INTERVISTA
CLAUDIA CAMPAGNOLA “Il mio teatro tra Impegno sociale, ironia e sorriso”
Dalle sfide complesse dei ruoli al debutto in ‘Trappola per Topi’. In questa intervista ad ArteCultura Magazine, l’attrice italiana Claudia Campagnola racconta il suo percorso professionale. E sottolinea l’importanza di un teatro che abbraccia la diversità emotiva e si impegna in un dialogo sociale costruttivo a difesa dei diritti delle donne.
“Sono sempre impegnata a teatro e anche nel dialogo, credo che vadano di pari passo. Teatro e dialogo sono due espressioni di vita, di racconto di vita e di messaggi lanciati e recepiti. Mi piace interpretare donne che raccontano altre donne. Il teatro è l’opportunità di attraversare le sfaccettature del femminile, nel dolore e nella gioia. Abbiamo una responsabilità come attori e artigiani del palcoscenico. Far viaggiare la voce e continuare a raccontare e difendere chi non ci riesce, per dare un senso etico e sociale anche dal palcoscenico. Mentre lavoro penso al mio ruolo come se fosse uno strumento perché questo possa avvenire. Il teatro rende liberi”. Claudia Campagnola, ovvero: c’era una volta un enfant prodige del teatro. Che va in scena una delle prime volte della sua vita, in uno spettacolo dal titolo: “Non c’è due senza te”, coprotagonista, un po’ schiacciata, da nomi che sono due carichi da novanta come la figlia di Gigi Proietti, Carlotta, e il figlio di Gianni Morandi, Marco. Da quel 2015 Claudia Campagnola ne ha fatta di strada. Esempio lampante che se una è brava, alla lunga si vede. Adesso è coprotagonista in una grande produzione, che debutta al Teatro della Pergola – e girerà in tutta Italia – dal titolo “Trappola per topi” di Agatha Christie. In scena sarà con Lodo Guenzi, Dario Merlini, Stefano Annoni, Maria Lauria, Marco Casazza, Tommaso Cardarelli, Raffaella Anzalone con la regia di Giorgio Gallione. Un’opera che gioca seriamente tra suspense e ironia, con l’isolamento e il confine tra vittima e carnefice.
Claudia, il testo di Agatha Christie è una leggenda, nel guinness dei primati del teatro contemporaneo, che effetto fa?
“Un bell’effetto farne parte, perché la storia è un mix di rigore e anche di eccentricità. La potenza di questa autrice gioca seriamente con un’opera ‘chiusa’ ed è precisa come una filigrana, che lascia spazio all’invenzione e alla sorpresa. Cosa accade in un albergo isolato nella campagna inglese? C’è molto mistero e quella giovane coppia che aspetta i primi ospiti della nuova gestione. Ma fuori c’è una tempesta di neve e i clienti, che sono tutti abbastanza bizzarri, restano isolati. Il telefono non funziona, e dalla radio arrivano notizie di un omicidio”.
Che ruolo è il suo?
“Io sono Mollie una dei due proprietari della casa. Interpretare Mollie in ‘Trappola per topi’ è per me una grandissima soddisfazione, è un personaggio che mi permette di esprimermi, attingendo a varie temperature emozionali, è una donna complessa che ha un profondo segreto da nascondere, che vorrebbe eliminare dalla sua mente ma che le ha condizionato la vita. E sono felicissima di essere in questo lavoro dove mi sono trovata molto bene col regista, Giorgio Gallione”.
Cos’è per lei il teatro?
“Un lavoro che sto facendo con grande amore, che ha mille possibilità interpretative e sfumature. Devo dire che sono abbastanza soddisfatta di me, ho raggiunto qualche traguardo con tanta fatica, lealtà e amore sincero nei confronti di questo mestiere. Questo impegno con Agatha Christie arriva nel momento giusto, perché sono matura sia artisticamente che come donna. Attraverso il teatro, le tante esperienze fatte sono cresciuta e ho affrontato situazioni che mi hanno fatto capire di più non solo la donna che voglio essere, ma anche l’attrice. Nella scelta dei testi e per la poetica, mi piace mettere in luce qualcosa che ha difficoltà ad essere messo in luce, capito, essere visto. Per esempio, ho raccontato in scena la storia della partigiana Gina Borellini, prima donna ad entrare in Parlamento. Ma anche Mia Martini che rappresenta l’archetipo del dolore, una donna anche vittima della società: mi piace dar voce a quelle donne che magari non hanno avuto uno spazio giusto in vita”.
Commedie e impegno: cosa preferisce Claudia?
“Io sono in tutte e due le cose: da donna dico basta alle vittime di violenza e cerco di impegnarmi su questo fronte. Nello stesso tempo ho piacere ad affrontare delle commedie, perché amo mantenere l’ironia e l’autoironia: una cosa non esclude l’altra. Penso che sia l’unico metodo per la sopravvivenza. Uso il mio sorriso come approccio alla vita ed è impossibile che questo non entri nei miei personaggi. Anche la mia Mollie, che ha un segreto da nascondere, un dolore importante, cova con sorriso e leggerezza il suo dramma. Ed è questo che dà più colore al personaggio. Vorrei che le donne fossero più libere e possano correre veloce quanto gli uomini. Dirlo è importante, anche da un palcoscenico questa responsabilità celeste è, per me, un passo verso un nuovo riconoscimento sociale”.
“Vorrei che le donne fossero più libere e possano correre veloce quanto gli uomini. Dirlo è importante, anche da un palcoscenico”
Giornalista