INTERVISTA
FABIO CANINO L’arte di restare autentici tra teatro, tv e radio
Attore, autore e voce radiofonica, Fabio Canino attraversa i linguaggi dello spettacolo con coerenza e passione. Dalla giuria di Ballando con le Stelle ai palchi teatrali, fino alla radio, racconta un percorso libero da compromessi, guidato dalla curiosità e dall’ironia. Sempre fedele a sé stesso, ma aperto al pubblico.
Schietto, sincero, diretto. A tratti spigoloso, ma sempre autentico. Fabio Canino da Firenze non scende a compromessi, non finge, non si adegua alle convenzioni. Il suo percorso, tra teatro, televisione e radio, è la dimostrazione che si può restare fedeli a sé stessi senza smettere di divertirsi e di far divertire.
Fabio, partiamo dall’infanzia: com’erano le sue estati da bambino?
“Passavo tre mesi a Ischia, interminabili. Il mio compleanno cadeva lì e finiva sempre con feste un po’ “sfigatelle”, con gente raccattata in vacanza. Io invece volevo stare a Firenze con i miei amici. Però Ischia resta nelle mie radici, e questo è bello”.
Oggi lei è volto fisso di Ballando con le Stelle. Come c’è arrivato?
“Tutta colpa di Milly Carlucci! (ride) Ha insistito per due anni, mi chiamava, mi diceva: “Abbiamo bisogno di un punto di vista come il tuo”. Io non ero convinto, facevo altri programmi. Alla fine, ho ceduto e dal 2017 sono in giuria. Mai pentito!”
Cos’ha di speciale Ballando?
“È un programma unico, ogni puntata diversa dall’altra. I concorrenti sono umanamente straordinari, con fragilità e turbe meravigliose. Ma io dico sempre: ragazzi, è un gioco, non un’operazione a cuore aperto, rilassatevi.
La cosa più bella? Scoprire i professionisti e le maestranze dietro le quinte: gente che lavora in Rai da decenni, veri artigiani della televisione, pozzi di storia da sapere. Ballando è un alveare: Milly è la regina, noi giudici siamo api operaie”.
E quando dà i suoi famosi giudizi schietti?
“Io sono fatto così: diretto, sincero. Per anni ci ho rimesso, ma ora ho 62 anni e non me ne frega più nulla. Dico quello che penso: se ti piace bene, se no amen. Certo, non tutti i concorrenti accettano le critiche… ma fa parte del gioco”.
Dal teatro non si è mai staccato.
“Mai! Fiesta continua a girare dopo anni, ed è ancora un successo. È lo spettacolo del cuore. Adesso sto lavorando a un nuovo progetto con Andrea Muzzi, ma non posso dire ancora niente, per scaramanzia e perché è in cantiere”.
E poi c’è la radio.
“ La radio è una passione vera. Con LaLaura conduco il weekend su Radio Capital, con ‘I Miracolati’. È un luogo libero, dove dare spazio a voci nuove. In tv e pubblicità si vedono sempre i soliti, ma là fuori ci sono tanti artisti bravi che meritano visibilità”.
Cosa pensi della tv di oggi?
“Che i raccomandati si vedono lontano un chilometro! E che la politica spesso vuole dirci perfino cosa guardare. Ma per fortuna la gente decide da sola: se non piace, non guarda. I programmi che durano nel tempo hanno ancora il sapore della tv di una volta, artigianale e autentica. Ballando è uno di questi”.
Ha un ricordo speciale legato a Pippo Baudo?
“Tantissimi. L’ultimo, commovente, è quando venne a vedere Fiesta alla Sala Umberto. Alla fine, salutai il pubblico e dissi: ‘Un saluto speciale a Pippo Baudo’. Lui, che già stava male, si alzò, venne sotto il palco e mi strinse la mano. Da brividi”.
Fabio, lei è un grande amante del cinema.
“Vado spesso, vedo di tutto: film bellissimi e ciofeche immani. Non ho pregiudizi contro il cinema italiano: ci sono registi e sceneggiatori talentuosi. Il problema? Mancano i produttori puri, quelli che rischiano davvero”.
Tempo libero: come si rilassa?
“Leggo molto e viaggio. L’Islanda resta il mio posto preferito: in pochi chilometri passi dal sole alla neve, al vulcano. È un paese che ti lascia senza parole”.
E l’amore?
“Con Emanuele, il mio compagno, ci siamo conosciuti lavorando. È uno stilista. Stiamo insieme da tre anni, e condividiamo la libertà di essere noi stessi”.
Se dovesse riassumersi in tre parole?
“Schietto, curioso e appassionato. E aggiungo: testardo!”
«Io sono fatto così: diretto, sincero. Per anni ci ho rimesso, ma ora ho 62 anni e non me ne frega più nulla. Dico quello che penso: se ti piace bene, se no amen»

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