitto e Paolo Hendel. L’importanza di sale come la nostra è che danno la possibilità di debuttare e misurarsi subito con un pubblico notoriamente difficile come quello fiorentino. Tutti gli attori d’Italia hanno il terrore di Firenze, perché è da sempre considerata città cartina di tornasole sul loro lavoro. Se uno spettacolo va bene a Firenze, vuol dire che andrà bene in tutta Italia. Devo dire che sono orgogliosissima di avere con noi Umberto Orsini, uno degli ultimi grandi maestri e vera icona del teatro italiano”.
Tra le novità invece, dove vi siete avventurati?
“La sala piccola è in un certo senso dedicata ai comici e segnerà anche il ritorno di Antonio Rezza perché deve essere considerata una specie di sala laboratorio per un genere che sta prendendo tanto piede anche in Italia, la ‘stand up comedy’. Nelle nostre intenzioni vorremmo che questo laboratorio fosse dove poter confrontare esperienze per nuovi comici e artisti che hanno altro da dire, per dare possibilità ai giovani di esprimersi”.
Il Puccini ha una tradizione nello scoprire nuovi comici.
“È così; un po’ tutti quelli di una volta sono nati e passati da noi a cominciare a Bisio, che del Puccini è stato anche direttore artistico alla Littizzetto: il nostro palcoscenico è stato anche trampolino di lancio per i vari Gassmann e Tognazzi jr. Nelle nostre intenzioni ci piacerebbe dare ai giovani, tra i quali parecchi youtuber, più di una possibilità. Anche perché ormai il linguaggio è quello lì e non si può fare altro che cercare una sintonia anche artistica. Offrendo la possibilità di qualcosa di abbastanza internazionale come questo cartellone dove c’è sì un po’ di tutto, ma è molto razionale e poco toscano. Alla parola tradizione troviamo solo gli abbonamenti agli spettacoli di punta che il pubblico stesso ci richiede. E per noi è una soddisfazione anche questa”.
Avete un motto?
“Ci sosteniamo a vicenda consapevoli che nessuno può fare niente da solo. Riuscendo a fare squadra ho imparato tanto dalle mie compagne di viaggio. Ogni istante del confronto è amore e non una ferita nella corazza che mi sono costruita mettendoci una vita intera. Da lì entra tutto, come luce dalla piccola finestra di un vicolo”.
“Ogni istante del confronto è amore e non una ferita nella corazza che mi sono costruita mettendoci una vita intera. Da lì entra tutto, come luce dalla piccola finestra di un vicolo”
Giornalista