DIRITTO VALORI
L’occupazione di “The drinker”
L’opera “The drinker” avrebbe dovuto essere battuta da Sotheby’s a New York con una quotazione di circa un milione di dollari, ma è stata ritirata dall’asta per una contestazione insorta in merito alla legittima proprietà.
L’opera “The drinker” avrebbe dovuto essere battuta da Sotheby’s a New York con una quotazione di circa un milione di dollari, ma è stata ritirata dall’asta per una contestazione insorta in merito alla legittima proprietà.
Bansky non smette di far riflettere e sorridere i giuristi. L’opera “The drinker”, che rimanda al “Il pensatore” di Rodin” a cui è stato messo in testa a mo’ di capello un cono a strisce arancioni e bianche per segnaletica stradale, che pare più, come dice il titolo, un ubriaco che si sostiene il capo, di qualcuno che pensa, avrebbe dovuto essere battuta da Sotheby’s a New York con una quotazione di circa un milione di dollari, ma è stata ritirata dall’asta per una contestazione insorta in merito alla legittima proprietà della stessa in capo al venditore e sul sito della casa d’aste cliccando sul lotto ora si legge solo “error”. A rivendicarne la proprietà è Andy Link, alias AK47, che si definisce un art terrorist.
La scultura nel 2004 era stata abbandonata o collocata, non è dato sapere quale fosse il suo originario intento, da Banksy, che tuttavia non ne ha mai rivendicato la paternità, in una piazzetta londinese dalla quale Andy Link l’aveva “rapita” o rinvenuta, dandone notizia alle autorità.
Come in seguito fece anche con l’installazione al neon di Tracey Emin, “Just love me”, il rapimento avvenne in una performance di art terrorism, ma Banksy alla richiesta di riscatto per “The drinker” rispose che sarebbe stato disposto a pagare “due sterline per una latta di benzina” suggerendo implicitamente di darle fuoco, e così Link, preso atto del disinteresse espresso dallo street artist per la scultura, la fece sua, conservandola come proprietario nel suo giardino per tre anni sino a che è stato vittima di un furto regolarmente denunciato alle autorità. La vicenda è raccontata nel film documentario “The Banksy Job”.
Se la storia fosse avvenuta in Italia, “The drinker” sarebbe stato giuridicamente di proprietà di Andy Link per intervenuta occupazione ex art. 923 c.c. dovendosi considerarsi la scultura una res derelicta.Benché, infatti, in questo caso, Link definisca il suo gesto come un atto di art terrorism e lo qualifichi come un rapimento, nei fatti, non si potrebbe rinvenire la violenza nell’impossessamento, poiché il proprietario originario ne fu avvisato e manifestò addirittura il suo incendiario disinteresse.
Avvocato e giornalista