INTERVISTA
MAURIZIO FRITTELLI La mia vita tra musica, legge e palcoscenico
Dalla recitazione alla pratica legale e la consulenza artistica, la vita di Maurizio Frittelli, Presidente dell’Orchestra della Toscana, riflette la sua passione per la musica e il Teatro. Ma anche la sua capacità di fondere l’arte con la professione. Ce ne parla lui stesso in questa intervista ad ArteCultura Magazine. Dove rivela che…
“Sono presidente dell’Orchestra della Toscana da dieci anni. In un’altra vita, sono stato attore. Esperienze che sono rimaste dentro di me, perché erano gli inizi della mia professione: è stata una vera formazione. Poi, quando mi sono laureato, ho dovuto verificare: volevo fare proprio l’avvocato? O forse il magistrato? Ma anche l’attore? Allora mi sono posto una domanda: cosa voglio fare veramente da grande?”. Maurizio Frittelli è, in un certo senso, trino e uno. Il fil rouge che lega un attore e un avvocato potrebbe essere, semplificando, l’abilità di recitare e convincere un pubblico. Perché entrambi devono essere in grado di presentarsi bene, comunicare efficacemente e persuadere gli altri. Un attore lo fa sul palcoscenico o sullo schermo, mentre un avvocato lo fa in un’aula di tribunale. Inoltre, sia gli attori che gli avvocati devono spesso memorizzare e interpretare testi complessi: gli attori per i loro copioni e gli avvocati per le loro arringhe e le leggi. Ma con Frittelli si va oltre: dopo essere stato presidente di Tempo Reale, associazione per la ricerca nell’immenso campo della musica elettronica e delle arti sonore, fondata da Luciano Berio, ora è presidente dell’importante l’Orchestra della Toscana, nata nel 1980, riconosciuta dal Ministero del Turismo e dello Spettacolo nel 1983, Istituzione Concertistica Orchestrale, allora sotto la direzione artistica di Luciano Berio. E questo è un altro fatto che lo collega a Frittelli.
Frittelli, davanti alle tante orchestre che si esibiscono, l’Orchestra della Toscana che portata ha?
“Di certo una grande rilevanza internazionale ormai consacrata. È composta da 45 musicisti, le cui prove e i concerti si svolgono al bellissimo Teatro Verdi di Firenze: i concerti vengono replicati su tutto il territorio regionale, sono comprese anche un gran numero di apparizioni non solo nel resto dell’Italia, ma anche all’estero: dalla Spagna con Madrid fino alla Carnegie Hall di New York. Il direttore principale è Diego Ceretta”.
Lei rappresenta, in una sola persona, eventi, esperienze e relazioni che, dopo essersi separati o interrotti nel corso del tempo, trovano un punto di incontro o riconciliazione…
“Oggi sono avvocato cassazionista, ho iniziato la professione nel 1986, coltivando con particolare attenzione le tematiche giuridiche connesse, appunto, al mondo della cultura e dello spettacolo, diventando consulente del sindacato Attori Italiano. In questi anni ho partecipato come relatore a convegni sia sui rapporti di lavoro degli interpreti ed esecutori, in Italia ed all’estero, sia sui diritti d’autore anche in riferimento alle nuove tecnologie, nonché sugli strumenti giuridici da individuare per la gestione di eventi ed attività culturali. Dal 1993 ho iniziato collaborazioni con importanti enti italiani prevalentemente legati al mondo del no-profit e dell’impresa pubblica e privata. Vorrei anche aggiungere che ho allargato le aree di specifica competenza nelle materie civilistiche tra gli altri anche al diritto d’autore e del lavoro sul sistema dell’organizzazione e della produzione culturale”.
Se si guarda indietro cosa vede?
“Forse il teatro non poteva essere un mondo adatto alle mie ambizioni e aspettative di vita. Nel corso della mia carriera attoriale ne ho fatte di esperienze: sono cresciuto in questo ambiente da studente di giurisprudenza andando a vedere le cose di cui trattavo sui libri, dunque, toccandole con mano. Il passo è stato poi inevitabile, sono diventato un riferimento per quegli attori e registi che con me hanno percorso un cammino, uno fra tutti è Ugo Chiti, il mio migliore amico, quasi un fratello, il mio testimone di nozze: sicuramente uno degli sceneggiatori più importanti d’Italia, quello che nella storia del cinema ha vinto più David di Donatello. I miei primi clienti sono stati i miei colleghi attori di teatro, perché recitavo e studiavo ed è stato chiaro e automatico che già da studente fossi un referente per coloro che mi erano vicini, cercavo di risolvere dal problema del condominio al diritto d’autore delle scritture teatrali. Attori come Maria Cassi, Barbara Nativi e Alessandro Benvenuti si affidavano a me fin dall’inizio: per loro seguivo problemi di carattere artistico ma anche i temi del diritto d’autore. Quindi sono involontariamente portatore di una specializzazione che andavo a consolidare facendo il mio ingresso nel mondo della musica”.
Infine, appunto, la musica, Frittelli. Cosa le ha dato e lei cosa ha avuto?
“Nella mia vita è tutto collegato da un fil rouge: la musica è un’esperienza straordinaria che mi accompagna da 35 anni e per me sta al primo posto tra le arti. È il luogo che mi dà più gioia anche quando sono stanco, dopo una giornata di lavoro: se vado a un concerto, anche dopo una giornata intensa di lavoro, mi lascio andare ad ascoltare. Per me è una delle forme d’arte più terapeutiche di rilassamento, di grande vicinanza a se stessi che mette in contatto con le sensazioni più intime e profonde. La musica ha il potere di regalare sempre serate straordinarie per quanto stanco possa essere: non a caso esiste la musicoterapia”.
Maurizio Frittelli ovvero: l’importanza della flessibilità e della curiosità, la capacità di affrontare cambiamenti e nuove situazioni con facilità. E il reinventarsi per apprendere dalle esperienze, trovando soluzioni creative ai problemi.
“La musica è un’esperienza straordinaria che per me sta al primo posto tra le arti. È il luogo che mi dà più gioia anche quando sono stanco, dopo una giornata di lavoro”
Giornalista